L’Altra Toscana ha recentemente messo in luce un aspetto meno conosciuto del panorama vitivinicolo toscano, offrendo l’opportunità di esplorare una dimensione affascinante e ricca di tradizione. Questo evento ha riunito dieci consorzi sotto l’Associazione L’Altra Toscana, presieduta da Francesco Mazzei, che ha evidenziato la diversità e la qualità delle produzioni vinicole della regione. Queste realtà non solo rappresentano piccole aziende locali, ma custodiscono una storia vitivinicola secolare che merita di essere conosciuta e apprezzata.
I dieci consorzi e il loro valore
Ogni consorzio presente all’evento contribuisce in modo unico al patrimonio vitivinicolo della Toscana. Ecco un breve profilo di ciascuno di essi:
Consorzio di Tutela dei Vini Carmignano: Con una tradizione vitivinicola che risale al ‘700, i vini di Carmignano sono noti per la loro eleganza e complessità.
Consorzio Chianti Rùfina: Questa zona, la più alta e fresca del Chianti, produce vini di alta qualità grazie al suo microclima privilegiato.
Consorzio Vini delle Colline Lucchesi: Rappresenta una varietà di vini provenienti da aree con terreni fertili e tradizioni consolidate.
Consorzio Vini Cortona: Famoso per il Syrah, questo consorzio si distingue per la sua area che ricorda una Valle del Rodano.
Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana: Conosciuto per la freschezza e fruttuosità dei suoi vini, rappresenta la varietà della provincia di Grosseto.
Consorzio Tutela Vini Montecucco: Si propone di differenziarsi dai noti Brunello di Montalcino, presentando vini di carattere distintivo.
Consorzio del Vino Orcia: Un territorio ricco di biodiversità e tradizioni vitivinicole, mirato a differenziarsi dai famosi Brunello e Vino Nobile.
Consorzio di Tutela Vini Terre di Casole: I produttori locali hanno creato un disciplinare per garantire la qualità delle loro produzioni.
Consorzio Vini Terre di Pisa: Il più giovane dei consorzi, si dedica alla promozione della produzione vitivinicola pisana.
Consorzio Valdarno di Sopra: Riconosce il valore dei terroir locali, portando alla ribalta vini che raccontano il territorio.
Un evento di grande significato
Francesco Mazzei ha sottolineato l’importanza di questo evento, definendolo “un bel debutto” e un punto di partenza per far emergere le diversità del settore vitivinicolo toscano. L’evento si è svolto in una cornice suggestiva presso il Chiostro di Santa Maria Novella, grazie alla collaborazione con il Comune di Firenze, anche se le restrizioni legate alla pandemia hanno limitato il dialogo diretto con i produttori.
Le sfide del campanilismo
Nonostante il successo dell’evento, è emerso un tema ricorrente: il campanilismo toscano. Le realtà vitivinicole, invece di unirsi, alimentano rivalità storiche, ostacolando la creazione di un fronte comune. Questo aspetto è cruciale per il futuro del settore, che potrebbe trarre beneficio da una maggiore collaborazione.
Degustazioni straordinarie
Durante l’evento, sono stati presentati vini di grande qualità, premiati con ottimi punteggi dai degustatori. Ecco alcune delle etichette che hanno catturato l’attenzione:
- Consorzio Carmignano: Tenuta di Artimino, Grumarello 2017, Eccellente, voto 91/100.
- Consorzio Chianti Rufina: Fattoria Selvapiana, Riserva Vigneto Blucerchiale 2019, Eccellente, voto 90/100.
- Consorzio Colline Lucchesi: Tenuta Maria Teresa, Toscana Rosso Urlo di Lupo 2019, Eccellente, voto 90/100.
- Consorzio Vini Cortona: Stefano Amerighi Syrah 2019, Eccellente, voto 90/100.
- Consorzio Maremma Toscana: Nittardi, Nectar Dei 2018, Eccellente, voto 90/100.
- Consorzio Vini Montecucco: Tenuta Impostino, L’Impostino 2016, Eccellente, voto 91/100.
- Consorzio Vino Orcia: Bagnaia, La Fonte 2017, Eccellente, voto 90/100.
- Consorzio Terre di Casole: Camporignano, Comeunavolta 2018, Eccellente, voto 91/100.
- Consorzio Terre di Pisa: Podere La Chiesa, Opera in Rosso 2017, Eccellente, voto 90/100.
- Consorzio Valdarno di Sopra: Il Carnasciale, Ottantadue 2019, Eccellente, voto 90/100.
L’Altra Toscana ha quindi fatto un grande debutto, offrendo non solo vini straordinari, ma anche una storia vitivinicola che merita di essere raccontata e valorizzata.