Il Monferrato, una delle regioni vinicole più affascinanti del Piemonte, sta vivendo un vero e proprio rinascimento grazie all’emergere di giovani aziende unite sotto il Consorzio Cocconato Riviera del Monferrato e dintorni. Questo consorzio ha come obiettivo principale quello di ridare vita a un territorio che, nonostante una lunga tradizione vitivinicola, ha visto un calo della sua superficie vitata nel corso degli anni. Luigi Dezzani, portavoce del consorzio, sottolinea l’importanza di restituire un’immagine rinnovata a un’area storicamente legata alla viticoltura piemontese, ma trascurata nel tempo.
Un patrimonio vitivinicolo da riscoprire
Le origini della viticoltura nel Monferrato risalgono al periodo compreso tra il 1600 e il 1650, quando il nebbiolo dominava le vigne. Tuttavia, l’industria e lo sviluppo urbano hanno portato all’abbandono delle vigne. Come affermato da Dezzani, “le vigne erano state un po’ abbandonate”, evidenziando le sfide affrontate dal territorio.
Un momento cruciale è stato il ritorno dell’ultimo figlio di Vittorio Emanuele II, che, insieme a enologi francesi, ha riscoperto il potenziale del Nebbiolo. Questo ha segnato l’inizio di una nuova era per la viticoltura locale, culminando con eventi come “Cocco…Wine”, che ha dato voce a giovani viticoltori desiderosi di rinnovare la tradizione vitivinicola.
Il consorzio cocconato e la rete di aziende
Oggi, il Consorzio Cocconato non è composto solo da viticoltori, ma anche da una rete di aziende storiche guidate da nuove generazioni pronte a portare innovazione. Tra queste, il Salumificio Ferrero e il Caseificio Balzi stanno contribuendo a rendere Cocconato un centro vitale per il turismo enogastronomico. In un paese di 1500 abitanti, ci sono ben sette ristoranti attivi, con quasi 150 posti letto disponibili per i visitatori.
Vini storici e varietà locali
I vini che caratterizzano questo territorio includono varietà storiche come:
- Grignolino: Si estendeva verso la Val Cerrina, raggiungendo Moncalvo e Portacomaro.
- Freisa: Ha origine da Castelnuovo Don Bosco, noto per essere il luogo di nascita di Don Bosco.
- Bonarda piemontese: Distinta dalla Croatina dell’Oltrepò, ha trovato nuova vita grazie agli investimenti delle giovani aziende vinicole.
Il Consorzio Cocconato conta attualmente cinque aziende vinicole e vari trasformatori di prodotti alimentari e turistici. Il coinvolgimento di giovani imprenditori, come Alberto Marchetti, è fondamentale per il futuro della viticoltura nella zona, rappresentando un ponte tra tradizione e innovazione.
Sostenibilità e promozione del territorio
L’atteggiamento proattivo dei membri del Consorzio Cocconato è evidente sia nella produzione di vini di alta qualità che nella promozione del territorio. Attraverso eventi, degustazioni e collaborazioni con realtà locali, il consorzio sta lavorando per posizionare la Riviera del Monferrato come una delle mete vinicole più interessanti del Piemonte. La sinergia tra viticoltori, ristoratori e artigiani del settore alimentare sta creando un ecosistema vivace e prospero, capace di attrarre appassionati di vino e turisti da tutto il mondo.
Inoltre, la volontà di preservare e valorizzare l’ambiente è un altro aspetto fondamentale per i giovani viticoltori. Molti di loro adottano pratiche sostenibili, mirate a ridurre l’impatto ambientale e mantenere l’integrità dei suoli e dei vigneti. Questo approccio non solo garantisce la qualità dei vini, ma contribuisce a creare un’immagine positiva del territorio, sempre più attenta alle tematiche ecologiche.
La storia del Consorzio Cocconato testimonia come la passione e l’impegno delle nuove generazioni possano riscoprire e valorizzare un patrimonio vitivinicolo di inestimabile valore. Con un forte legame alle tradizioni e uno sguardo rivolto al futuro, i viticoltori di Cocconato stanno tracciando un percorso che promette di riportare il Monferrato sotto i riflettori della viticoltura non solo piemontese, ma anche internazionale. In questo contesto, il consorzio rappresenta un simbolo di rinascita, dimostrando come la collaborazione e l’innovazione possano ridare vita a territori storicamente ricchi e culturalmente significativi.