Viticoltura biologica: come affrontare le sfide di difesa, biodiversità e mercato

Viticoltura biologica: come affrontare le sfide di difesa, biodiversità e mercato

Viticoltura biologica: come affrontare le sfide di difesa, biodiversità e mercato

Redazione Vinamundi

18 Agosto 2025

Il mondo della viticoltura biologica si trova oggi di fronte a sfide sempre più complesse, che richiedono un’attenta analisi sia a livello tecnico che di mercato. Recentemente, presso la Fondazione Edmund Mach (FEM) di San Michele all’Adige, si è tenuto un incontro tecnico che ha evidenziato i risultati delle prove sperimentali 2025, concentrandosi su aspetti cruciali come la gestione del rame, la biodiversità del suolo e le prospettive future per il settore vitivinicolo europeo. Questo incontro, organizzato dal Centro Trasferimento Tecnologico della FEM, ha rappresentato un’importante opportunità di aggiornamento per agricoltori, ricercatori e operatori del settore.

Il Presidente della FEM, Francesco Spagnolli, ha sottolineato l’importanza di accrescere le conoscenze per affrontare le sfide della viticoltura biologica, dall’uso del rame fino alla fertilità del suolo. Questo messaggio mette in evidenza la necessità di un approccio scientifico e innovativo per garantire la sostenibilità della viticoltura.

Prove sperimentali 2025: l’importanza della difesa

Uno dei punti chiave dell’incontro è stata la presentazione dei risultati delle prove di difesa contro la peronospora e l’oidio, malattie critiche per la salute delle viti. Daniele Prodorutti, responsabile dell’Unità Agricoltura Biologica e Qualità del suolo, ha illustrato come l’aggiunta di zolfo ai trattamenti a base di rame abbia portato a un incremento dell’efficacia contro la peronospora, sia sulle foglie che sui grappoli. Per quanto riguarda l’oidio, i prodotti a base di zolfo hanno dimostrato un’azione significativa, con formulati liquidi che si sono rivelati più performanti rispetto allo zolfo bagnabile.

Questi risultati sono fondamentali non solo per la difesa fitosanitaria, ma anche per garantire la qualità del vino prodotto in regime biologico. Le sfide per i viticoltori biologici includono:

  1. Trovare un equilibrio tra l’efficacia dei trattamenti e il rispetto delle normative sempre più stringenti in materia di fitofarmaci.
  2. Sviluppare strategie innovative per affrontare le malattie delle piante.

Il ruolo del rame: sfide e nuove domande

Roberto Zanzotti, ricercatore della FEM, ha approfondito il tema dell’uso dei prodotti rameici, evidenziando aspetti tecnici cruciali. La correlazione tra dose e concentrazione sulle piante, la resistenza al dilavamento, la qualità della distribuzione e l’impatto della bagnatura fogliare sono fattori che influiscono sull’efficacia dei trattamenti. Nonostante le limitazioni a livello europeo, l’uso del rame rimane un fungicida di riferimento nella viticoltura biologica. Le future sperimentazioni si concentreranno sullo sviluppo di formulazioni innovative che migliorino la persistenza e l’efficacia del rame, contribuendo a una difesa fitosanitaria più sostenibile.

Biodiversità del suolo: una risorsa essenziale

Un altro tema cruciale emerso durante l’incontro è stato quello della biodiversità del suolo. Raffaella Morelli ha presentato i risultati di uno studio condotto nei vigneti trentini, sottolineando il ruolo fondamentale del biota del suolo, ovvero l’insieme degli organismi viventi che svolgono attività biologiche essenziali per la salute del terreno. I risultati hanno mostrato che le caratteristiche naturali del suolo e le pratiche viticole adottate influenzano la vitalità del suolo in modi differenti, a seconda della tipologia di terreno.

Queste evidenze suggeriscono che pratiche agronomiche attente e sostenibili siano necessarie per preservare l’equilibrio ecologico e la funzionalità del suolo, risorsa fondamentale per la produzione vitivinicola. La promozione della biodiversità non è solo un obiettivo etico, ma rappresenta anche una strategia vincente per garantire la qualità e la sostenibilità della viticoltura biologica.

In conclusione, il futuro della viticoltura biologica si prospetta come un modello di riferimento per un’agricoltura più sostenibile. Le sfide attuali richiedono un approccio integrato che consideri la protezione delle colture, la salvaguardia del suolo e la competitività sui mercati internazionali. La collaborazione tra ricerca, agricoltura e normative sarà fondamentale per orientare il settore verso un futuro che unisca sostenibilità, biodiversità e qualità.

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