
Il boom delle vendite nei supermercati grazie al cibo made in Italy
Negli ultimi anni, il cibo made in Italy ha conquistato una posizione di rilievo nelle scelte di acquisto degli italiani. La bandiera tricolore e le indicazioni geografiche sono diventate elementi chiave nel carrello della spesa, come evidenziato da un’indagine condotta dall’Osservatorio Immagino di GS1. Secondo il monitoraggio, il 39% degli italiani ha dichiarato l’intenzione di acquistare più prodotti locali nei prossimi sei mesi, un dato notevole che supera di oltre il 25% la media degli altri paesi europei. Questo attaccamento al territorio è un chiaro segno di come gli italiani apprezzino le proprie tradizioni gastronomiche, anche in un contesto di crescente attenzione ai prezzi e alle promozioni.
l’importanza dei prodotti italiani
Per comprendere meglio il fenomeno, è fondamentale analizzare quali prodotti rientrano nella categoria “italiani”. La ricerca di GS1 ha rivelato che nel 2024 il paniere di prodotti con indicazioni di italianità ha rappresentato il segmento più importante in termini di vendite. Sono ben 30.000 i prodotti che vantano la bandiera tricolore, l’indicazione geografica protetta (Igp) o la dicitura “made in Italy”, generando incassi per 11,6 miliardi di euro, con una leggera crescita rispetto all’anno precedente.
Ma cosa rende un prodotto “italiano”? Ecco alcune statistiche chiave:
- 17,4% delle referenze sugli scaffali riporta il tricolore.
- 9,1% è realizzato con almeno un ingrediente 100% italiano.
- 5,7% dei prodotti è dichiarato realizzato sul territorio nazionale.
- Quasi 5.000 prodotti sono tutelati da indicazioni geografiche europee.
L’Italia si posiziona al primo posto nell’Unione Europea per numero di alimenti e bevande con riconoscimenti Doc, Dop, Igp e Igt, vantando 856 riconoscimenti che rappresentano il 27% di tutti quelli registrati a Bruxelles. Secondo il Rapporto Qualivita, questi prodotti hanno generato un valore alla produzione di oltre 9 miliardi di euro nel 2023, contribuendo in modo significativo al fatturato dell’agroalimentare nazionale.
la crescita delle vendite
Tra le indicazioni geografiche più prestigiose, spicca la Denominazione di Origine Protetta (Dop), assegnata a 410 vini e 174 prodotti alimentari. L’Osservatorio Immagino ha rilevato la presenza di prodotti Dop in 1.467 referenze, che hanno visto aumentare le vendite del 2,7% a volume e del 5,8% a valore, avvicinandosi a un incasso totale di 803 milioni di euro tra supermercati e ipermercati. Tra le categorie di prodotto, i formaggi da tavola porzionati, le mele e gli oli extravergine di oliva hanno registrato le migliori performance.
Un esempio significativo è il Gorgonzola, che nel 2024 ha toccato un record produttivo con 5,2 milioni di forme, e il Parmigiano Reggiano, che ha visto un incremento del 5,2% nelle vendite in Italia, per un valore di consumo di 1,55 miliardi di euro. Nonostante la crescita delle vendite dirette (+13%), il 65% delle vendite avviene attraverso la grande distribuzione organizzata (Gdo), che rimane il canale principale per l’acquisto di questi prodotti.
l’importanza delle indicazioni geografiche
Francesco Rosato, category analyst del Gruppo Maiora, sottolinea come le indicazioni Dop e Igp siano un fattore decisivo per l’acquisto, in quanto rappresentano una garanzia di autenticità, provenienza e sicurezza. In un periodo in cui le famiglie italiane tendono a comprare meno ma più frequentemente, l’offerta di prodotti freschi al banco servito nei supermercati sta tornando a essere cruciale, soprattutto per quanto riguarda salumi e formaggi Dop e Igp. Secondo una stima di YouGov, l’85% delle famiglie italiane acquista questi prodotti al banco, spendendo oltre 180 euro all’anno.
La varietà di assortimento è un elemento fondamentale per stimolare le vendite: più un prodotto è tipico e diversificato, maggiore è la propensione all’acquisto. Ad esempio, il prosciutto crudo è acquistato al taglio da 16,7 milioni di famiglie, che tendono a non limitarsi a un’unica varietà, ma scelgono mediamente 2-3 tipologie diverse di Dop.
Anche le linee di private label dedicate alle specialità italiane stanno guadagnando terreno. Brand come “Italiamo” di Lidl e “Sapori&Dintorni” di Conad sono presenti rispettivamente in 10 e 7 milioni di famiglie, dimostrando come il mercato delle private label possa diventare un vero e proprio marchio di qualità. Matteo di Gregorio, responsabile della linea Fatti Buoni nei Magazzini Gabrielli, ha dichiarato che l’azienda sta continuamente cercando prodotti di alta qualità e ha recentemente introdotto 50 nuove referenze, come malloreddus e fregola sarda, che stanno ottenendo performance significative, in particolare nel Lazio.
In un contesto di crescente attenzione verso il cibo di qualità e le tradizioni culinarie italiane, il made in Italy continua a rappresentare non solo un simbolo di qualità, ma anche un’opportunità di crescita per il settore agroalimentare.