Aumento delle spese familiari: il 42,2% incide su vino e cibo

Aumento delle spese familiari: il 42,2% incide su vino e cibo

Aumento delle spese familiari: il 42,2% incide su vino e cibo

Redazione Vinamundi

8 Settembre 2025

Le famiglie italiane si trovano ad affrontare un contesto economico sempre più difficile, con le spese obbligate che nel 2025 raggiungeranno il 42,2% del totale delle spese. Questo dato, emerso da un’analisi di Confcommercio, rappresenta un incremento significativo di 5,2 punti percentuali rispetto al 1995. Le spese inevitabili, come quelle legate a casa, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni, stanno gravando sempre di più sui bilanci familiari, con ripercussioni dirette sui consumi di cibo e vino.

La dinamica delle spese familiari

L’analisi di Confcommercio ha messo in luce una dinamica strutturale che limita le scelte di consumo libero. Questo fenomeno non solo influisce sulle possibilità di spesa delle famiglie, ma ha anche un impatto negativo sul potenziale di crescita dell’economia nazionale, che dipende in gran parte dalla domanda interna.

I dati mostrano che la spesa pro capite per le famiglie italiane è di circa 22.114 euro, di cui oltre 9.300 euro sono destinati a spese non comprimibili. Tra queste, le principali voci di spesa includono:

  1. Abitazione: circa 5.171 euro (incremento di 109 euro rispetto all’anno precedente)
  2. Assicurazioni e carburanti: 2.151 euro
  3. Energia: circa 1.651 euro

Questi numeri evidenziano come le famiglie stiano affrontando costi crescenti, mentre il potere d’acquisto continua a diminuire.

L’impatto della crescita dei prezzi

Il fenomeno dell’aumento dei prezzi delle spese obbligate è preoccupante. Dal 1995 ad oggi, l’indice di queste spese è aumentato del 132%, un incremento ben superiore al 55% registrato per i beni commercializzabili. In particolare, il costo dell’energia ha visto un aumento del 178% in trent’anni. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha sottolineato come l’aumento continuo delle spese obbligate rappresenti un ostacolo significativo alla ripresa dei consumi, esortando il governo a intervenire su tariffe e fiscalità per rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie.

Segnali di recupero nei consumi

Nonostante le difficoltà, si notano segnali di recupero nelle spese commercializzabili, che includono acquisti facoltativi come ristorazione, turismo e tempo libero. Si registra un incremento di 134 euro pro capite, anche se questo è contrapposto a una flessione di -57 euro per i beni tradizionali, inclusi gli alimentari. Per rilanciare la domanda interna, è essenziale rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà di spesa, prestando particolare attenzione al contenimento dei costi fissi.

Un approfondimento di WineNews ha rivelato che il settore vinicolo sta adattandosi a queste nuove dinamiche, con i consumatori che si orientano verso vini accessibili ma di qualità, riscoprendo le produzioni locali italiane. Questo trend positivo potrebbe contribuire a mantenere viva la tradizione vinicola del nostro Paese.

Inoltre, l’analisi di Confagricoltura ha mostrato che i flussi turistici italiani durante l’estate hanno mostrato segni di rallentamento, principalmente a causa della diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie. Questo ha portato a un calo della spesa turistica, con conseguenze dirette anche sui ristoranti e sulle attività legate alla ristorazione.

In conclusione, le famiglie italiane devono affrontare un contesto economico sfidante, in cui le spese obbligate continuano a crescere, limitando le scelte di consumo e influenzando negativamente settori fondamentali come quello del vino e della ristorazione. È fondamentale che le istituzioni trovino soluzioni per alleviare il peso delle spese fisse, restituendo alle famiglie la possibilità di effettuare scelte di consumo più libere e soddisfacenti.

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