Il segreto per un sonno sano: perché la regolarità conta più delle ore

Il segreto per un sonno sano: perché la regolarità conta più delle ore

Il segreto per un sonno sano: perché la regolarità conta più delle ore

Redazione Vinamundi

12 Novembre 2025

Milano, 12 novembre 2025 – Dormire bene non vuol dire per forza dormire tanto. A dirlo sono le ultime ricerche, che mettono al primo posto la regolarità del ritmo sonno-veglia più delle ore passate a letto. A spiegarlo è Giorgio Gilestro, neurobiologo del sonno e docente all’Imperial College di Londra, che invita a lasciarsi alle spalle la “tirannia delle otto ore” e a puntare su abitudini più costanti e meno stressanti.

Regolarità del sonno: il vero segreto per stare meglio

Per anni ci hanno detto che per stare bene bastano sette, otto, a volte nove ore di sonno. Un numero che è diventato quasi una legge. Ma Gilestro mette in guardia: questa fissazione può trasformarsi in un vero e proprio “sleep terrorism”, una pressione che fa diventare il sonno un peso. “Se non dormi sette ore a notte, ti ammalerai di cancro, diabete, demenza”, ha detto il professore, spiegando che questo modo di vedere le cose è fuorviante e controproducente.

Uno studio su quasi 61 mila persone della UK Biobank ha analizzato più di 10 milioni di ore di dati raccolti con accelerometri, con un monitoraggio medio di 6,3 anni. Il risultato è netto: chi va a dormire e si sveglia sempre agli stessi orari riduce il rischio di morire per qualsiasi causa dal 20 al 48%. E diminuisce anche il rischio di cancro (dal 16 al 39%) e di malattie cardiometaboliche (dal 22 al 57%) rispetto a chi cambia continuamente i propri ritmi, alternando notti corte e notti lunghe senza un ordine preciso.

Lo stress è il vero nemico del sonno

Non è solo questione di orari. Secondo Gilestro, il vero ostacolo a un buon riposo è lo stress cronico. “Non stressatevi per il sonno”, ripete spesso ai suoi pazienti. Più si smette di preoccuparsi per non riuscire a dormire, più il sonno migliora da solo. Nella terapia comportamentale per l’insonnia, lo psicoterapeuta non punta a far dormire di più, ma a far calare l’ansia legata al sonno.

La qualità del riposo, spiega Gilestro, dipende molto dal riuscire a lasciar andare le preoccupazioni. “Chi soffre d’insonnia sta meglio soprattutto quando smette di fissarsi sul numero di ore dormite”, racconta il neurobiologo. Insomma, meno stress significa anche, per chi dorme poco, una giornata più produttiva.

Dati alla mano: cosa cambia per la prevenzione

I dati della UK Biobank mostrano che la regolarità del ritmo sonno-veglia pesa più della durata del sonno. Andare a letto e alzarsi sempre alla stessa ora, anche nel weekend, dà una protezione importante contro tante malattie. Un messaggio che mette in discussione le linee guida tradizionali e spinge a cambiare le abitudini di tutti i giorni.

I ricercatori spiegano che orari sballati possono disturbare gli equilibri ormonali e metabolici del corpo. “Non conta tanto quanto si dorme, ma quanto si è regolari”, si legge nelle conclusioni dello studio. Un messaggio che trovano conferma anche nelle indicazioni delle società scientifiche internazionali più autorevoli.

Come fare: meno ansia, più costanza

Cosa si può fare? Gli esperti danno qualche dritta semplice: tenere sempre gli stessi orari per andare a dormire e alzarsi, evitare di recuperare il sonno perso con lunghi riposi nel weekend, ridurre l’uso di schermi luminosi prima di coricarsi. Ma soprattutto – sottolinea Gilestro – “non fate del sonno un’ossessione”.

Il messaggio della ricerca è chiaro: la salute del sonno non si misura solo in ore, ma nella capacità di costruire una routine stabile e senza ansie. Solo così, il riposo diventa davvero un alleato per la salute.

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