Siccità devastante: la vigna siciliana in pericolo

Siccità devastante: la vigna siciliana in pericolo

Siccità devastante: la vigna siciliana in pericolo

Redazione Vinamundi

29 Ottobre 2025

Palermo, 7 giugno 2024 – La siccità che attanaglia la Sicilia rischia di travolgere l’intero settore vitivinicolo regionale. A lanciare l’allarme è Dino Taschetta, presidente di Colomba Bianca – Biocantine di Sicilia, che parla senza mezzi termini di un “rischio collasso”. Una situazione già segnalata dall’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, che non nasconde la crescente emergenza: “Serve dichiarare lo stato di calamità per sostenere i nostri agricoltori. I livelli d’acqua negli invasi sono critici. La situazione è davvero preoccupante”, ha spiegato Sammartino in una nota ufficiale.

Siccità e crisi idrica: i numeri che spaventano e le voci dal campo

I dati del Ministero delle Infrastrutture raccontano una realtà dura: su 46 invasi in Sicilia, solo 22 sono pieni e funzionanti come dovrebbero. Gli altri, più della metà, sono in condizioni precarie o addirittura inutilizzabili. Taschetta, che guida una delle più grandi cooperative europee del vino biologico (Colomba Bianca conta 2.480 soci e gestisce 6mila ettari, di cui 1.800 biologici), non nasconde la sua preoccupazione: “L’annata è compromessa. Se non arriva pioggia, rischiamo di perdere tutto. Senza interventi rapidi, la viticoltura in gran parte della provincia di Trapani è spacciata”, ha detto.

Il problema è più grave nella parte occidentale dell’isola, dove la mancanza di acqua si fa sentire da settimane. Le immagini dei vigneti secchi tra Marsala e Mazara del Vallo parlano da sole. Taschetta sottolinea: “La siccità non è colpa nostra, ma dobbiamo fare tutto il possibile per prevenire questi disastri”.

Dighe vecchie e cattiva gestione: un problema che si trascina da anni

Uno dei problemi più grandi è la gestione delle dighe. Molte strutture in Sicilia risalgono agli anni Cinquanta e hanno sponde di terra battuta, che necessitano di continue cure. Taschetta è netto: “Se non si interviene in fretta e non si danno le autorizzazioni per mettere in sicurezza le dighe e conservare l’acqua, rischiamo di buttare via tutto il lavoro fatto”.

Un esempio su tutti è la diga Trinità, a Castelvetrano. “Può contenere fino a 18 milioni di metri cubi d’acqua, ma lo scorso anno ne ha tenuti solo 4 milioni”, spiega Taschetta. Con questa poca acqua si riesce a irrigare solo il territorio intorno al lago. “Se fosse piena, potremmo contare su riserve per tre anni”, conclude il presidente.

Gli agricoltori chiedono aiuto: serve un piano d’urgenza

La richiesta degli agricoltori è chiara e urgente: servono interventi concreti e veloci. Taschetta propone di creare piccoli consorzi locali, con una squadra di tecnici che studino il territorio e mettano in atto i lavori necessari, insieme a contributi economici “consistenti”. “Abbiamo bisogno di un vero e proprio Piano Marshall per salvare l’acqua che abbiamo. Altrimenti la viticoltura sparirà. Se manca la base, crolla tutto”, avverte.

Il rischio, ripreso anche da Sammartino, è che senza una risposta immediata la produzione di vino siciliana subisca un colpo da cui sarà difficile rialzarsi negli anni a venire. “È una beffa che chi produce il vino debba lottare ogni giorno per avere l’acqua”, ha concluso Taschetta.

Tra speranze e attese: cosa farà la politica?

Intanto, la Regione Siciliana ha avviato le procedure per dichiarare lo stato di calamità naturale. Gli agricoltori aspettano fatti concreti: fondi straordinari, semplificazioni per intervenire sulle dighe e un piano serio per la manutenzione delle infrastrutture idriche. Ma il tempo è poco. E tra i filari ormai secchi della provincia di Trapani, la speranza resta appesa al cielo e alle decisioni della politica.

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