Roma, dicembre 2025 – Il 2025 si conferma un anno di grande successo per la produzione e commercializzazione degli spumanti italiani, che hanno superato la soglia di un miliardo di bottiglie complessivamente vendute, raggiungendo quota 1,03 miliardi, con un incremento dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Di queste, oltre 360 milioni saranno destinate ai brindisi delle festività natalizie e soprattutto di Capodanno, periodo in cui si stima che saranno stappate 106 milioni di bottiglie di bollicine, di cui il 96% rigorosamente made in Italy, con un aumento dei consumi interni del 4%.
Produzione e mercato interno in crescita nonostante le sfide globali
Nonostante un contesto internazionale complesso, caratterizzato da tensioni commerciali, dazi e cambiamenti nelle abitudini di consumo, il settore spumantistico italiano ha mostrato una notevole tenuta, superando le performance dei vini fermi. L’analisi dell’Osservatorio del vino Uiv-Ismea evidenzia come la produzione abbia registrato un +1,8% rispetto al record del 2024, con una crescita quasi triplicata negli ultimi 15 anni. Un dato significativo è il rafforzamento della domanda interna, salita del 5% rispetto al 2024, a differenza delle bollicine estere, le cui importazioni sono previste in calo dell’8%.
L’export mantiene la stabilità: il Prosecco e i Metodo Classico in evidenza
Sul fronte export, i dati Istat confermano un valore di 1,67 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2025, solo leggermente al di sotto del record 2024 (-0,5%), mentre i volumi esportati sono aumentati del 2,19%, attestandosi a 400,6 milioni di litri. La “galassia Prosecco” continua a trainare il mercato, con il Conegliano Valdobbiadene Superiore DOCG che chiude l’anno con un brillante +10%. Ottime performance anche per gli spumanti Metodo Classico, dalle denominazioni più conosciute come Franciacorta e Trentodoc fino a produzioni più di nicchia, come l’Oltrepò Pavese e l’Alta Langa.
Negli Stati Uniti, mercato leader mondiale per il vino italiano, gli spumanti hanno superato i bianchi, diventando la tipologia di vino tricolore più consumata, con una quota di mercato del 37%, seguiti dai bianchi al 36% e dai rossi al 17%. Questo dato sottolinea l’importanza crescente delle bollicine italiane anche nella mixology, dove spumanti come il Prosecco e l’Asti DOCG vengono sempre più utilizzati per cocktail e spritz, fenomeno che ha contribuito a una destagionalizzazione dei consumi.
Le festività di fine anno, che includono il Natale e il Capodanno, rappresentano dunque un momento cruciale per il settore, con milioni di brindisi che confermano il ruolo centrale delle bollicine italiane nelle celebrazioni nazionali e internazionali.
