
L'Italia: il campione europeo delle farine per qualità e quantità
Negli ultimi quindici anni, l’industria molitoria italiana ha dimostrato una crescita straordinaria, con un aumento delle vendite all’estero del 300%, raggiungendo quasi mezzo milione di tonnellate. Questo risultato non solo evidenzia l’eccellenza della produzione italiana, ma sottolinea anche il potenziale di crescita del settore cerealicolo. Nonostante le prospettive positive, l’industria si trova ad affrontare sfide strutturali significative per mantenere e rafforzare la sua leadership in Europa.
La produzione di grano duro in crescita
Secondo le stime presentate durante l’edizione 2025 dei Durum Days, evento annuale organizzato da Assosementi e altre associazioni di settore, la produzione nazionale di grano duro per l’annata agraria 2024-2025 è prevista in oltre 4,2 milioni di tonnellate. Questo rappresenta un incremento del 20% rispetto all’anno precedente e del 12% rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Le cause di questo aumento sono:
- Espansione delle superfici coltivate: aumento del 9,5% a livello nazionale, raggiungendo 1,28 milioni di ettari.
- Condizioni climatiche favorevoli: particolarmente nelle regioni di Sicilia, Basilicata e parte della Puglia.
Tuttavia, il mercato ha recentemente mostrato segnali di flessione, con un calo del 7% del prezzo del frumento duro a Bologna e dell’8% a Foggia tra marzo e maggio. Una delle principali ragioni di questa diminuzione è l’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro statunitense, che ha reso più vantaggiose le importazioni contrattualizzate in dollari.
La leadership nel settore della trasformazione
Il settore della trasformazione mantiene una posizione di leadership indiscussa in Europa. Attualmente, operano circa 300 molini in Italia, che trasformano annualmente oltre 12 milioni di tonnellate di frumento tenero e duro, producendo quasi 8 milioni di tonnellate di sfarinati. Questi dati pongono l’industria molitoria italiana al vertice dell’Unione Europea, non solo per i volumi, ma anche per la qualità della produzione.
La qualità dei prodotti italiani è ulteriormente confermata dal significativo incremento delle esportazioni, che hanno visto un aumento delle vendite all’estero di sfarinati superiore al 300% negli ultimi 15 anni. Tuttavia, il settore deve affrontare problematiche strutturali che perdurano da decenni. Vincenzo Martinelli, presidente di Italmopa, ha sottolineato la necessità di superare visioni limitate e puntare alla crescita della competitività dell’intera filiera nazionale.
Innovazione e sostenibilità nel futuro
Guardando al futuro, il settore si sta orientando verso progetti innovativi che uniscono tradizione e tecnologia. Il Crea, tramite il progetto “Grano.it”, sta sviluppando sistemi avanzati di modellizzazione digitale per migliorare e prevedere la resa e la qualità del grano. Questo progetto rappresenta un passo importante verso la modernizzazione dell’agricoltura italiana.
Uno dei progetti più significativi è “Neogranìa”, sviluppato da Petra Molino Quaglia, che mira a creare una comunità di agricoltori e professionisti del forno. Questa iniziativa si basa su tecniche agrarie evolutive per sviluppare nuove varietà autoctone di cereali, promuovendo un’agricoltura più resiliente e rispettosa del suolo. Secondo Piero Gabrieli, direttore marketing di Petra Molino Quaglia, il progetto favorisce una collaborazione più stretta tra coltivatori, trasformatori e utilizzatori, garantendo una filiera più integrata e sostenibile.
Inoltre, Cereal Docks ha recentemente presentato “Heliapro”, una farina proteica derivata dai semi di girasole, caratterizzata da un elevato contenuto proteico del 50% e priva di allergeni comuni. Questa farina si rivela ideale per la produzione di alimenti plant-based e gluten-free, rispondendo alla crescente domanda di alternative alimentari salutari e sostenibili.
In conclusione, l’industria molitoria italiana si trova a un bivio cruciale, dove l’innovazione e la qualità possono rappresentare non solo la chiave per mantenere la leadership sul mercato europeo, ma anche un’opportunità per affrontare le sfide future, come l’adattamento ai cambiamenti climatici e la crescente domanda di prodotti alimentari sostenibili.