Pacchetto Vino: un passo avanti per il settore, ma le sfide non sono finite

Pacchetto Vino: un passo avanti per il settore, ma le sfide non sono finite

Pacchetto Vino: un passo avanti per il settore, ma le sfide non sono finite

Redazione Vinamundi

14 Novembre 2025

Bruxelles, 14 novembre 2025 – Ieri la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha dato il via libera al cosiddetto “Pacchetto Vino”, un passo decisivo per il mondo del vino in Europa. La notizia è arrivata nel primo pomeriggio da Bruxelles e ha subito acceso il dibattito tra le principali associazioni di settore. Confcooperative Fedagripesca, con il presidente del settore vitivinicolo Luca Rigotti, ha parlato di “un passo avanti importante per il futuro del vino europeo e per la competitività delle cooperative”. Ma non mancano le richieste di maggiore attenzione su alcuni punti ancora critici.

Promozione e reimpianti: le novità che contano davvero

Tra le misure più apprezzate da Confcooperative Fedagripesca spicca l’aumento dal 50% all’80% del finanziamento per i programmi di promozione. Un segnale, secondo Rigotti, che dimostra attenzione verso un comparto che ha bisogno di stabilità e prospettive chiare. C’è poi la fine del limite temporale per le campagne rivolte a un singolo Paese, che apre nuove strade per la pianificazione commerciale. “Finalmente – ha detto Rigotti – si potrà lavorare su mercati strategici senza il peso delle scadenze”.

Sul fronte produzione, il via libera alle autorizzazioni per il reimpianto fino a otto anni è visto come una boccata d’ossigeno. “Permette ai produttori di pianificare con più tranquillità”, ha aggiunto Rigotti, sottolineando come questo favorisca investimenti e programmazione a medio termine.

Etichetta digitale e lotta alle malattie: più trasparenza sul bicchiere

Un’altra novità che ha raccolto consensi è l’introduzione dell’etichetta elettronica. Un modo per dare ai consumatori più informazioni senza toccare l’etichetta tradizionale. L’obiettivo è chiaro: aumentare la trasparenza e spingere il settore verso la digitalizzazione. “È una risposta concreta a chi chiede più chiarezza”, ha commentato Rigotti.

Sul fronte sanitario, il pacchetto prevede un sostegno fino al 100% dei costi ammissibili per combattere la flavescenza dorata e altre malattie che mettono a rischio le vigne. Una misura che, secondo i tecnici di Confcooperative, potrebbe segnare una svolta nella gestione delle emergenze fitosanitarie.

Le cooperative ora riconosciute come gruppo di imprese

Per la prima volta, le imprese cooperative vengono ufficialmente riconosciute come “pluralità di imprese aggregate”. Questo significa che potranno accedere ai finanziamenti europei al massimo tasso previsto, come le micro, piccole e medie imprese. “Un riconoscimento fondamentale per il valore che il modello cooperativo ha nei territori viticoli e nell’economia locale”, ha sottolineato Rigotti.

La novità è stata accolta con entusiasmo dalle grandi centrali cooperative italiane e potrebbe dare una spinta significativa agli investimenti delle aziende associate. “Non sono solo soldi – ha confidato un dirigente di una cooperativa trentina – ma un cambio di mentalità sul nostro ruolo”.

Misure di crisi: opportunità da maneggiare con cura

Non tutto però è stato preso con entusiasmo dagli operatori. Le misure di estirpo e distillazione, inserite tra gli interventi finanziabili, vengono guardate con prudenza. “Vanno valutate con attenzione, tenendo conto delle realtà locali”, ha avvertito Rigotti, preoccupato per possibili sprechi o distorsioni nell’uso delle risorse. Per Confcooperative Fedagripesca serve un approccio flessibile, che tenga conto delle vere esigenze di ogni territorio.

Tra le novità più discusse spicca anche il sistema di carry over, che permetterà agli Stati membri di usare negli anni successivi i fondi non spesi in caso di crisi. Una soluzione che potrebbe dare più margine di manovra nella gestione dei soldi europei.

Il percorso verso il Trilogo: l’attesa per la plenaria

Ora il dossier passa all’esame della plenaria del Parlamento europeo, prevista per il 25 novembre 2025. Solo dopo si aprirà il confronto tra Parlamento, Consiglio e Commissione – il cosiddetto Trilogo – per definire il testo definitivo. Un cammino ancora lungo, che deciderà le politiche per il vino in Europa nei prossimi anni.

“Continueremo a lavorare – ha concluso Rigotti – perché il testo finale riconosca davvero le specificità del modello cooperativo e metta le imprese nelle condizioni di affrontare le sfide future con strumenti efficaci, flessibili e pensati per chi produce”. In gioco c’è l’equilibrio tra competitività, sostenibilità e tutela delle imprese: una partita che riguarda da vicino migliaia di aziende italiane ed europee.

Change privacy settings
×