Nel suggestivo paesaggio dell’Oltrepò Pavese, Villa Naj si distingue come un ristorante stellato Michelin che rappresenta un punto di riferimento per la gastronomia fine dining. Sotto la guida esperta di Luca Giuliano Salvigni, sommelier con una visione dinamica e fortemente legata al territorio, questo ristorante non solo offre piatti raffinati, ma esplora anche il meraviglioso mondo delle bollicine. Salvigni sta ridefinendo il concetto di pairing gastronomico, portando le bollicine al centro dell’esperienza culinaria e proponendo combinazioni audaci che sorprendono e deliziano i palati.
L’approccio di salvigni alla carta dei vini
L’approccio di Salvigni alla carta dei vini riflette la sua personalità e filosofia professionale. Non cerca nomi altisonanti, ma si concentra sulla ricerca di etichette che raccontano storie e che esprimono la vera essenza del territorio. “La mia carta vini deve rappresentarmi”, afferma, “e per questo lavoriamo intensamente con le etichette dell’Oltrepò Pavese, ma ogni referenza deve avere carattere, stile e deve piacermi davvero”. Questa attenzione al dettaglio e alla qualità si traduce in un’offerta che esalta i prodotti locali, rendendo omaggio alle tradizioni vinicole della zona e all’abilità dei produttori artigianali.
L’approccio al pas dosé
Un aspetto particolarmente interessante del lavoro di Salvigni è l’approccio al pas dosé, una tipologia di spumante spesso percepita come estremamente secca. “C’è l’idea che il pas dosé debba essere per forza molto secco”, spiega, “ma dipende da come è fatto. Se ha morbidezze, può cercare il suo alter ego nell’amaro. Se invece è amaricante, serve un elemento dolce nel piatto a compensare. Basta un buon olio evo”. Questo approccio dimostra come la versatilità delle bollicine possa essere sfruttata per creare esperienze gastronomiche complesse e bilanciate.
I migliori spumanti gastronomici in Italia
Quando si parla di pairing, Salvigni sottolinea l’importanza del contesto e delle preferenze dell’ospite. “Dipende dall’ospite: posso restare sul tradizionale o osare”, afferma. Un esempio di questo approccio audace è rappresentato dal risotto al nero di seppia con burro agli agrumi, tartare di seppia e mandorla, abbinato a un Lambrusco di Sorbara Metodo Classico rifermentato in bottiglia. In questo abbinamento, la scelta di un vino che rompe gli schemi tradizionali dimostra la capacità di Salvigni di creare armonie inaspettate, sfidando le convenzioni e invitando gli ospiti a esplorare nuove esperienze sensoriali.
Guardando al futuro, il sommelier esprime un’ottimistica visione sugli spumanti a tavola nei ristoranti fine dining. “Sembravano una moda passeggera, ma dopo la pandemia il desiderio di leggerezza ha reso le bollicine protagoniste”, osserva. Con la giusta visione eno-gastronomica, un menu interamente dedicato alle bollicine può essere non solo coerente, ma anche elegante e totalizzante. Questa evoluzione non rappresenta solo un trend, ma una vera e propria rivoluzione nella percezione e nell’utilizzo degli spumanti nella gastronomia contemporanea.
In conclusione, l’arte del pairing gastronomico sta vivendo una fase di grande rinnovamento, e le bollicine si affermano come protagoniste indiscusse. Con esperti come Luca Giuliano Salvigni a guidare la strada, il futuro delle bollicine a tavola promette di essere ricco di sorprese e innovazioni, invitando tutti a scoprire e apprezzare la ricchezza dei sapori e delle tradizioni italiane.