Il mondo del vino italiano sta attraversando un momento cruciale, e le parole di Angiolino Maule, fondatore e presidente di VinNatur, risuonano come un campanello d’allarme. Nel recente Libro Bianco del Vino pubblicato nel numero 147 di I Grandi Vini, Maule esprime preoccupazioni profonde riguardo al futuro del vino naturale in Italia. Con oltre 200 produttori uniti nella sua associazione, Maule sottolinea l’importanza di un modello produttivo etico, sostenibile e rispettoso della biodiversità, ma avverte anche delle sfide economiche e culturali che minacciano la nostra ricca tradizione vinicola.
la sfida del cambiamento e l’economia del vino
Secondo Maule, la principale sfida del vino italiano non è solo il cambiamento climatico, ma anche una crisi economica imminente. “Se non invertiamo la tendenza al rallentamento del mercato, molti produttori di vino rischiano di fallire”, afferma. Il settore ha cercato di attrarre un pubblico più ampio semplificando il vino, ma questa scelta ha comportato una perdita di unicità. Maule sottolinea: “Abbiamo dimenticato cosa rende il vino così unico”, evidenziando la necessità di riscoprire la diversità come valore fondamentale.
riconquistare i giovani consumatori
Un altro aspetto allarmante è la disaffezione dei giovani nei confronti del vino. Maule osserva che un’intera generazione di italiani ha smesso di bere alcolici. Fino a poco tempo fa, la fascia demografica principale alle fiere del vino era quella tra i 25 e i 35 anni, ma oggi molti di questi consumatori hanno superato i 35 anni senza essere sostituiti da nuovi appassionati. Per riconquistare questa fascia di popolazione, Maule suggerisce di:
- Comunicare in modo chiaro attraverso i canali preferiti dai giovani.
- Stimolare la loro curiosità riguardo ai vini.
- Spiegare le differenze di gusto tra i vari vini.
investire nei mercati asiatici e nella cultura del vino
Maule indica chiaramente l’Asia come un mercato cruciale per il futuro del vino italiano, citando in particolare Cina e Giappone. Il Giappone è un mercato tradizionale per il vino naturale, mentre la Cina rappresenta un’enorme opportunità grazie alla crescente domanda di bevande alcoliche di qualità. Oltre ai mercati, Maule evidenzia l’importanza dei canali di distribuzione, sottolineando il ruolo cruciale della ristorazione nella promozione della cultura del vino. “La cucina italiana è amata in tutto il mondo e il vino è strettamente legato al cibo”, afferma.
Bere vino in un ristorante offre l’opportunità di ricevere consigli da sommelier, rendendo l’esperienza più coinvolgente. Maule sottolinea che il vino è una scoperta continua, sia per i neofiti che per i più esperti, e senza un forte settore della ristorazione, il mondo del vino risulta più vulnerabile.
migliorare la trasparenza e la percezione del vino
Maule propone anche una modifica normativa per migliorare il settore vitivinicolo, suggerendo di indicare in etichetta non solo la dicitura “CONTIENE SOLFITI”, ma anche la quantità effettiva presente nel vino, utilizzando una scala cromatica per facilitare la comprensione. Questo potrebbe aumentare la trasparenza e aiutare i consumatori a fare scelte più informate.
Infine, per migliorare la percezione del vino italiano a livello globale, è essenziale puntare sulla qualità, sia in termini gustativi che di sostenibilità. Maule afferma: “Dobbiamo puntare a essere un paese a forte trazione biologica”, riconoscendo però che le attuali tendenze nel settore sembrano andare in direzione opposta. È fondamentale rendere il consumo di vino un’esperienza piacevole e accessibile, evitando rituali complessi che possono intimidire i neofiti.
La visione di Maule è chiara: il vino italiano ha un potenziale straordinario, ma è fondamentale tutelare la diversità e comunicare in modo efficace per attrarre le nuove generazioni e rinvigorire un settore che sta affrontando sfide significative.
