Franciacorta Satèn, le caratteristiche dello spumante

Il panorama degli spumanti italiani è estremamente ricco e diversificato, grazie all’ingegnosità dei produttori locali che, nel tempo, hanno impresso un caratteristico sigillo tricolore alle proprie bollicine.

Uno degli esempi più illustri di successo commerciale nel settore degli spumanti Metodo Classico italiani è sicuramente il Franciacorta Satèn, ma di che cosa si tratta?

Franciacorta Satèn, le caratteristiche

Prima di addentrarci nel dettaglio del Franciacorta Satèn, è utile dedicare alcune riflessioni all’origine del nome di questa speciale categoria di spumanti: la Franciacorta è un’area della Lombardia, precisamente una regione vitivinicola estesa su circa 200 km quadrati e suddivisa in 19 comuni nella provincia di Brescia, vicino al lago d’Iseo. Questa zona è particolarmente adatta alla viticoltura, grazie alle brezze del lago e a un microclima e sottosuolo ideali per la coltivazione della vite.

Franciacorta Saten, che cos'è?
Franciacorta Saten, che cos’è? | Pixabay @garten-gg

La denominazione “Franciacorta” è stata adottata nel 1967 come DOC e, dal 1995, è riconosciuta come Franciacorta DOCG, testimoniando un forte legame con il territorio e la tradizione.

La Franciacorta non è solo famosa per i suoi vini ma è anche un’area con una ricca storia; il suo nome deriva dai monaci benedettini che si stabilirono nella regione in epoca medievale. Per approfondire, si può indagare su: Perché si chiama Franciacorta.

Lo spumante Franciacorta è talvolta chiamato lo “Champagne italiano”, grazie all’eccellente qualità delle uve coltivate in Lombardia.

Questo prestigioso Metodo Classico italiano è prodotto principalmente con vitigni di Pinot Nero, Chardonnay e Pinot Bianco. Occasionalmente, si può trovare anche l’Erbamat, un vitigno autoctono della Franciacorta.

La vendemmia avviene generalmente tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, e la prima fermentazione si protrae fino alla primavera successiva. Le diverse durate di rifermentazione in bottiglia determinano le varie tipologie di Franciacorta attualmente disponibili sul mercato, in particolare:

  • Franciacorta non millesimati: almeno 18 mesi
  • Franciacorta Satèn e Rosè: almeno 24 mesi
  • Franciacorta millesimato, Rosè millesimato e Satèn millesimato: almeno 30 mesi
  • Franciacorta riserva, Rosè riserva, Satèn riserva: almeno 60 mesi

Che cos’è dunque il Franciacorta Satèn? Il termine “Satèn” si distingue nel panorama del Franciacorta, catturando l’interesse dei consumatori grazie alla sua unicità.

Mentre altri termini sono immediatamente comprensibili, Satèn si presenta come una novità esclusiva di questa raffinata bollicina italiana.

È utile fare un paragone con i Crémant, gli spumanti francesi noti per le loro bollicine più delicate e una pressione interna più bassa, risultando in una sensazione più cremosa e morbida al palato.

I Crémant sono tradizionalmente prodotti in Francia e Lussemburgo, e fino alla fine degli anni ’90, il termine poteva essere utilizzato anche per spumanti prodotti fuori da questi paesi. La Franciacorta, in particolare, era rinomata per i suoi eccellenti Crémant italiani.

Tuttavia, nel 1989, una normativa europea restrinse l’uso del termine Crémant ai soli confini francesi e lussemburghesi. Di conseguenza, l’Italia si trovò improvvisamente con un prodotto di qualità ma senza un nome appropriato per identificarlo. Ecco perché nacque il termine “Satèn” per questa esclusiva variante di Franciacorta.

Quindi si cercò un termine che potesse catturare l’eccellenza e l’eleganza di queste bollicine uniche, enfatizzando la loro delicatezza e facilitando la comunicazione sia localmente che a livello internazionale. La scelta cadde su “Satèn”.

Il termine “Satèn” deriva dalla parola francese “Satin”, che si riferisce a un tessuto liscio, morbido ed elegante. Questo nome è brillante non solo perché “Satin” è comprensibile sia in francese che in inglese, ma anche perché in italiano è spesso associato, seppur erroneamente, al termine “seta”. Questa assonanza non casuale evoca la sensazione di morbidezza e finezza che caratterizza questi vini.

I Franciacorta Satèn sono disponibili sul mercato dal 1995, anno in cui il termine è stato ufficialmente registrato. Ma quali sono le differenze specifiche tra un Satèn e un normale Franciacorta?

Primo, l’uva: mentre il Franciacorta standard può includere Pinot Nero, Chardonnay e Pinot Bianco, il Satèn esclude l’uso del Pinot Nero, diventando di fatto un Blanc de Blancs.

Solo i grappoli di Chardonnay e di Pinot Bianco sono permessi nella produzione del Satèn, con quest’ultimo che non può superare il 50% della cuvée.

Un’altra distinzione importante del Satèn è la pressione interna più bassa, unica tra gli spumanti Franciacorta. Il Satèn ha una pressione massima consentita di 5 atmosfere, rispetto alle 6,5 atmosfere delle altre tipologie.

Questo implica un minor contenuto di zuccheri, limitando così la produzione di anidride carbonica. Per il Satèn, il limite di zuccheri è di 20 g/l, mentre per i Franciacorta standard è di 24 g/l.

Il Franciacorta Satèn è disponibile esclusivamente nella versione Brut. Questa decisione deriva dalla necessità di mantenere l’armonia caratteristica di questa particolare varietà di spumante, limitando il residuo zuccherino a massimo 12 g/l e escludendo la possibilità di un dosaggio zero.

Quindi, dopo aver risposto a “Che cos’è il Franciacorta Satèn”, è interessante chiedersi: quale gusto ha questa bollicina distintamente italiana?

Il Franciacorta Satèn è uno spumante dalle bollicine estremamente sottili ed eleganti, noto per adattarsi bene a vari palati.

È caratterizzato da un sorso morbido e avvolgente, una spuma cremosa e delicata. Grazie alla sua freschezza e a un retrogusto lievemente sapido, le possibilità di abbinamento con il cibo sono ampie.

Il Franciacorta Satèn, per la sua finezza ed eleganza, si presta meravigliosamente ad abbinamenti gastronomici raffinati. Provatelo in abbinamento a un plateau di crudi di mare, come ostriche, gamberi, tartare e carpacci di pesce, o, se preferite la cucina orientale, optate per una ricca cena a base di sushi e sashimi, per mettere in risalto l’acidità e la freschezza del vino.

Se invece non siete amanti del pesce crudo, ma non riuscite a dire di no davanti a un pesce spada alla griglia, il Franciacorta Satèn può essere un ottimo abbinamento anche con pesci grassi, come il salmone, cucinati in forno, ma può anche brillare accanto a pesci più delicati, come branzino e ombrina cucinati al cartoccio. Se al pesce preferite la carne, provate ad abbinarlo a carni magre, come il pollo e il tacchino o, se siete vegetariani, a un bel risotto con le verdure.

Nel panorama degli spumanti naturali, il Franciacorta Satèn rappresenta una vera perla: non mancate di scoprire la finezza e l’eleganza del Franciacorta Satèn de La Spensierata.

Inoltre, per un’esperienza di degustazione raffinata, il Franciacorta Satèn La Via della Seta Brut di Vigneti Cenci offre un perfetto perlage sottile con un bouquet di fiori bianchi. Ora che conoscete il Franciacorta Satèn, non resta che assaggiare le sue espressioni artigianali più pregiate.

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