I dati delle esportazioni di vino italiano, forniti dall’Istat e analizzati da WineNews, offrono uno spaccato interessante sul mercato enoico nel primo semestre del 2025. Nonostante un lieve miglioramento rispetto al passato, il settore continua a navigare in acque tempestose, evidenziando un passivo “light” nei numeri. Infatti, il valore delle esportazioni è diminuito del 0,47%, raggiungendo i 3,8 miliardi di euro, mentre il volume ha subito un calo del 3,1%, superando comunque il milione di litri.
Questi dati riflettono una certa resilienza, considerando le difficoltà globali e le incertezze che caratterizzano il mercato, tra cui i dazi imposti dagli Stati Uniti. Fino ai primi di agosto, i dazi erano al 10%, ma recentemente sono aumentati al 15%. Nonostante ciò, gli Stati Uniti e il Canada continuano a rappresentare mercati in crescita per il vino italiano, mentre la situazione è critica in altri territori, specialmente in Russia e in alcuni importanti mercati europei come Germania e Regno Unito.
Recupero degli spumanti
Un aspetto positivo da sottolineare è il recupero degli spumanti, che hanno visto una contrazione più contenuta, passando da un -1% a un -0,4% in valore, equivalente a un miliardo di euro. Inoltre, i volumi degli spumanti sono tornati in territorio positivo, registrando un incremento dello 0,1% con 254,1 milioni di litri. Questo è un segnale di speranza per il settore, suggerendo che i consumatori continuano a riconoscere il valore e la qualità del vino italiano, soprattutto in un momento di sfide economiche.
Analisi dei mercati chiave
Analizzando i mercati specifici, gli Stati Uniti si confermano il principale importatore di vino italiano, con un valore di 988,4 milioni di euro, in crescita del 5,2% rispetto al primo semestre del 2024. Anche i volumi sono aumentati, raggiungendo 179,9 milioni di litri (+1,1%). Questo trend positivo è particolarmente significativo, considerando le tensioni politiche e commerciali che hanno caratterizzato le relazioni tra Italia e Stati Uniti negli ultimi anni.
D’altro canto, la Germania, storicamente uno dei mercati più importanti per il vino italiano, ha registrato una diminuzione del valore delle importazioni, scendendo a 573,2 milioni di euro (-1,8%), con un calo anche nei volumi a 234,5 milioni di litri (-7,4%). La situazione è simile nel Regno Unito, dove il valore delle importazioni è sceso a 370,1 milioni di euro (-4,5%) e i volumi a 118 milioni di litri (-2,1%). Le ragioni di queste flessioni sono molteplici e includono l’incertezza economica post-Brexit e l’alta inflazione che ha colpito il paese.
Crescita nei mercati emergenti
Un notevole sviluppo è rappresentato dalla crescita del mercato canadese, probabilmente dovuta alle tensioni tra Canada e Stati Uniti, che ha spinto i consumatori a cercare alternative. Le esportazioni di vino italiano verso il Canada hanno raggiunto 197,7 milioni di euro, segnando un incremento del 12,8% e 34,9 milioni di litri (+6,6%). Il Canada ha superato la Svizzera, che ha mantenuto un trend stabile con un valore di 194,9 milioni di euro (+0,4%).
In un contesto così difficile, la Cina continua a deludere, con un valore dell’export fermo a 33,6 milioni di euro e un impressionante calo del 21,7%. È interessante notare che l’Australia ha superato l’Italia in questo mercato, con un valore delle esportazioni di 34,5 milioni di euro (+0,5%). Anche la Corea del Sud sta mostrando segnali di crescita, avvicinandosi a 26,3 milioni di euro (+0,9%).
In questo panorama complesso, il vino italiano continua a dimostrare la sua resilienza, adattandosi ai cambiamenti del mercato globale e cercando di affrontare le sfide con determinazione e innovazione.