Vini bianchi macerati, quali sono i migliori?

I vini bianchi macerati (od orange wine) si producono facendo macerare le bucce delle uve bianche con il mosto da esse ricavato, un processo che può durare poche ore ma anche diversi mesi, ovviamente con risultati molto diversi.

Nel primo caso avremmo a che fare con un bianco macerato cui il contatto con le bucce avrà donato soprattutto un colore giallo brillante con riflessi dorati, mentre nel secondo caso, quando le macerazioni iniziano ad allungarsi, oltre alla definizione cromatica e al profilo aromatico a cambiare sarà soprattutto la tessitura in bocca: il vino ora sarà davvero “arancione” e dotato di maggiore consistenza al palato e di una sensazione pseudo-tannica.

I recipienti che vengono utilizzati per questa lavorazione possono essere diversi: acciaio, legno, terracotta, cocciopesto, dipende dal risultato che il produttore vuole ottenere.

Le fermentazioni possono essere spontanee, ovvero senza l’aggiunta dei lieviti, oppure innescate, mentre per quanto riguarda la scelta delle uve, ce ne sono alcune più adatte di altre, ma generalmente si prediligono quelle dotate di una buccia più spessa, in grado di sostenere lunghi periodi di macerazione.

I migliori vini bianchi macerati

Iniziamo con Collio Chardonnay Ris.2018 di Primosic, giudicato Bianco dell’Anno 2024 per il Gambero Rosso: ha un affascinante tocco evoluto e speziato al naso, mentre al palato sfoggia una profondità gustativa portentosa. Ha sapore, sapidità e una persistenza interminabile.

Passiamo poi alla Malvasia 2020 di Sandi Skerk che riconquista i Tre Bicchieri di Gambero Rosso: Skerk è uno dei migliori interpreti della viticoltura del Carso.

I migliori vini bianchi macerati ( o orange wine)
I migliori vini bianchi macerati ( o orange wine) | Unsplash @ Garreth Paul

Il suadente quadro olfattivo è dipinto da tocchi di resina, miele, marmellata di albicocca e pennellate di caramello, mentre al palato si distende con eleganza e freschezza balsamica in un gusto succoso, pieno e delicatamente minerale.

La Vitovska V. Collection 2016, dopo una macerazione di 20 giorni a contatto con le bucce, matura per 22 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia per poi affinarsi lungamente il bottiglia.

Sono riconoscibili sentori floreali, fruttati e marini che emergono dall’oro ambrato del bicchiere. Il sorso è ampio e complesso, di inesauribile ricchezza.

I vini interpretano le caratteristiche del Carso, iniziando dai colori sgargianti, proseguendo con profumi iodati e salmastri, per poi marcare la mineralità del territorio.

Passiamo alla Ribolla Gialla Anfora 2013 di Gravner, la quale galvanizza il naso alternando aromi di fiori di zagara, ardesia, salsedine e albicocca candita impreziositi da nuances di sandalo e di spezie orientali. Il sorso è sapido e ben bilanciato da un’acidità piuttosto incalzante.

Il Dettori Bianco 2019 di Dettori ha un ventaglio olfattivo fresco e fragrante, con note citriche che si fondono a sentori di zagara, albicocca candita, senape di Digione e birra lambic.

In bocca si presenta straordinariamente voluminoso, con un finale persistente e che conferma ciò che si è sentito all’olfatto. Un vino biodinamico che rappresenta l’elegante sintesi e massimizzazione dell’espressione varietale del Vermentino.

Il Paraschos Kai 2018 è un vino dal profilo aromatico complesso e stratificato: si apre su toni di albicocca matura, propoli e note di spezie dolci, resina di pino. Il sorso è sapido e bilanciato, con un finale sconfinato dalle suggestioni fruttate e tostate.

Il Ribolla Gialla 2015 di Franco Terpin ha un sensazionale potenziale evolutivo ed è considerabile tra i migliori orange wines del Friuli Venezia Giulia per persistenza e finezza olfattiva.

Pesca gialla, frutti esotici e fiori di zagara si mescolano a timbri salmastri di erbe spontanee, cera d’api e spezie. Al palato è incalzante, ben strutturato e materico, dotato di strepitosa bevibilità. Persistenza di estrema lunghezza e precisione.

Un vino bianco macerato dall’inconsueta eleganza e dal sorso ampio, pulito e minerale è il Sacava Sulle Bucce IGT Parteolla Bianco 2019 di Sa defensa.

È sensazionale il suo quadro olfattivo, che tratteggia sfumature di ginestra e fiori di zagara si uniscono a zafferano, macchia mediterranea e saldedine.

Al palato è pieno e armonico, di ottima struttura e con una straordinaria sapidità. Finale denso, armonico e persistente.

Il Camurrìa Orange 2019 di Di Giovanna si apre su note di camomilla, gelsomino e mandarino per proseguire verso ricordi di papaya e mandorle amare. Al palato è fresco ed equilibrato, con un finale acidulo in cui riecheggia protagonista il carattere varietale.

Si tratta di una produzione di nicchia dal carattere tipicamente mediterraneo, ottimo per l’estro e per la bevibilità.

Il Giallo di Costa di Daniele Ricci al naso fa affiorare note decise di miele di castagno, zenzero candito e arancia amara,  impreziosite da delicate sfumature di liquirizie e nocciole tostate. Al palato scorre energico e succoso, sorretto da un grip tannico e da una piacevolissima presenza salina sul finale.

Un Timorasso di gran classe, a pieno titolo tra i migliori orange wine italiani, un vino audace e soprattutto originale.

Il SP68 2020 di Arianna Occhipinti ha un bouquet delicato e raffinato, articolato su note di fiori di zagara, ardesia, frutta gialla sciroppata e finocchietto selvatico. Il sorso esplode pieno e morbidissimo, trainato da una nota sapida che lascia la bocca fresca e gratificata. Finale lungo, vivace e rotondo

Sicuramente carattere territoriale e abilità sono i presupposti per un vino che scommette con successo sul carattere dei vitigni autoctoni siciliani Albanello Zibibbo. Risulta raffinato e poliedrico e da annoverare nel palmarés dei migliori orange wine italiani.

Infine, Pinot Grigio Skin 2017 di Primosic, un’interpretazione senza precedenti del territorio del Collio, sintetizzata in una bottiglia di gran classe.

Il Pinot Grigio macerato di Primosic è tra i migliori orange wine italiani per la maestria nel coniugare complessità e scorrevolezza.

Chicchi di melograno e albicocche disidratate fanno da sfondo ad accenni di ribes, pepe bianco e note mediterranee di erbe aromatiche. Al palato scorre ricco e vibrante, ritmato da una bella vena iodata che enfatizza il frutto. Finale persistete in cui riecheggiano tutte le nuances aromatiche.

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