Vendemmia 2025: un trionfo di qualità e volumi in crescita nel sud Italia

Vendemmia 2025: un trionfo di qualità e volumi in crescita nel sud Italia

Vendemmia 2025: un trionfo di qualità e volumi in crescita nel sud Italia

Redazione Vinamundi

15 Settembre 2025

La vendemmia del 2025 si preannuncia come un evento di grande importanza per il settore vitivinicolo italiano, con una ripresa significativa sia in termini di volume che di qualità. Secondo l’indagine vendemmiale condotta da Assoenologi, Unione Italiana Vini e l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea), la produzione è attesa a 47,4 milioni di ettolitri, segnando un incremento dell’8% rispetto alla scorsa annata. Questo dato riporta i volumi in linea con le medie degli ultimi anni, dopo due vendemmie caratterizzate da produzioni particolarmente scarse.

Tuttavia, la filiera vitivinicola dovrà affrontare una sfida significativa: circa 37 milioni di ettolitri di vino rimangono ancora fermi nelle cantine, creando un surplus che potrebbe influenzare il mercato. Nonostante questi dati preoccupanti, la vendemmia 2025 conferma il primato dell’Italia nel panorama vinicolo mondiale, seguita da Francia e Spagna, che si attestano rispettivamente a 37,4 e 36,8 milioni di ettolitri.

Qualità delle uve e condizioni climatiche

La salute delle uve è un aspetto fondamentale che promette un’annata di alta qualità in quasi tutte le regioni, con punte di eccellenza. Le condizioni sanitarie delle uve sono risultate buone, grazie a pratiche agronomiche accurate e scientifiche, cruciali in un contesto climatico sempre più instabile. La campagna vendemmiale è stata preceduta da una fase di incertezza legata alla variabilità climatica estiva, ma le riserve idriche accumulate durante l’inverno e una primavera mite hanno contribuito a un’anticipazione della vendemmia in molte aree, specialmente nel Mezzogiorno.

La maturità fenolica delle uve, unita alle escursioni termiche di fine agosto, promette vini freschi e longevi al nord, profili ben definiti e bilanciati al centro e rossi di struttura e carattere al sud. Questo scenario di qualità si traduce in un’aspettativa generale di vini di alta fattura, con numerosi vitigni che si preparano a offrire il meglio di sé.

Incremento produttivo e protagonismo del sud Italia

L’incremento produttivo atteso per la vendemmia 2025 non è distribuito in modo uniforme lungo la penisola. Il sud Italia è il vero protagonista di questa crescita, segnando un aumento del 19% rispetto all’anno precedente, con la Puglia che si distingue con un +17%. Le condizioni climatiche favorevoli, tra cui le buone riserve idriche accumulate in primavera, hanno consentito ai vigneti delle regioni meridionali di affrontare meglio le ondate di caldo di giugno e agosto.

Al contrario, il settentrione mostra un incremento più contenuto. La Lombardia, ad esempio, registra un +15% rispetto all’anno scorso, ma rimane comunque a -8% rispetto alla media del periodo 2020-2024. Anche il Nordest mostra un incremento del 3%, con il Friuli-Venezia Giulia in testa con un +10%, seguito da Trentino-Alto Adige (+9%) e Veneto (+2%). L’Emilia-Romagna si mantiene stabile, con un aumento nella Romagna e cali in Emilia, mentre il centro Italia segna un -3%, con le performance di Umbria, Marche e Lazio che non riescono a compensare la perdita della Toscana (-13%).

Mercato vitivinicolo e sfide future

Nonostante i risultati promettenti in termini di qualità e quantità, il mercato vitivinicolo presenta un quadro complesso, influenzato da nuovi modelli di consumo e dalle dinamiche globali. L’analisi dei prezzi nel settore vinicolo per la campagna 2024/2025 evidenzia un lieve incremento, con un +1% complessivo. Tuttavia, le dinamiche variano tra i segmenti, con i vini da tavola che crescono del 4%, mentre i rossi registrano una flessione.

Inoltre, la domanda interna mostra una crescita nei consumi di bollicine, in contrapposizione a un rallentamento dei vini fermi. Sul fronte dell’export, i primi mesi del 2025 confermano valori stabili, con una leggera riduzione dei volumi di spedizione dei vini comuni, mentre le Dop mostrano un incremento. L’analisi di mercato suggerisce che, nonostante un calo del 4% nei volumi di export, il valore si mantiene stabile, indicando una resilienza del vino italiano anche in un contesto di sfide globali.

In questo scenario, il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, sottolinea l’importanza della qualità delle uve, considerata un elemento decisivo nei mercati. Il direttore generale di Ismea, Sergio Marchi, riconosce il ruolo fondamentale delle politiche governative nel sostenere il settore vitivinicolo, con ingenti investimenti in promozione e contratti di filiera.

La vendemmia 2025 si profila quindi come un momento cruciale per il settore, con ottime prospettive di qualità, ma con la necessità di affrontare le sfide di un mercato in evoluzione e di ottimizzare le risorse disponibili. In un contesto dove la qualità è sempre stata una questione di competitività, il futuro del vino italiano è in continua trasformazione.

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