L’autunno rappresenta un momento cruciale per gli agricoltori italiani, in particolare per chi si dedica alla coltivazione del Radicchio Variegato di Castelfranco IGP. Con l’imminente immissione sul mercato, prevista per il primo ottobre, il bilancio della stagione 2023 si presenta complesso e sfidante. Paolo Manzan, presidente del Consorzio di Tutela del Radicchio Variegato di Castelfranco, ha delineato un quadro della situazione attuale, mettendo in evidenza le difficoltà causate da un’estate eccessivamente calda, che ha portato a una significativa diminuzione della produzione.
Le stime indicano una perdita di almeno il 20% del prodotto seminato, dovuta alle temperature elevate che hanno colpito l’area durante le fasi critiche di semina e trapianto, tra la fine di luglio e il 20 agosto. Questi periodi, coincisi con un’ondata di calore senza precedenti, hanno rappresentato una vera e propria sfida per gli agricoltori. Molti semi non sono germogliati, e le piantine emerse hanno subito danni significativi a causa delle condizioni climatiche estreme. Manzan spiega che, nonostante gli sforzi per irrigare le colture, i risultati sono stati limitati: “Il tempo di rotazione dell’irrigazione è di circa 7-8 giorni per campo, e con temperature che hanno superato i 40 gradi, questo si è rivelato spesso fatale”.
Le sfide della maturazione
Durante la fase di maturazione, le alte temperature hanno portato alla fioritura prematura di molte piante, un fenomeno noto tra gli agricoltori come “andare in canna”. Questo ha comportato un ulteriore abbattimento della qualità, poiché le piante hanno assunto un fusto allungato e un sapore amaro, ben lontano dalla dolcezza caratteristica del Variegato di Castelfranco.
Tuttavia, l’arrivo delle recenti piogge ha portato un po’ di ottimismo tra gli agricoltori. Manzan sottolinea: “Quel che è rimasto, grazie a queste piogge, sarà sicuramente un bel Radicchio Variegato di Castelfranco IGP”. Il presidente del consorzio spera che la qualità del prodotto possa garantire un prezzo adeguato per ricompensare gli sforzi degli agricoltori e le spese crescenti legate all’irrigazione, che ha visto un incremento dell’incidenza del gasolio sui bilanci aziendali. “La nostra professione è una passione per la terra”, aggiunge, “e ora il raccolto è il momento che ripaga comunque di tanta fatica”.
Segnali di ripresa
Nonostante le difficoltà, ci sono segnali positivi per il futuro. Manzan ha notato un crescente interesse da parte della grande distribuzione organizzata (GDO), anche a livello internazionale. Questi segnali, sebbene ancora informali, includono:
- Notizie di contratti di fornitura a lungo termine.
- Un’importante opportunità per i produttori locali.
“Il nostro agroalimentare è l’unico settore in crescita in questa difficile congiuntura”, afferma con convinzione Manzan, sottolineando l’importanza della salvaguardia delle produzioni locali e di nicchia, che non possono essere delocalizzate.
Crescita della produzione certificata
I dati forniti dall’osservatorio del consorzio confermano una crescita media del 30% nella produzione di radicchi certificati. Questo trend, sebbene influenzato dalle sfide climatiche, dimostra l’interesse crescente per prodotti di qualità e certificati, che rispondono a una domanda sempre più elevata da parte dei consumatori.
In questo contesto, Manzan sottolinea la necessità di applicare le capacità imprenditoriali già consolidate in altri settori anche al comparto primario. Il Consorzio di Tutela del Radicchio Variegato di Castelfranco è in un momento cruciale, dove “fare sistema” diventa la parola d’ordine. Il passaggio a forme associate di organizzazione ha visto un incremento significativo: nel 2000 solo il 20% dei produttori di radicchio in Veneto utilizzava forme di cooperazione, mentre oggi la percentuale si attesta attorno al 95%.
Questo approccio consente ai piccoli agricoltori di non affrontare il mercato da soli, ma di unirsi per raggiungere non solo il territorio nazionale ma anche mercati esteri. Il Radicchio Rosso di Treviso Precoce IGP, ad esempio, è già in fase di commercializzazione dal primo settembre, dimostrando l’interesse per i prodotti locali in altre regioni italiane.
Infine, è importante notare come le sanzioni imposte negli anni passati abbiano avuto un effetto positivo sulla grande distribuzione, che ora richiede prodotti certificati. Questo cambiamento nel mercato rappresenta una grande opportunità per i produttori di radicchio, che possono così beneficiare di una domanda in crescita per prodotti di alta qualità e a denominazione di origine.