Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini (Uiv) su base Sipsource, il mese di agosto si è rivelato uno dei peggiori degli ultimi due anni, con un calo complessivo delle vendite di vino pari al 13%.
I consumi di vino negli Stati Uniti continuano a registrare una flessione significativa, confermando una tendenza negativa che prosegue da diversi mesi. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini (Uiv) su base Sipsource, il mese di agosto si è rivelato uno dei peggiori degli ultimi due anni, con un calo complessivo delle vendite di vino pari al 13%. Questo trend negativo ha portato, per il periodo da gennaio ad agosto, a una riduzione del consumo complessivo del 8% in termini di volume.
Il vino italiano, nonostante l’andamento generale non favorevole, riesce a distinguersi in modo parziale grazie agli spumanti, che contribuiscono a limitare le perdite rispetto ad altri Paesi esportatori. Nei primi otto mesi del 2023, le esportazioni italiane di vino hanno registrato un calo del 5,7% a volume e del 4,4% a valore, risultati comunque migliori rispetto alla media generale del mercato statunitense, che ha visto un decremento dell’8,3% in volume e del 7,4% in valore. Sebbene il 2023 stia segnando una flessione nei consumi di vino negli Stati Uniti, gli spumanti italiani offrono un barlume di speranza. Il settore dovrà però continuare a innovare e adattarsi ai cambiamenti del mercato.
La situazione degli spumanti e il confronto con i vini fermi
Il comparto degli spumanti italiani, nonostante abbia subito una leggera flessione ad agosto (-1,5%), si è mantenuto in territorio positivo nei primi otto mesi dell’anno, con una crescita dell’1,5%. Questa performance è stata determinante per ridurre l’impatto complessivo del calo delle vendite di vino italiano negli Stati Uniti. Gli spumanti, infatti, si confermano una delle categorie più apprezzate dai consumatori americani, grazie alla loro versatilità e alla crescente popolarità in occasioni festive e non solo.
In netto contrasto, la situazione dei vini fermi è decisamente meno favorevole. Ad agosto, i vini bianchi hanno subito una contrazione del 13%, mentre i vini rossi hanno registrato un calo dell’8%, una riduzione identica a quella dei rosati. Questi dati evidenziano una difficoltà strutturale per i vini fermi, che faticano a competere con altre bevande alcoliche nel mercato statunitense, come la birra artigianale e i cocktail pronti da bere (ready-to-drink).
Le cause del calo e le prospettive future
Il calo dei consumi di vino negli Stati Uniti può essere attribuito a diversi fattori. In primo luogo, l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi di produzione ha inevitabilmente influenzato il prezzo finale delle bottiglie, rendendo il vino meno accessibile per molti consumatori. A questo si aggiunge un cambiamento nelle abitudini di consumo degli americani, che si orientano sempre più verso bevande alternative. La crescita di popolarità di prodotti come i cocktail pronti, le bevande analcoliche e la birra artigianale ha creato una concorrenza sempre più serrata per il settore vinicolo.
Inoltre, il consumo di alcolici negli Stati Uniti ha subito un generale rallentamento, dovuto in parte anche alla crescente attenzione verso stili di vita più salutari. Questo ha portato molti consumatori a ridurre o eliminare l’alcol dalla loro dieta, penalizzando il settore vinicolo, che tradizionalmente ha visto il vino come una bevanda associata a uno stile di vita sofisticato e moderato.
Il ruolo dell’Italia e le strategie per il futuro
Nonostante il contesto difficile, l’Italia riesce a mantenere una posizione relativamente solida sul mercato statunitense grazie alla qualità e alla varietà della sua offerta, in particolare per quanto riguarda gli spumanti. La capacità degli spumanti italiani di resistere meglio rispetto ai vini fermi è un segnale positivo, che potrebbe indicare un punto di partenza per una strategia di rilancio delle esportazioni italiane.
Le aziende vinicole italiane stanno cercando di adattarsi alle nuove tendenze del mercato, puntando su prodotti più leggeri e meno alcolici, che rispondano alle esigenze di un pubblico più attento alla salute. Parallelamente, si lavora anche sull’innovazione nel packaging e sulla promozione di formati più accessibili e adatti al consumo quotidiano, come le bottiglie di piccolo formato.
Un altro aspetto cruciale per il futuro del vino italiano negli Stati Uniti sarà la capacità di promuovere il vino non solo come bevanda per le occasioni speciali, ma anche come parte integrante della cultura alimentare quotidiana. Questo richiederà una maggiore presenza nelle campagne di marketing e una forte sinergia con il settore della ristorazione, per valorizzare il vino come abbinamento perfetto alla cucina italiana, già ampiamente apprezzata oltreoceano.