Sabelli conquista il mercato americano nonostante i dazi doganali

Sabelli conquista il mercato americano nonostante i dazi doganali

Sabelli conquista il mercato americano nonostante i dazi doganali

Redazione Vinamundi

5 Novembre 2025

Ascoli Piceno, 5 novembre 2025 – Il Gruppo Sabelli, storico produttore marchigiano di formaggi freschi, ha chiuso il 2024 con un balzo del 25% nell’export, toccando i 50 milioni di euro. Ora l’obiettivo è chiaro: conquistare gli Stati Uniti. Nonostante i dazi imposti dall’amministrazione Trump, la società – guidata da Angelo Galeati e Simone Mariani, eredi della famiglia fondatrice – ha debuttato a luglio al Fancy Food di New York, la fiera più importante del settore alimentare americano. La volontà è quella di rafforzare la propria presenza oltreoceano, per bilanciare il rallentamento del mercato interno, segnato da inflazione e calo dei consumi.

Export in crescita: burrata e stracciatella spingono Sabelli

Il 2024 è stato un anno decisivo per i formaggi freschi Sabelli. La burrata e la stracciatella hanno fatto registrare una domanda in forte aumento, soprattutto in Europa. “L’export è cresciuto del 25% – spiega Angelo Galeati, amministratore delegato – e la burrata resta il cuore della nostra identità: è tradizione, cura della materia prima e sapore moderno”. Il gruppo conta oggi circa mille dipendenti e collaboratori, sei stabilimenti produttivi e nove centri distributivi. Un successo costruito anche grazie ai marchi acquisiti negli ultimi anni, come Stella Bianca, Bustaffa, Natura Sincera e Val d’Aveto.

La fetta più grande delle vendite è ancora della mozzarella e delle sue varianti, con il fiordilatte in prima linea, che coprono circa il 60% del fatturato. Burrata e stracciatella valgono il 15% ma crescono più velocemente e garantiscono margini migliori. Stracchini e robiole si mantengono su numeri simili.

America in vista: “I dazi non ci fermano”

Sbarcare negli Stati Uniti è una tappa fondamentale per Sabelli. Anche se i prodotti caseari italiani pagano un dazio del 15%, la domanda americana per il made in Italy resta forte. “I dazi non aiutano, è vero – dice Galeati – ma non sono un ostacolo insormontabile. Gli americani cercano la qualità italiana e sono pronti a pagarla”. La partecipazione al Fancy Food di New York ha aperto una nuova fase: “Contiamo di vedere i primi risultati concreti nei primi mesi del prossimo anno”, aggiunge l’amministratore delegato.

Gli importatori statunitensi hanno già confermato gli ordini, un segnale che il mercato è vivo. Galeati sottolinea che, rispetto ad altri prodotti italiani già affermati negli Usa, il settore dei formaggi freschi ha margini di crescita più ampi. “Il nostro comparto è meno maturo, c’è spazio per allargarsi”, osserva.

Europa solida, Ucraina sorprende

Se gli Stati Uniti sono la nuova sfida, l’Europa resta il pilastro dell’export Sabelli. In Germania – dove la produzione locale di mozzarella è molto sviluppata – i consumatori continuano a preferire la qualità italiana. Francia e Inghilterra si confermano mercati stabili; la Francia è, in particolare, il primo importatore di mozzarella italiana. “Anche in Ucraina le vendite vanno avanti, nonostante la guerra”, racconta Galeati. Un dato che sorprende e mostra la tenacia della domanda.

Mercato italiano in difficoltà: pesa l’inflazione

Sul fronte interno, invece, la situazione è più complicata. Nei primi otto mesi del 2024 i consumi sono calati sia nella ristorazione che nella grande distribuzione. “La prima parte dell’anno è stata negativa – ammette Galeati – soprattutto fuori casa: il mercato delle pizzerie per noi è fondamentale”. Nemmeno agosto, mese tradizionalmente positivo per i latticini freschi, ha invertito la rotta.

L’inflazione ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie italiane. I consumatori hanno scelto le marche private a scapito dei brand storici. Nel frattempo, i costi delle materie prime sono aumentati: “Il latte pesa per più del 50% sui costi totali – spiega l’ad – bastano pochi centesimi in più al litro per comprimere i margini”.

Prospettive: innovare e guardare oltre l’Europa

Nonostante le difficoltà interne, Sabelli guarda avanti con fiducia. L’obiettivo è rafforzare la posizione nei mercati europei consolidati e spingersi oltre i confini continentali. La burrata resta il fiore all’occhiello: “Un capolavoro dell’arte casearia italiana”, la definisce Galeati. La sfida americana è appena cominciata, ma il traguardo è chiaro: crescere all’estero per dare stabilità e futuro al gruppo nato ad Ascoli Piceno nel 1921.

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