Roma, 16 novembre 2025 – Il settore vitivinicolo europeo si prepara a una significativa riforma normativa grazie al nuovo pacchetto Ue sul vino presentato dalla Commissione europea il 28 marzo 2025 e recentemente approvato dalla commissione AGRI del Parlamento europeo lo scorso 5 novembre. Questo pacchetto legislativo, frutto di un lungo processo di confronto tra le istituzioni europee, si propone di modernizzare le regole comunitarie in risposta a sfide cruciali come il cambiamento climatico, i mutamenti nelle abitudini di consumo e le pressioni sui mercati internazionali.

Le innovazioni del pacchetto Ue sul vino
Tra le novità più rilevanti figura l’introduzione di strumenti volontari per gli Stati membri per gestire l’eccesso di produzione, quali l’estirpazione di vigneti, la vendemmia verde e la distillazione. Questi interventi, una volta erano considerati aiuti centralizzati, diventano ora misure nazionali flessibili adattabili alle necessità specifiche di ogni Paese, inclusa l’Italia.
Il pacchetto amplia inoltre le possibilità di promozione del vino europeo sui mercati extra-UE, concedendo maggiori finanziamenti pubblici e campagne di più lunga durata per valorizzare il Made in Europe a livello globale. Viene inoltre snellita la burocrazia per facilitare tali iniziative.
Un altro aspetto innovativo riguarda l’etichettatura di vini a basso o nullo contenuto alcolico: vengono definite soglie precise per utilizzare indicazioni come “alcohol-free” e “alcohol-reduced”, mentre il vino dealcolato entra esplicitamente nella normativa vitivinicola, con riflessi su produzione e certificazione. La normativa offre poi maggiore libertà per l’innovazione di prodotti aromatizzati, ad esempio con l’uso di vino rosato in alcune referenze regionali, per meglio rispondere alla domanda dei consumatori.
Impatti e critiche sul piano italiano
Il pacchetto stabilisce un limite massimo di cinque anni per le misure di ristrutturazione e conversione dei vigneti, un termine che, secondo la Coldiretti, rappresenta un vincolo significativo per molte aziende vitivinicole italiane. La confederazione di rappresentanza agricola, guidata da Ettore Prandini, sottolinea come questo periodo possa risultare troppo breve per ammortizzare gli investimenti complessi richiesti da operazioni di riconversione verso varietà più resistenti e sostenibili, necessarie in un contesto sempre più influenzato dagli effetti del cambiamento climatico.
Inoltre, Coldiretti evidenzia la necessità di un’attenta trasposizione delle nuove norme nei decreti attuativi italiani, in modo da tener conto delle specificità territoriali e produttive, nonché di una gestione coordinata degli strumenti nazionali come le estirpazioni e le vendemmie ridotte.
