L’industria vinicola statunitense si trova ad affrontare una situazione critica a causa delle politiche commerciali adottate dall’ex presidente Donald Trump. Con l’avvicinarsi del 2025, i dati sulle vendite di vino dei principali esportatori mondiali rivelano un quadro preoccupante. Le conseguenze delle politiche di Trump potrebbero ritorcersi contro di lui, trasformandosi in un vero e proprio boomerang. Questo articolo esplorerà l’impatto dei dazi e le dinamiche attuali del mercato vinicolo globale.
La situazione attuale dell’export di vino
Fino a giugno 2025, solo Francia e Nuova Zelanda hanno mostrato una lieve crescita nell’export di vino rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, entrambi i paesi avevano chiuso il 2024 con un segno negativo:
- Francia: calo del 2,3%
- Nuova Zelanda: contrazione del 6,1%
Questo scenario suggerisce che, nonostante un’inversione di tendenza, la situazione per i produttori di vino rimane instabile e complessa.
Gli effetti dei dazi sull’industria vinicola italiana
L’industria vinicola italiana, che fino a maggio 2025 aveva mantenuto un andamento positivo, ha subito un’inversione di marcia, scivolando sotto la parità con un decremento dello 0,5%. Gli esperti attribuiscono questo declino, in parte, agli effetti dei dazi imposti da Trump. È importante notare che le alterazioni nelle spedizioni pre e post Liberation Day hanno giocato un ruolo significativo, dimostrando la complessità del mercato globale del vino, influenzato da fattori esterni e imprevisti.
Il crollo del mercato cinese e le opportunità per altri paesi
Denis Pantini, responsabile Agrifood e Wine Monitor Nomisma, evidenzia che anche l’Australia, inizialmente avvantaggiata dall’eliminazione dei “superdazi” imposti dalla Cina, ha dovuto affrontare una realtà difficile. Nel primo semestre del 2025, le aziende vinicole statunitensi hanno visto un calo del 27% nel valore dell’export di vino, principalmente a causa delle perdite nei mercati cinese e canadese.
Il mercato cinese ha subito un crollo drastico, con le esportazioni di vino americano diminuite dell’80%. Questo è allarmante, poiché la Cina era un mercato promettente per i vini della Napa Valley. Invece di sostituire i vini americani con quelli di altri paesi, i consumatori cinesi hanno semplicemente ridotto gli acquisti, lasciando gli scaffali vuoti. D’altra parte, il Canada ha colto l’occasione per espandere il suo mercato vinicolo, con un aumento significativo delle vendite di vini italiani (+12%), francesi (+10%), neozelandesi (+17%) e cileni (+18%).
Le sfide e le opportunità per i produttori di vino
Questa situazione mette in evidenza un aspetto cruciale della politica commerciale: i dazi possono avere conseguenze dirette e indirette che si estendono oltre le intenzioni iniziali. Mentre Trump cercava di proteggere l’industria vinicola statunitense, le sue politiche hanno portato a una perdita significativa di quote di mercato a favore di produttori stranieri. La competizione nei mercati globali del vino è diventata sempre più agguerrita, con paesi come Italia, Francia e Nuova Zelanda che rafforzano le loro strategie di marketing per attrarre consumatori sempre più esigenti.
Il cambiamento dei gusti dei consumatori e l’interesse crescente per la sostenibilità e i vini biologici rappresentano sia una sfida che un’opportunità per i produttori di vino. Sarà interessante osservare come si evolveranno le politiche commerciali degli Stati Uniti sotto la nuova amministrazione e quali strategie adotteranno i produttori per riconquistare i mercati persi. La storia della guerra commerciale di Trump ci ricorda quanto possano essere complessi e interconnessi i mercati globali e come le decisioni politiche possano avere ripercussioni inaspettate e durevoli.