Vino in crisi: prospettive contrastanti per il futuro del settore

Vino in crisi: prospettive contrastanti per il futuro del settore

Vino in crisi: prospettive contrastanti per il futuro del settore

Redazione Vinamundi

13 Settembre 2025

Il mercato del vino italiano si trova attualmente in una fase di grande incertezza, con opinioni contrastanti che emergono da diverse parti della filiera. Mentre alcuni esperti parlano di crisi e di un export in calo, altri sostengono che la situazione non sia così grave. I dati disponibili, tuttavia, mostrano chiaramente che ci sono sfide significative da affrontare.

Attualmente, gli stock di vino in cantina si aggirano intorno ai 37 milioni di ettolitri, stabili rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la produzione ha subito un notevole calo di 18 milioni di ettolitri negli ultimi due anni. Questa diminuzione ha portato a proposte drastiche, come l’espianto di vigne in alcune aree, per ridurre la produzione. Alcuni esperti avvertono che tali misure debbano essere considerate solo come ultima risorsa, suggerendo invece una gestione più attenta delle autorizzazioni per nuovi impianti, limitando l’aumento della produzione a un massimo dell’1% all’anno, come previsto dalla normativa europea.

Le proposte per affrontare la crisi

Le posizioni all’interno della filiera vitivinicola italiana si differenziano notevolmente, con alcuni che propongono di ridurre le rese per ettaro per limitare la produzione. Tra le idee più discusse ci sono:

  1. Limitare le eccedenze di vino DOP affinché non possano essere rivendicate come IGP.
  2. Rivedere i ricarichi sul vino nei ristoranti per incentivare le vendite.

Tuttavia, queste proposte incontrano resistenze, in particolare da parte dei ristoratori, che evidenziano l’aumento dei propri costi e la riduzione dei margini di guadagno.

Il contesto internazionale e le sfide future

Durante la presentazione delle stime sulla vendemmia 2025 a Roma, il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha sottolineato la complessità della situazione, con un mercato saturo e dazi penalizzanti negli Stati Uniti. Sebbene il valore dell’export rimanga stabile nonostante un calo del 4% nei volumi, la questione dei consumi resta critica, soprattutto alla luce delle nuove linee guida statunitensi che promuovono un consumo moderato di alcol.

Matteo Zoppas, presidente dell’ICE, ha evidenziato l’importanza del mercato americano per l’export italiano, ma ha avvertito che la crescita attuale potrebbe non essere sostenibile nel lungo termine. La necessità di rafforzare la presenza nei mercati internazionali è quindi cruciale.

L’importanza della sostenibilità

Il dibattito sugli estirpi di vigne ha visto la partecipazione di figure di spicco come Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini (UIV), che ha messo in guardia sulla necessità di proteggere il patrimonio vitivinicolo. Frescobaldi ha affermato che “la vigna porta ricchezza e lavoro”, sottolineando l’importanza di misure che garantiscano la sostenibilità economica delle aziende.

Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, ha richiamato l’attenzione su un approccio pragmatico per affrontare la sovrapproduzione. Ha affermato che è essenziale ridurre le produzioni, ma che ciò non basta; è necessaria una visione strategica che consideri le dinamiche reali del mercato.

In sintesi, il futuro del vino italiano dipende da un dialogo aperto tra tutte le parti coinvolte nella filiera. La qualità del prodotto rimane un elemento cruciale, e la capacità di adattarsi alle mutevoli dinamiche del mercato sarà determinante per affrontare le sfide future. La strada è in salita, ma la speranza è che il vino, simbolo della cultura italiana, possa continuare a prosperare anche in tempi difficili.

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