Uva, vite e vigneti più antichi del mondo raccontano e rappresentano parte della storia e della cultura del vino. Ecco dove si trovano e come sono giunti fino ai giorni nostri.
La vite più antica al mondo, ancora produttiva, è Stara Trta – žametovka, e si trova in Slovenia.
Questa pianta si trova a Maribor, una delle più importanti città slovene, situata nella parte nordorientale del Paese. In questa città si trova la Casa della Vecchia vite, si tratta di una casa vinicola che risale al 1500 circa. Qui è possibile ammirare la Stara Trta (dallo sloveno vecchia vite), la vite considerata la più antica al mondo. Questa pianta risalirebbe alla fine del Medioevo, come la costruzione della casa vinicola. Secondo gli esperti, la Stara Trta sarebbe stata impiantata circa 500 anni fa. La Stara Trta è stata riconosciuta dal Guinness World Records come la vite più longeva al mondo ed è sopravvissuta alle guerre e alla fillossera della vite. Questa pianta appartiene al vitigno Žametovka o Franconia Blu, autoctono sloveno a bacca nera.
La Stara Trta, come detto, è ancora produttiva, e ogni anno si possono ricavare dai 35 ai 55 chili di uva, dai quali vengono prodotte circa un centinaio di bottiglie, a dire il vero molto esclusive.
Per quanto riguarda i vigneti ne esistono diversi che sono riusciti a sopravvivere alla fillossera a cavallo tra ‘800 e ‘900. Spesso sono situati su terreni sabbiosi, vulcanici o rocciosi che hanno bloccato la diffusione del parassita. Ad esempio li possiamo trovare in Provenza, sui pendii rocciosi della Mosella in Germania e del Douro in Portogallo, sui terreni vulcanici dell’Etna e del Vesuvio ci sono ancora vecchie viti a piede franco. Queste piante hanno superato il secolo di età.
Ha circa 6.300 anni l’uva più antica ritrovata in Valpolicella presso il sito preistorico delle Colombare di Negrar di Valpolicella (VR), abitato tra il Neolitico e l’età del bronzo. A riportarlo è il sito vigneevinidiqualità.it che parla degli scavi effettuati dal Dipartimento di beni culturali e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, in accordo e collaborazione con la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. La ricerca si è svolta con il supporto del Comune di Negrar di Valpolicella e ha consentito il ritrovamento di pollini di vite e vinaccioli negli strati archeologici più antichi. Questo ha confermato che la pianta, probabilmente allo stato selvatico, si trovava nell’area dei Monti Lessini già 6.300 anni fa, nel Neolitico recente. I ricercatori hanno proseguito con altre analisi, soprattutto sui resti dei contenitori ceramici, alla ricerca di tracce di vino. La vinificazione era possibile già nella Preistoria.
Il Gruppo Italiano Vini (Giv) ha recentemente compiuto un'importante acquisizione strategica, rilevando il 100% delle…
Negli ultimi anni, il settore vitivinicolo italiano ha vissuto un vero e proprio boom delle…
È finalmente disponibile online il numero 144 della rivista I Grandi Vini, un appuntamento imperdibile…
Simonetta Doni è un nome che risuona con autorevolezza nel mondo della comunicazione vinicola. Fondatrice…
Dal 12 novembre al 18 dicembre 2018, l’Accademia dei Georgofili ha ospitato una mostra dedicata…
L’enologia toscana si sta avviando verso un momento cruciale per il suo futuro internazionale con…