Castiglione della Pescaia, 18 novembre 2025 – Si è svolta nei giorni scorsi a Castiglione della Pescaia la sesta edizione del Vermentino Grand Prix, un appuntamento ormai imperdibile per chi ama il vino e per chi lavora nel settore. L’evento, organizzato dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, ha radunato produttori, esperti e ristoratori con un obiettivo chiaro: mettere in luce il Vermentino e raccontarne la crescita in Maremma.
Vermentino, il cuore bianco della Maremma
“Oltre il 30% dei vini della DOC Maremma Toscana sono fatti con il Vermentino”, ha spiegato Francesco Mazzei, presidente del Consorzio, aprendo la cerimonia. “La maggior parte sono vini in purezza, il che rende la Maremma la zona più importante della regione per i bianchi”. Un dato che sottolinea quanto questo vitigno sia centrale qui, dove le vigne si stendono tra colline e mare, sempre a due passi dalla costa.
Quest’anno sono stati 67 i vini in degustazione, in gran parte delle annate 2024 e 2023, ma non sono mancati anche vini più vecchi, fino al 2019. La maggioranza è stata vinificata in acciaio, anche se qualche produttore ha scelto materiali più originali come cemento, anfora o cocciopesto; solo pochi hanno usato il legno. Un segnale chiaro di come le aziende cerchino sempre nuove vie per esprimere il Vermentino.
La Top Ten e il potenziale di invecchiamento
Tra i vini in gara, dodici erano Vermentini con la menzione Superiore, undici del 2023 e uno del 2022. Quattro di questi sono finiti nella “Top Ten” finale. “Nella top ten di quest’anno troviamo vini di annate non recenti, e quattro portano la menzione Superiore”, ha detto Mazzei. “Questo dimostra che il Vermentino ha una bella capacità di invecchiare”.
Secondo il presidente, il Vermentino “è un vitigno di mare che qui in Maremma ha trovato la sua casa ideale, capace di offrire sfumature diverse a seconda del terreno, dell’altitudine e della vicinanza al mare”. Un vino che sta crescendo e su cui i produttori puntano forte.
I vincitori e la giuria
La Top Ten 2025 – scelta dalla giuria guidata da Luciano Ferraro, vice direttore del Corriere della Sera – comprende etichette come il “San Bruzio” della Cantina Vignaioli di Scansano (Vermentino Superiore 2023), il “Castelprile” di Castelprile della Volpaia (Vermentino Superiore 2023 BIO), l’“Audace” di Cupirosso (Vermentino 2022 BIO), il “Pagliatura” di Fattoria di Magliano (Vermentino 2023 BIO) e altri ancora. La giuria, oltre a Ferraro, contava su nomi di ristoranti stellati come Caino e Il Pellicano, enologi come Graziana Grassini e tecnici del settore.
Tutti i vini in gara erano Maremma Toscana DOC Vermentino, con almeno l’85% di Vermentino. Solo in pochi casi si sono aggiunti piccoli dosaggi di Viognier, Sauvignon o Trebbiano.
Il debutto a Vinitaly e la vetrina della Maremma
Per la prima volta, la Top Ten del Vermentino Grand Prix farà il suo esordio anche al prossimo Vinitaly di Verona, in programma dal 7 all’8 aprile. I dieci vini premiati saranno proposti allo stand del Consorzio (Padiglione 9 Stand B16), insieme ad altri 77 vini di 44 aziende diverse. Una panoramica ampia che punta a farsi strada anche sui mercati esteri.
Non solo Vermentino: nello spazio del Consorzio ci saranno anche produttori come La Chimera d’Albegna, Le Lupinaie, Podere Poggio Bestiale, Giovanni Valentini. E poi bianchi come Ansonica e Trebbiano, oltre ai classici internazionali Chardonnay e Sauvignon. Non mancheranno rosati di Sangiovese e Alicante, rossi autoctoni come Ciliegiolo, Alicante e Sangiovese, insieme a blend in stile Supertuscan e i classici bordolesi.
Sapori di Maremma in tavola
A Vinitaly si potranno anche assaggiare i sapori della Maremma: allo stand del Consorzio Morellino di Scansano si degusteranno Tortello Maremmano abbinati al Vermentino Superiore DOC Maremma Toscana e al Morellino d’Annata. L’iniziativa è nata insieme all’Associazione per la Tutela e la Promozione del Tortello Maremmano, voluta da Confesercenti Grosseto.
Un’occasione per raccontare non solo il vino, ma anche il territorio, i suoi prodotti e le storie di chi li produce. E per ribadire ancora una volta il ruolo di primo piano della Maremma nel panorama enologico toscano.
