Si profila una vendemmia 2025 in ripresa, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, con un incremento previsto dei volumi pari all’8% rispetto alla scorsa campagna. La produzione totale dovrebbe raggiungere i 47,4 milioni di ettolitri, un valore che riporta i volumi in linea con la media degli ultimi anni, dopo due annate particolarmente scarse. Tuttavia, il settore vitivinicolo dovrà affrontare una sfida significativa: ben 37 milioni di ettolitri di vino sono ancora fermi nelle cantine, in attesa di essere piazzati sul mercato. Questo scenario mette in evidenza la necessità di strategie efficaci per la commercializzazione del prodotto.
L’analisi dell’andamento vendemmiale 2025 è stata condotta attraverso un processo di armonizzazione delle metodologie da parte di Assoenologi, Unione Italiana Vini e Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea), con il supporto del Ministero dell’Agricoltura e delle regioni italiane. I risultati preliminari indicano che la qualità delle uve è molto alta, dando buone speranze per un’annata di vini eccezionali. Ciò è particolarmente rilevante in un contesto globale caratterizzato da sfide climatiche e mercati in evoluzione.
L’importanza del clima nella vendemmia 2025
Il clima ha avuto un ruolo cruciale nella qualità delle uve. Grazie a una gestione agronomica attenta, le viti si sono presentate in ottime condizioni di salute, nonostante le incognite dovute alla variabilità climatica estiva. Le buone riserve idriche accumulate durante l’inverno, unite a una primavera mite e a un’estate caratterizzata da temperature altalenanti, hanno consentito una maturazione uniforme delle uve. Questo ha portato a una vendemmia anticipata in molte regioni, con una lunga distribuzione temporale, in particolare nel Mezzogiorno.
Incremento produttivo nelle diverse regioni italiane
Le diverse regioni italiane mostrano un incremento produttivo molto variegato. In particolare, il Sud Italia si distingue con un balzo della produzione che supera il 19%, trainato dalla Puglia (+17%). Le regioni meridionali, grazie alla disponibilità idrica accumulata, hanno saputo affrontare efficacemente le ondate di caldo estive. Al contrario, il Nord Italia mostra incrementi più contenuti. Ecco i dati principali:
- Lombardia: +15%
- Friuli-Venezia Giulia: +10%
- Nordest: +3%
È interessante notare anche l’andamento della produzione nelle regioni centrali, dove si evidenzia una flessione complessiva del 3%. Sebbene l’Umbria (+10%), le Marche (+18%) e il Lazio (+5%) abbiano registrato risultati positivi, questi non riescono a compensare il calo della Toscana, che segna un -13%, dopo un 2024 molto abbondante.
Mercato e tendenze di consumo
Tuttavia, nonostante le buone notizie sul fronte della produzione, il mercato si presenta complesso e in continua evoluzione. Le nuove tendenze di consumo, unite a un contesto economico non sempre favorevole, pongono sfide significative al settore. L’analisi dei prezzi nel settore vinicolo ha mostrato un incremento complessivo dell’1%, con differenze significative tra i vari segmenti:
- Vini da tavola: +4%
- Rossi: flessione
- Doc e Docg: -2%
- Igt: +1%
Sebbene il mercato interno stia mostrando una certa vivacità, con una crescita degli acquisti di bollicine, la domanda estera ha subito una lieve contrazione nei volumi, con un -4% nei primi cinque mesi del 2025. Tuttavia, le Denominazioni di Origine Protetta (Dop) continuano a registrare un incremento, evidenziando l’importanza della qualità nel panorama commerciale.
Le istituzioni del settore, come Assoenologi e ISMEA, hanno sottolineato l’importanza della qualità delle uve, che si preannuncia molto buona, e hanno evidenziato il ruolo fondamentale degli enologi nel garantire la qualità e la gestione dei vigneti. In un contesto di cambiamenti climatici e di mercato, la loro esperienza e competenza saranno decisive per affrontare le sfide future.
Infine, le politiche governative, tramite il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, hanno avuto un impatto positivo sul settore, attraverso investimenti in promozione e supporti ai contratti di filiera. Tuttavia, è evidente che sarà fondamentale rivedere gli schemi produttivi e le politiche commerciali per garantire una sostenibilità a lungo termine del comparto vitivinicolo italiano.