Nel cuore pulsante della Toscana, precisamente sulle colline della Maremma, si erge Tenuta Dodici, un luogo dove la storia, la natura e la passione per il vino si intrecciano in un’armonia perfetta. Durante una visita nel novembre primaverile del 2023, ho potuto scoprire questo angolo di paradiso, dove l’orizzonte incontra il Mar Tirreno e dove gli Etruschi, antichi padri della viticoltura, hanno lasciato un’eredità indelebile.
Appena arrivato, sono stato accolto da un panorama mozzafiato: vigneti a perdita d’occhio, un paesaggio che sembra disegnato da un artista. La posizione strategica della Tenuta, esposta ai venti che spirano da ogni direzione, offre condizioni ideali per la crescita di uve sane e aromatiche. Non c’è dubbio: qui inizia la magia della vinificazione.
un viaggio tra i vigneti
La Tenuta non si limita a una sola location; i suoi vigneti si estendono in due luoghi distinti: il borgo millenario di Tatti, situato a 400 metri sul livello del mare, e la collina di Grilli, a 150 metri. In questo modo, Tenuta Dodici riesce a sfruttare le peculiarità climatiche di ciascun sito, contribuendo alla creazione di vini unici.
Stephan Tuvykin, figlio del proprietario e attuale general manager, insieme a Beppe Esposito, esperto del settore commerciale, mi hanno accompagnato in un affascinante tour tra i vigneti. La passione di Stephan per la vinificazione è contagiosa. “È stato mio padre, Konstantin, a trasmettermi l’amore per questo mestiere,” racconta con entusiasmo. “La bellezza di questo paesaggio è indescrivibile e mi fa apprezzare ancora di più il ritmo lento della natura”.
Inizialmente, Tenuta Dodici si estendeva su appena due ettari. Oggi, grazie all’impegno e alla volontà di espandere la produzione, il totale dei vigneti è di circa 13 ettari, dove si coltivano varietà come:
- Merlot
- Cabernet Sauvignon
- Syrah
- Sauvignon Blanc
- Viognier
- Vermentino
- Sangiovese
- Ciliegiolo
Ogni varietà si adatta perfettamente alle diverse altitudini e microclimi delle due location, creando un mosaico di sapori e profumi.
l’arte della vinificazione
La struttura della cantina è stata progettata per integrarsi perfettamente con l’ambiente circostante. Iniziati nel 2014, i lavori hanno dato vita a spazi moderni e funzionali, incastonati nella collina, che garantiscono stabilità in termini di temperatura e umidità. Questa attenzione al dettaglio è fondamentale per la produzione e la conservazione dei vini.
A Tatti, ad esempio, i vigneti sono dedicati principalmente a Sangiovese, Cabernet, Merlot e a filari di Alicante, Syrah e Cabernet Franc. Qui, la freschezza delle uve è assicurata dalla posizione elevata. Al contrario, i vigneti di Poggio Gobbo ospitano varietà come Viognier, Cabernet Sauvignon e Ciliegiolo, dove le condizioni climatiche favoriscono maturazioni più lente e complesse.
un’esperienza sensoriale
La gamma dei vini prodotti è vasta e variegata, con etichette pensate per soddisfare ogni palato. Durante la visita, ho avuto l’opportunità di degustare una selezione di vini, un vero viaggio sensoriale che ha coinvolto tutti i miei sensi. Tra gli ospiti c’erano anche Angelo Migliori, enologo e agronomo, e Graziana Grassini, una delle prime enologhe donne d’Italia e allieva di Giacomo Tachis. Graziana, recentemente chiamata in azienda, ha per obiettivo quello di guidare Tenuta Dodici verso un “nuovo corso”, alla ricerca dell’autentica identità del terroir.
L’assaggio si è rivelato un momento di grande ispirazione. Tra i vini degustati, spiccavano le etichette come il Vermentino Voilà Ancestrale e il Ciliegiolo Voilà Ancestrale, ma anche il rosato Schiava d’Amore e il Maremma D.O.C. Viognier Ciak. Ogni sorso raccontava una storia, un legame con la terra e le persone che la lavorano.
Particolarmente degni di nota sono stati il “Colpo di Sole”, un Sauvignon Blanc in purezza che ha ricevuto un punteggio di 92/100, e il “Urga 2017”, un blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon, valutato 90/100. La cura nella vinificazione si riflette in ogni bottiglia, dove ogni etichetta è legata a un’amicizia speciale tra Konstantin Tuvykin e il regista Nikita Mikhalkov, creando una connessione tra vino e cultura cinematografica.
Immaginate di visitare Tenuta Dodici come una vera e propria cittadella del vino. Qui, ogni esperienza è pensata per coinvolgere il visitatore: dalla possibilità di passeggiare tra i vigneti alla partecipazione a visite guidate che spiegano le tecnologie di produzione. Assaporare un vino nel luogo stesso in cui è nato è un’esperienza che arricchisce il palato e l’anima.
Tenuta Dodici non è solo un luogo dove si produce vino, ma un vero e proprio viaggio nella tradizione vitivinicola toscana, dove ogni bottiglia racconta la storia di un territorio unico e delle persone che lo amano. La differenza, qui, la fa la differente altitudine, e i vini di Tenuta Dodici sono la prova che la geografia e la passione possono creare qualcosa di veramente straordinario.