SipSource rivela il calo delle vendite di vino e spirits negli USA: cosa significa per il settore?

SipSource rivela il calo delle vendite di vino e spirits negli USA: cosa significa per il settore?

SipSource rivela il calo delle vendite di vino e spirits negli USA: cosa significa per il settore?

Redazione Vinamundi

25 Agosto 2025

Nella prima metà del 2025, il settore delle bevande alcoliche negli Stati Uniti continua a mostrare segnali di stagnazione e declino. Secondo il report di SipSource, elaborato da Wine & Spirits Wholesalers of America (WSWA), il vino ha registrato il 52° mese consecutivo di calo a volume, un trend che si riflette anche in una diminuzione dei ricavi. Questo andamento negativo colpisce in particolare il canale on-premise, ovvero ristoranti e bar, dove il settore si trova a fronteggiare sfide crescenti.

Analizzando i dati, emerge che rispetto ai primi sei mesi del 2024, la domanda ha subito una flessione significativa. Il vino ha visto un calo del 8,7% a volume e dell’8,5% in termini di ricavi. Gli spirits, pur mantenendo una certa stabilità, hanno registrato un decremento del 6,0% a volume e del 5,0% in ricavi. Nel frattempo, la birra si attesta su una variazione più contenuta, con un calo compreso tra il 3% e il 4%.

Tendenze di Vendita e Difficoltà del Settore

Esaminando i dati su base mobile a 12 mesi, si osservano tendenze simili: per il vino, il calo si attesta al -7,2% a volume e -6,6% in ricavi, mentre per gli spirits la diminuzione è del -4,1% a volume e -3,8% in ricavi. Questi numeri evidenziano le difficoltà che il settore sta affrontando, in un contesto economico caratterizzato da inflazione, incertezze politiche e una crescente pressione sui consumatori.

Dale Stratton, analista di SipSource, ha messo in evidenza come la fiducia dei consumatori sia attualmente fragile. Le preoccupazioni riguardo ai dazi e all’instabilità della catena di approvvigionamento stanno impattando negativamente sui modelli di acquisto. Gli operatori del settore, dai produttori agli importatori, dai distributori ai rivenditori, sono costretti a rivedere le loro strategie di inventario, prezzi e promozioni per adattarsi a questo nuovo panorama.

Impatti sul Mercato del Vino e degli Spirits

Nel caso specifico del vino, il calo della premiumizzazione e della distribuzione è particolarmente preoccupante. Nei canali on-premise, dove tradizionalmente il vino ha trovato una sua collocazione privilegiata, gli operatori stanno riducendo le liste dei vini, privilegiando la liquidità rispetto a un ampio assortimento. La ristorazione, che rappresenta il 56% dei ricavi del vino e il 58% dei punti di distribuzione, ha subito un calo rispettivamente del -7,2% e -7,0%. Tuttavia, non mancano le eccezioni: il Prosecco e lo Champagne mostrano una crescita moderata a metà anno, segnalando che ci sono ancora nicchie di mercato in espansione.

Un altro aspetto che merita attenzione è il mercato delle vendite dirette al consumatore (DTC), che presenta anch’esso segni di flessione, eccetto per la fascia ultra-premium, che ha visto un incremento significativo nelle vendite. Questo indica che, sebbene il mercato generale sia in contrazione, esiste una domanda sostenuta per prodotti di alta qualità.

Prospettive Future e Resilienza del Settore

Dall’altro lato, il settore degli spirits sembra mostrare segni di resilienza. Dopo un periodo in cui i volumi di vendita calavano più lentamente rispetto ai ricavi, alcune categorie di spirits, in particolare quelle a base di tequila e agave, stanno vedendo un rinnovato interesse, con un incremento dell’1,1% in volume e dello 0,7% in ricavi negli ultimi 12 mesi. Inoltre, i Ready To Drink (RTD) stanno vivendo un vero e proprio boom, sebbene con un rallentamento rispetto ai periodi precedenti. Nel primo semestre del 2025, i RTD segnano un aumento del 1,7% in ricavi, con le varianti a base di spirits che balzano addirittura al +19,6%. Tuttavia, questa crescita è accompagnata da un calo complessivo dei volumi del -3,2%, evidenziando un fenomeno di cannibalizzazione ai danni di vino, birra e spirits tradizionali.

Le cause di questo andamento negativo sono molteplici. La persistente inflazione, anche se rallentata rispetto ai picchi del 2022, continua a pesare sulle spese dei consumatori. Inoltre, le preoccupazioni riguardanti i dazi hanno portato a un’accumulazione di scorte e a un surplus di importazioni, creando problemi di overstocking che sono particolarmente evidenti in Canada, dove le importazioni di spirits e vino hanno subito cali drastici.

Le difficoltà economiche dei consumatori spingono a una maggiore cautela nei loro acquisti, mentre la concorrenza sul mercato è in continua crescita. Anche il segmento dei prodotti no e low alcohol sta guadagnando terreno, influenzando ulteriormente le dinamiche delle vendite nel settore.

Nonostante queste sfide, il report SipSource suggerisce che ci siano segnali di ottimismo per il futuro. Le aziende del settore stanno iniziando ad adattarsi alle nuove esigenze dei consumatori, puntando su efficienza, premiumizzazione e innovazione. Anche se la seconda metà del 2025 è prevista in territorio negativo, ci sono speranze di una stabilizzazione per il 2026, in particolare per gli spirits, sempre che le incognite legate a inflazione, dazi e politiche monetarie non rallentino ulteriormente la ripresa del settore.

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