Negli ultimi anni, il panorama delle bevande in Italia ha subito un cambiamento significativo, riflettendo una tendenza globale verso scelte più salutari e consapevoli. Secondo il “Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, presentato a Milano, i dati rivelano una flessione costante nei consumi di vino e alcolici, mentre le bevande a basso e nullo contenuto alcolico stanno vivendo un vero e proprio boom.
Le cifre parlano chiaro: tra il 2022 e il 2025, le vendite a volume di vino, birra e alcolici sono diminuite del 2,7%, mentre le alternative analcoliche hanno registrato un incremento complessivo del 14,8%. Se il vino tradizionale ha visto una contrazione del 3%, il vino analcolico ha invece guadagnato un incredibile 31,3%. Anche gli spirits, che hanno subito una variazione negativa del 4,3%, hanno visto i loro equivalenti analcolici crescere del 31,1%. La birra ha seguito una traiettoria simile, con una diminuzione dell’2,1% per quella alcolica e un aumento del 9,5% per quella analcolica.
La nuova attitudine degli italiani verso le bevande analcoliche
Questi cambiamenti non sono solo influenzati da una semplice preferenza personale, ma sono parte di un più ampio cambiamento culturale verso stili di vita più sani. In particolare, il rapporto di Coop mette in evidenza come questa nuova attitudine sia particolarmente presente tra i giovani: ben 15,4 milioni di italiani optano per bevande analcoliche anche quando hanno la possibilità di scegliere alcolici.
Il dato è ancora più interessante se si considera l’apertura verso i prodotti low-alcol. Circa il 43% degli italiani ha mostrato interesse per i vini a basso contenuto alcolico, con percentuali che salgono al 47% tra i Millennials. Anche se l’interesse per gli alcolici a basso contenuto è più contenuto, con solo il 15% della popolazione interessata, le versioni completamente analcoliche cominciano a guadagnare terreno. Infatti, il 24% degli italiani è aperto a provare vini senza alcol, con punte del 31% tra la Gen Z, mentre solo l’8% considera gli spirits analcolici.
Crescita del mercato delle bevande no-low alcol
Questa nuova tendenza verso le bevande no-low alcol ha trovato terreno fertile in Italia, dove il mercato rappresenta attualmente lo 0,7% delle vendite a volume. Anche se questo dato può sembrare modesto, è significativo se confrontato con altri paesi europei, come la Francia, dove la percentuale raggiunge il 2,4%, il Regno Unito con l’1,9% e la Germania con un sorprendente 7,5%. Le proiezioni per il futuro sono promettenti; le vendite a volume delle bevande no-low alcoliche in Italia sono previste crescere del 20,3% entro il 2029, un segnale chiaro che il mercato sta cambiando e che i produttori di vino e alcolici tradizionali devono adattarsi a questa nuova realtà.
Innovazione e cambiamento nelle scelte di consumo
Il fenomeno delle bevande analcoliche non è solo un riflesso delle preferenze personali, ma è anche influenzato da fattori sociali e culturali. Il crescente interesse per la salute e il benessere ha portato a una rivalutazione delle pratiche di consumo, spingendo molti a cercare alternative più leggere e meno impattanti. Inoltre, il settore della ristorazione sta rispondendo a queste nuove esigenze, ampliando le proprie offerte con opzioni analcoliche di alta qualità, che mirano a soddisfare i palati più esigenti.
Un altro aspetto da considerare è l’innovazione nel settore delle bevande. I produttori stanno investendo in ricerca e sviluppo per creare prodotti che non solo siano analcolici, ma che offrano anche esperienze gustative simili a quelle delle loro controparti alcoliche. Questo è particolarmente evidente nel settore del vino, dove i produttori stanno lavorando per migliorare il profilo gustativo dei vini analcolici, cercando di avvicinarsi il più possibile al gusto e all’aroma delle versioni tradizionali.
Inoltre, gli eventi sociali e le occasioni di consumo stanno cambiando. Sempre più spesso, le bevande analcoliche vengono scelte per eventi e celebrazioni, riflettendo un desiderio di inclusività e di benessere. Questo cambiamento di paradigma implica che le bevande no-low alcol non siano più viste come alternative di secondo piano, ma come scelte legittime e desiderabili in vari contesti.
L’attenzione verso le bevande no-low alcol non è solo un fenomeno temporaneo, ma rappresenta un cambiamento profondo nei gusti e nelle scelte degli italiani. Con un mercato in espansione e una crescente domanda di opzioni più salutari, è chiaro che le bevande analcoliche stanno conquistando un posto di rilievo nella cultura del bere in Italia. I produttori e gli operatori del settore sono chiamati a rispondere a questa sfida, adattando le loro strategie per rispondere a un pubblico sempre più attento e consapevole delle proprie scelte.