In Italia, il tasso di occupazione femminile è di appena il 53%, un dato che si discosta notevolmente dalla media europea del 70%. Questo divario si fa ancora più evidente nel campo della tecnologia, dove solo il 13% delle aziende è guidato da donne. Questi numeri raccontano una storia di opportunità mancate e di un settore che, seppur in rapida evoluzione, sembra ancora ancorato a dinamiche patriarcali. Darya Majidi, imprenditrice italo-iraniana e innovatrice nel campo dell’intelligenza artificiale (IA), è una voce potente in questo dibattito. La sua missione è chiara: garantire che la tecnologia, un potente strumento di cambiamento, sia utilizzata per migliorare la vita delle donne e non per perpetuare disuguaglianze.
Darya Majidi afferma: “Viviamo in un’epoca in cui le tecnologie possono realmente cambiare il mondo, ma per farlo, è fondamentale che le donne siano parte integrante di questo cambiamento”. Il suo lavoro si concentra sulla riduzione del gender gap nel settore tecnologico. Secondo il “Global Gender Gap Report” 2025 del World Economic Forum, ci vorranno circa 120 anni per raggiungere la parità di genere. Una prospettiva allarmante che richiede azioni immediate.
l’impegno di Darya Majidi
Majidi è una pioniera nella creazione di spin-off focalizzati sull’applicazione dell’IA in vari campi, tra cui la neurologia. Da anni si batte per sensibilizzare le giovani donne sull’importanza delle competenze tecnologiche. “Dobbiamo educare le nuove generazioni a essere autonome nella gestione della tecnologia, piuttosto che dipendere dagli uomini”, sottolinea. L’approccio di Majidi è radicale: non si tratta solo di insegnare competenze tecniche, ma di ridefinire il ruolo delle donne nel panorama lavorativo e sociale.
Un aspetto cruciale del discorso di Majidi riguarda anche la violenza economica e psicologica che molte donne subiscono. “Il patriarcato esiste e continua a perpetuare forme di violenza”, avverte. In un contesto in cui le decisioni vengono prese principalmente da uomini, è essenziale che questi diventino “sentinelle sociali” e si impegnino attivamente per combattere il gender gap. La consapevolezza, la formazione e una cultura inclusiva sono strumenti fondamentali per invertire questa tendenza.
riconoscimenti e opportunità
Il suo impegno non è passato inosservato. Di recente, Majidi è stata insignita del titolo di “Prima Donna” 2025 al “Premio Internazionale Casato Prime Donne”, un riconoscimento che celebra le donne che contribuiscono a un’eccellenza femminile nella tradizione vinicola di Montalcino. “Ricevere questo premio è un grande onore”, ha dichiarato Majidi, “e spero che possa mettere in evidenza la criticità della situazione attuale”.
In ambito lavorativo, il contributo dell’IA è visto con sentimenti contrastanti. Donatella Cinelli Colombini, produttrice vinicola e promotrice del premio, ha commentato come nei centri di formazione si stiano manifestando reazioni diverse nei confronti dell’IA: “Alcuni la vedono come una minaccia, mentre altri la considerano un’opportunità”. È fondamentale, quindi, che i giovani non abbiano paura di abbracciare queste tecnologie, poiché la conoscenza dell’IA rappresenta un passo necessario per l’evoluzione personale e professionale.
la questione del gender pay gap
Majidi sottolinea anche l’esistenza di un gender pay gap amplificato dalla scarsa presenza femminile nelle facoltà scientifiche. “Se non padroneggiamo l’IA, il tempo per raggiungere la parità aumenterà ulteriormente”, avverte. Questo è un tema cruciale, non solo per il settore tecnologico, ma per tutti i campi lavorativi. La sua esperienza nel settore vinicolo, dove la differenza di retribuzione è meno marcata rispetto ad altri ambiti, evidenzia come la parità di genere possa essere realizzata anche in contesti tradizionalmente dominati da uomini.
In un evento recente, Majidi ha firmato una dedica che sarà incisa su un cippo di travertino nel percorso meditativo della tenuta del Casato Prime Donne, accompagnata da un’opera d’arte contemporanea realizzata da una giovane artista. Questo gesto simboleggia l’importanza di valorizzare le competenze femminili e promuovere un futuro in cui le donne possano prosperare.
Il “Premio Casato Prime Donne” non si limita a riconoscere le eccellenze femminili, ma celebra anche il lavoro di giornalisti e professionisti che hanno contribuito alla divulgazione della cultura vinicola di Montalcino. Questo approccio olistico mette in evidenza l’importanza di unire le forze per creare un cambiamento significativo e duraturo.
Il messaggio di Darya Majidi è chiaro: la tecnologia deve servire a migliorare la vita delle donne, non a escluderle. Investire nell’educazione e nelle competenze tecnologiche delle giovani donne è fondamentale per costruire un futuro più equo e inclusivo. Il compito di tutti noi è quello di sostenere e promuovere questa visione, affinché ogni donna possa avere il diritto di essere protagonista nel proprio percorso di vita e professionale.