Il vino italiano: la sfida di conquistare i mercati e le nuove generazioni secondo Bonaldi

Il vino italiano: la sfida di conquistare i mercati e le nuove generazioni secondo Bonaldi

Il vino italiano: la sfida di conquistare i mercati e le nuove generazioni secondo Bonaldi

Redazione Vinamundi

4 Novembre 2025

Roma, 4 novembre 2025 – Il futuro del vino italiano passa da regole chiare, apertura verso l’estero e strategie capaci di coinvolgere i giovani. È il messaggio di Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente di Federdoc, nel nuovo Libro Bianco del Vino pubblicato su “I Grandi Vini”. In un momento in cui incertezze geopolitiche e cambiamenti nei consumi mettono il settore sotto pressione, servono risposte rapide e una visione condivisa. “Ci vogliono norme efficaci e una presenza più decisa sui mercati esteri”, ha detto Bonaldi, sottolineando l’importanza di parlare con le nuove generazioni.

Regole chiare per difendere l’identità

Per Bonaldi la priorità è dotare il settore di regole certe e strumenti semplici, capaci di sostenere i produttori italiani in un mondo sempre più competitivo. “La frammentazione produttiva è un valore, ma può diventare un freno se non si lavora insieme”, ha spiegato. I Consorzi di tutela devono farsi sentire come una voce sola, proteggendo l’identità dei territori e garantendo la qualità delle denominazioni. Solo così si può resistere sia alla concorrenza internazionale sia a normative che rischiano di trattare il vino come una qualsiasi bevanda alcolica, dimenticandone il valore culturale e sociale.

Mercati esteri, nuove sfide e opportunità

La presenza del vino italiano sui mercati internazionali resta fondamentale. Gli Stati Uniti sono ancora il principale sbocco commerciale, seguiti da Canada, Germania e Regno Unito. “L’Asia è la sfida più grande”, ha confidato Bonaldi, indicando Cina, Giappone e Corea del Sud come mercati dove puntare su formazione ed educazione al consumo. L’attenzione si sposta anche verso il Mercosur: Brasile e Argentina, con una classe media in crescita e una tradizione vitivinicola solida, potrebbero diventare mercati chiave. Ma restano ostacoli, come le barriere commerciali, che secondo Federdoc andrebbero eliminate con politiche di accesso più snelle.

Sul fronte dei canali di vendita, l’e-commerce e la vendita diretta restano strumenti fondamentali per raggiungere i giovani consumatori. Accanto a questi, la ristorazione di qualità e il retail specializzato sono ancora punti di riferimento. “L’enoturismo può trasformare i visitatori in ambasciatori del nostro vino”, ha sottolineato Bonaldi, ricordando che vivere l’esperienza direttamente nei territori dà un valore in più alla promozione all’estero.

Norme europee, una protezione da non perdere

Un tema caldo riguarda il nuovo Regolamento UE sulle Indicazioni Geografiche. Per Federdoc è importante che la legge europea si traduca in strumenti pratici per i Consorzi di tutela. “Servono procedure snelle e tempi certi”, ha detto Bonaldi, “per rispondere in fretta alle sfide dei mercati globali”. Una maggiore protezione delle IG non solo salvaguarda il patrimonio storico e culturale italiano, ma dà anche ai consumatori garanzie di autenticità e tracciabilità. “Chiediamo che la riforma venga applicata pienamente in Italia”, ha ribadito, “per dare forza ai Consorzi e nuove opportunità di crescita al settore”.

Giovani e nuove tendenze di consumo

Le ultime tendenze mostrano un calo nei consumi: tra il 2022 e il 2023 la flessione è del -2,6%, negli Stati Uniti nel primo trimestre 2024 si arriva al -4%, mentre in Italia la diminuzione negli ultimi vent’anni è del 24%. Nel frattempo cresce l’interesse per prodotti più leggeri, sostenibili o senza alcol: il mercato dei vini analcolici cresce del 7% all’anno fino al 2028, con un valore che supera i 4 miliardi.

“Millennial e Gen Z vogliono autenticità e sostenibilità”, ha osservato Bonaldi. Per questo, secondo Federdoc, bisogna ripensare la promozione del vino italiano: meno immagini da élite, più attenzione ai valori cari alle nuove generazioni. “Bisogna ascoltare la società”, ha concluso, “e sfruttare i nuovi trend senza perdere le nostre radici”.

Il settore vitivinicolo italiano è quindi a un bivio: innovare senza dimenticare le origini, puntare su mercati emergenti e canali digitali, e allo stesso tempo rafforzare la protezione delle denominazioni. Una sfida complessa, ammettono gli operatori, che richiede una visione condivisa e strumenti adatti per continuare a giocare un ruolo da protagonista nel mondo.

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