
Valpolicella 2020: un anno di sfide e successi nel consorzio
Durante la Valpolicella Annual Conference, un evento digitale organizzato dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella, sono stati presentati i dati di Nomisma-Wine Monitor riguardanti l’andamento del mercato vitivinicolo nel 2020. Questo anno, segnato dall’emergenza sanitaria globale, ha avuto ripercussioni significative sul settore vinicolo italiano. Nonostante le sfide, la principale denominazione rossa del Veneto, la Valpolicella, ha mostrato segni di resilienza, chiudendo l’anno con un -3,3% nelle vendite complessive a valore. Questo risultato è stato determinato da un sostanziale equilibrio nelle vendite all’estero, con un calo marginale dello 0,1%, mentre la domanda interna ha subito una contrazione del 9,6%.
Amarone: il re della Valpolicella
L’Amarone, il vino più emblematico della Valpolicella, ha registrato una performance contrastante. Da un lato, l’export ha visto un incremento del 7% in valore, evidenziando l’apprezzamento crescente di questo vino a livello internazionale. Dall’altro lato, le vendite sul mercato nazionale hanno subito un calo drammatico del 13%. Le esportazioni rappresentano attualmente due terzi delle vendite totali di Amarone, ma il prezzo medio ha mostrato una flessione di circa il 5% a causa della maggiore competitività e delle difficoltà economiche globali.
Le vendite in Italia sono state influenzate dalla forte presenza della grande distribuzione organizzata (Gdo), che rappresenta il 44% delle vendite totali. Le piccole aziende vinicole, pur rappresentando una parte importante del patrimonio enologico locale, si trovano a lottare per farsi spazio in questo canale, con solo il 10% delle loro vendite provenienti dalla Gdo. La figura del grossista rimane cruciale per queste aziende, costituendo il 47% delle loro vendite, spesso destinate alla ristorazione, un settore particolarmente colpito dalla pandemia.
A livello internazionale, gli Stati Uniti si confermano il principale mercato per l’Amarone, con una quota del 14%, seguiti da Svizzera (12%), Regno Unito (11%), Canada e Germania (10%). Le performance statunitensi sono state positive, con un incremento del valore delle vendite pari al 9% e risultati favorevoli anche in altre piazze chiave.
Ripasso: un calo preoccupante
Il Ripasso, un altro vino di punta della Valpolicella, ha mostrato una propensione all’export ancora più alta, con il 73% delle vendite che avviene all’estero. Tuttavia, ha subito un calo del 5% in valore, accompagnato da un decremento del 6% sul mercato interno. Le piccole aziende, in particolare, hanno registrato perdite significative, con cali del 23% e del 25% rispettivamente nelle vendite nazionali e internazionali. Il Canada si conferma come la prima destinazione per il Ripasso, rappresentando il 23% delle vendite totali, seguito da Svezia (11%) e da Svizzera, Germania e Regno Unito (9%).
In Italia, la Gdo si conferma il canale principale per il Ripasso, con il 62% delle vendite a valore, evidenziando un trend simile a quello riscontrato per l’Amarone.
Valpolicella: un panorama in difficoltà
Anche il Valpolicella, purtroppo, non è immune dalle difficoltà. Le vendite all’estero sono calate del 3% a valore, mentre sul mercato nazionale il calo è stato dell’8%. Anche in questo caso, la Gdo rappresenta quasi due bottiglie vendute su tre, ma il fatturato delle piccole aziende nel canale è solo il 9%, segnalando un chiaro segnale di crisi. Le piccole realtà vinicole stanno affrontando sfide enormi, con contrazioni significative sia nel mercato interno (-21%) che nelle esportazioni (-21%). Il Canada continua a essere il principale sbocco per il Valpolicella, con oltre un terzo delle vendite totali, seguito dagli Stati Uniti (19%) e dalla Norvegia (9%).
Un settore in evoluzione
Secondo Denis Pantini, responsabile di Nomisma-Wine Monitor, la pandemia ha creato un mercato “spaccato in due”, dove la dimensione aziendale gioca un ruolo cruciale nel determinare le strategie di vendita e posizionamento dei vini. Questo scenario non è unico per la Valpolicella, ma è un fenomeno comune a molti vini italiani, spingendo i produttori a rivedere le loro strategie commerciali. C’è una crescente necessità di diversificazione, sia a livello di mercato che di canale, un aspetto che è emerso chiaramente nell’indagine condotta nell’ambito dell’Osservatorio sui vini della Valpolicella.
Questo contesto complesso e in continua evoluzione richiede un’attenzione particolare per le piccole aziende vinicole, che devono adattarsi rapidamente alle nuove dinamiche di mercato, trovando modi innovativi per raggiungere i consumatori e mantenere la loro presenza sia sul mercato nazionale che su quello internazionale.