Milano, 6 giugno 2024 – Il vino italiano si trova a un punto di svolta. Tra tensioni globali e regole interne complicate, chi lavora nel settore guarda avanti con prudenza ma anche con determinazione. A dirlo con chiarezza è Albiera Antinori, presidente del Gruppo Vini di Federvini, intervistata per il “Libro Bianco del Vino” pubblicato da I Grandi Vini. “Non servono nuove leggi, ma far funzionare quelle già esistenti”, spiega Antinori, indicando la strada per un settore che vale più di 7 miliardi di euro all’anno solo in export e rappresenta uno dei fiori all’occhiello del made in Italy nel mondo.
Dazi, clima e burocrazia: le sfide che pesano
Per Antinori, la pressione più forte arriva dall’estero. “Il problema più urgente è l’instabilità internazionale, con dazi e barriere commerciali che frenano le vendite all’estero”, dice la presidente di Federvini. Gli Stati Uniti restano il mercato principale per il vino italiano, ma le tensioni tra Washington e Bruxelles hanno già creato qualche grattacapo. E non è solo una questione americana: “Serve guardare altrove – aggiunge Antinori – verso i mercati asiatici come Corea del Sud e Giappone”. Occhio anche al Sudamerica, dove l’accordo Mercosur potrebbe aprire nuove porte, se le misure di tutela previste saranno messe in pratica in fretta.
Il clima, inoltre, non dà tregua. “Nel medio periodo, il cambiamento climatico e le norme complicate mettono sempre più sotto pressione il settore”, spiega Antinori. La soluzione? Puntare su ricerca e innovazione per rendere i vigneti più forti e resistenti. Solo così si potrà affrontare una stagione segnata da eventi estremi sempre più frequenti: grandinate improvvise, siccità prolungate, che rischiano di rovinare raccolti e qualità.
Burocrazia e digitale: la richiesta del settore
Il mondo cambia in fretta e anche l’Italia deve stare al passo. “Le regole sono troppo complicate e spesso difficili da mettere in pratica”, ammette Antinori. Per la presidente di Federvini, non serve aggiungere altre norme, ma far funzionare quelle già in vigore: “Bisogna attuare pienamente la legge che collega lo schedario viticolo al registro digitale”. Un passaggio che può sembrare tecnico, ma che è fondamentale per completare la digitalizzazione delle pratiche richieste agli operatori.
Oggi molte procedure sono ancora su carta o, peggio, vanno fatte due volte su sistemi diversi. “Unire la tracciabilità dalla vigna alla cantina significherebbe meno scartoffie per tutti”, spiega Antinori. È un tema che riguarda migliaia di aziende, dalle grandi cooperative alle piccole cantine di famiglia.
Mercati e canali: dove puntare per crescere
Guardando fuori dall’Italia, la strategia per rafforzare il vino italiano passa dalla diversificazione dei mercati. Gli Stati Uniti restano fondamentali – “nonostante i dazi”, ricorda Antinori – ma cresce l’interesse verso Asia e America Latina. L’accordo Mercosur, appena firmato, potrebbe aprire nuove opportunità, se accompagnato da misure di tutela efficaci.
Sul fronte della vendita, il digitale e l’e-commerce sono sempre più importanti per raggiungere i consumatori più giovani. “L’Horeca resta un punto di riferimento per far vivere e conoscere il vino italiano”, aggiunge Antinori. Ma la pandemia ha accelerato un cambiamento già in corso: oggi il vino si racconta sempre più attraverso social, piattaforme online e degustazioni virtuali.
Raccontare il vino: l’arma segreta
Infine, c’è il tema della comunicazione. “La vera sfida è saper raccontare il vino”, sottolinea Antinori. Farlo vedere come un prodotto autentico, legato al territorio e alla tradizione, è essenziale per farsi spazio sui mercati internazionali. Integrare vino, cucina, turismo e cultura aiuta a trasmettere valore e identità.
Non si tratta solo di export: anche il mercato interno deve essere coinvolto con campagne che facciano crescere consapevolezza e orgoglio nazionale per questo patrimonio comune. In un settore dove ogni bottiglia porta con sé una storia fatta di persone, paesaggi e saperi antichi, comunicare bene resta una delle armi più forti per affrontare le sfide di oggi.
