Bolzano, 14 novembre 2025 – Un viaggio nel tempo che intreccia ricordi e futuro, raccontato dalle voci di chi ha davvero cambiato il volto di un territorio. Ieri sera, al Filmclub di Bolzano, il Consorzio Vini Alto Adige ha presentato in anteprima il docufilm “Vino in Alto Adige – Storia di una rinascita”. Un tributo a chi, dagli anni Ottanta, ha guidato la svolta che ha trasformato la viticoltura locale in un modello riconosciuto in tutto il mondo.
Dodici protagonisti per una storia di cambiamento
Davanti alla telecamera si sono alternati dodici pionieri del vino altoatesino, tra cui Luis Raifer, Alois Lageder, Elena Walch e Hans Terzer. Racconti di sfide, vittorie e ricordi si mescolano a immagini delle vigne e delle montagne, disegnando il quadro di una rinascita che ha segnato profondamente l’identità della regione. “Se negli anni Ottanta non ci fossero stati uomini e donne pronti a rischiare, oggi l’Alto Adige non sarebbe dove è”, ha sottolineato Andreas Kofler, presidente del Consorzio, davanti a un pubblico attento. La sala, piena già dalle 19.30, ha accolto con applausi sia i volti storici sia le nuove leve.
La svolta degli anni Ottanta: qualità e radici
Il film ripercorre quegli anni di crisi profonda, dalla fine degli anni Settanta all’inizio degli Ottanta, quando la viticoltura altoatesina ha rischiato grosso. Fu allora che, grazie al coraggio di alcuni produttori, si decise di puntare su qualità e identità del territorio, lasciandosi alle spalle metodi superati. “All’epoca tutti remavano dalla stessa parte”, ha raccontato Kofler, “convinti che un nuovo futuro fosse possibile e lavorando senza sosta per realizzarlo”. Non fu un percorso facile: tanti ricordano ancora le difficili notti passate in cantina ad Appiano, tra riunioni infuocate e dubbi su un cambiamento che sembrava rischioso.
Un patrimonio di storie per chi verrà dopo
L’idea del film è nata dal desiderio di Eduard Bernhart, direttore del Consorzio, di conservare la memoria di quel momento decisivo. “Queste persone hanno scritto la storia di una nuova epoca”, ha spiegato Bernhart. “Era fondamentale fissare il loro spirito, non solo per noi, ma soprattutto per chi seguirà”. Il progetto, che ha richiesto cinque anni e la produzione di Axel Bernhard con F-Tech Production, è il secondo grande capitolo culturale del Consorzio dopo il libro “Vino in Alto Adige”, premiato dall’OIV come uno dei migliori nella categoria “Wines and Territories”. Le riprese si sono svolte tra vigne di Termeno, Caldaro, Magreid, con interviste raccolte tra filari e botti.
Donne e giovani: il futuro del vino altoatesino
Accanto ai volti noti, il film mette in luce le nuove generazioni, spesso guidate da donne, che portano avanti con passione l’eredità di famiglia. Sullo schermo si vedono le storie di Helena Lageder, Veronika Pfeifer, Gloria Mayr, Katharina Mayr, Emma Foradori e Maria Niedrist. Ragazze cresciute tra i vigneti che raccontano con semplicità la sfida di innovare senza tradire la tradizione. “Il dialogo tra passato e presente è ciò che dà vita al film”, ha detto Bernhart. Ci sono scene di giovani produttrici all’alba, tra cassette di uva e appunti sparsi sul banco della cantina.
Un omaggio sincero alla terra e alla sua gente
“Vino in Alto Adige – Storia di una rinascita” non è solo un documentario. È un gesto d’amore verso la terra e chi l’ha resa grande. Il film vuole essere un archivio di emozioni e visioni, raccontando come il vino sia cultura, comunità e identità. Con questo lavoro, il Consorzio Vini Alto Adige non solo custodisce il passato, ma guarda avanti, celebrando la forza del cambiamento e la continuità di un sapere che hanno portato l’Alto Adige a essere una delle regioni vinicole più apprezzate d’Europa. La proiezione tornerà presto in altre città italiane; intanto, tra i filari, già si parla di nuove storie da raccontare.
