Vino in evoluzione: cresce il valore nella grande distribuzione, ma il consumo cambia direzione

Vino in evoluzione: cresce il valore nella grande distribuzione, ma il consumo cambia direzione

Vino in evoluzione: cresce il valore nella grande distribuzione, ma il consumo cambia direzione

Redazione Vinamundi

13 Ottobre 2025

L’analisi del mercato del vino italiano, condotta da NielsenIQ, rivela tendenze interessanti e significative riguardanti il consumo di vino nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e nel settore Horeca (hotels, restaurants, cafés). Nel mese di agosto 2025, le vendite di bottiglie di vino nella GDO hanno raggiunto un fatturato di 3,1 miliardi di euro, mostrando una crescita modesta in valore (+0,6%), ma una flessione nei volumi (-1,8%) rispetto all’anno precedente. Il Sud Italia emerge come la regione più dinamica, con un incremento del 5,3% a valore e una stabilità nei volumi.

La GDO: un mercato in evoluzione

Il vino riveste un’importanza considerevole nel contesto della GDO, con 21,8 milioni di famiglie italiane che acquistano vino e spumante, equivalenti all’84,6% della popolazione. Ogni famiglia spende mediamente 137 euro all’anno, consumando quasi due bottiglie al mese. Lorenzo Cafissi, Head of Beverage e Home & Personal Care di Carrefour Italia, sottolinea che il vino è oggi una questione di cultura e responsabilità, puntando a fornire ai consumatori un’esperienza che unisca qualità, sostenibilità e trasparenza.

Le famiglie con responsabili d’acquisto di età pari o superiore a 55 anni, senza figli a carico e con un reddito sopra la media, rappresentano il segmento più numeroso (29,7%). Al contrario, le famiglie più giovani, pur avendo una quota minore (21,8%), mostrano una crescita significativa nel consumo di prodotti premium.

Il segmento delle bollicine ha visto un fatturato di 784 milioni di euro, con un aumento sia in valore (+1%) che in volume (+2,2%). Tuttavia, i vini fermi hanno registrato un calo, con un fatturato di 2,3 miliardi di euro, di cui la metà proviene da vini DOP, che ha visto una diminuzione a volume (-3,4%).

L’Horeca e il consumo fuori casa

Il settore Horeca, che include 438.000 esercizi tra ristoranti, bar e altre strutture ricettive, gioca un ruolo cruciale nel consumo di vino. Nonostante il 90% degli italiani abbia visitato un bar o un ristorante negli ultimi tre mesi, si osserva una tendenza al rallentamento. Circa il 19% degli intervistati prevede di ridurre la frequenza delle uscite nel 2026 a causa del caro vita, mentre il 66% afferma che, a parità di qualità, opterà per esperienze più significative.

Questa dinamicità del mercato Horeca è confermata dall’interesse per il vino, che resta la bevanda preferita per il 40% degli italiani quando escono. Anche se il numero di uscite è destinato a diminuire, gli italiani sembrano orientati a puntare sulla qualità, optando per esperienze più ricercate.

La nuova generazione di consumatori

Il cambiamento nelle preferenze dei consumatori è evidente, specialmente tra le generazioni più giovani. I millennials stanno ridefinendo l’approccio al vino, privilegiando esperienze qualitative piuttosto che quantità. Questo trend è visibile anche nel crescente interesse verso l’enoturismo e le esperienze in cantina. La Gen Z, per contro, si mostra meno interessata al vino rispetto a cocktail e birra, ma la tendenza generale è quella di un consumo più responsabile e consapevole.

Le categorie di vino No e Low Alcol stanno guadagnando terreno, anche se rimangono una nicchia di mercato. Tuttavia, i vini spumanti a basso contenuto alcolico hanno visto una crescita del 17,1%, mentre i vini fermi sono aumentati del 5,9%.

Opportunità nei mercati emergenti

Passando a un contesto internazionale, il mercato globale delle bevande ha raggiunto un valore complessivo di 940 miliardi di dollari nel 2025, con una crescita del 4% rispetto all’anno precedente. L’Italia si conferma primo operatore straniero nel mercato del vino negli Stati Uniti, con una quota di mercato significativa non solo negli spumanti (oltre il 40%), ma anche nei vini fermi (10,1%). Nonostante le incertezze legate ai dazi, le vendite di vino italiano rimangono stabili negli Stati Uniti.

L’analisi di NielsenIQ prevede un’evoluzione strutturale del settore, in cui la crescita non sarà più sostenuta dall’aumento dei volumi, ma da un processo di valorizzazione e diversificazione delle vendite. L’Italia ha l’opportunità di posizionarsi strategicamente nei mercati emergenti, come Brasile, Messico e Cina.

In questo contesto, è evidente come il vino, pur affrontando sfide e cambiamenti, continui a mantenere un ruolo centrale nella cultura e nella società italiana, con l’auspicio di saper rispondere alle esigenze di una clientela sempre più esigente e diversificata.

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