L’agricoltura lombarda ha chiuso il primo semestre del 2023 con risultati incoraggianti, consolidando la sua posizione come uno dei settori più fiorenti del made in Italy agroalimentare. Secondo il recente rapporto congiunto di Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia, l’export agroalimentare ha registrato un incremento dell’8,8%. Questo dato non è solo un segnale di vitalità per il settore, ma anche un indicatore di come l’agricoltura lombarda riesca a navigare in un contesto economico globale caratterizzato da incertezze e sfide.
L’aumento dell’export è stato principalmente trainato dal settore lattiero-caseario, il quale ha beneficiato di prezzi elevati e di una domanda estera costante, evidenziando la forza della tradizione casearia lombarda, nota per la produzione di formaggi di alta qualità come il Grana Padano e il Gorgonzola. Anche la filiera suinicola ha mostrato segni di stabilità, con un recupero dei consumi legato a un rallentamento dei prezzi al dettaglio.
Un altro aspetto positivo riguarda la produzione cerealicola, che ha visto rese più elevate rispetto all’anno precedente, in particolare per quanto riguarda il frumento e il mais. Anche il riso, prodotto simbolo della pianura padana, ha visto un incremento delle quotazioni, contribuendo ulteriormente alla crescita del comparto. Questi risultati pongono la Lombardia come un attore chiave nell’approvvigionamento alimentare nazionale, dimostrando la capacità delle aziende agricole di adattarsi e innovare.
Il vino lombardo tra ripresa produttiva e domanda in calo
Il focus dell’analisi semestrale si è concentrato in particolare sul settore vitivinicolo, che ha conosciuto una ripresa della produzione dopo la flessione del 2024. Le prime stime sulla vendemmia 2025 indicano un aumento della produzione, segnale positivo per i viticoltori lombardi. Tuttavia, nonostante questa ripresa, i produttori esprimono preoccupazione per la diminuzione della domanda sia interna che estera, una situazione che potrebbe rallentare la ripresa del comparto.
Il vino lombardo, già famoso per le sue denominazioni di origine controllata e garantita (DOCG) come il Franciacorta e il Valtellina Superiore, deve affrontare la sfida di mantenere un equilibrio tra quantità e qualità. La valorizzazione delle produzioni locali, attraverso strategie di marketing mirate e un posizionamento efficace sui mercati internazionali, è fondamentale per garantire un futuro florido al settore. Le aziende vinicole stanno sempre più orientando i loro sforzi verso pratiche sostenibili e innovative, in linea con le esigenze di un mercato globale sempre più attento alla qualità e alla sostenibilità.
Latte, formaggi e carni trainano l’agroalimentare lombardo
Il comparto lattiero-caseario si conferma, quindi, il motore economico dell’agricoltura lombarda. La solidità di questo settore è sostenuta da una domanda internazionale in crescita e da un’efficace gestione dei costi produttivi. La Lombardia, grazie alla sua tradizione casearia, continua a essere un punto di riferimento per i prodotti lattiero-caseari di alta qualità.
Inoltre, il settore suinicolo, dopo un periodo di difficoltà, mostra segnali di stabilità. I consumi di carne suina sono in ripresa, con i prezzi che si stabilizzano, permettendo ai produttori di respirare dopo anni di flessione. Anche la filiera dei cereali, grazie a rese superiori rispetto all’anno precedente e a un incremento dei prezzi, si sta riprendendo e contribuendo a rafforzare ulteriormente l’intero sistema agroalimentare lombardo.
Le dichiarazioni di Beduschi e Auricchio
Alessandro Beduschi, assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, ha sottolineato l’importanza di questi dati, affermando che “l’agricoltura lombarda conferma la propria solidità economica e il suo valore sociale. È un presidio di identità e sicurezza alimentare in un contesto segnato da instabilità geopolitica e transizione climatica.” Beduschi ha anche rimarcato il compito delle istituzioni di sostenere gli investimenti e l’innovazione nei campi e nelle cantine della regione.
Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia, ha aggiunto che “questi dati confermano la forza delle nostre filiere. Il gradimento dei prodotti lombardi cresce nel mondo grazie alla qualità e alla reputazione delle nostre eccellenze agroalimentari.” Le sue parole evidenziano l’importanza di continuare a valorizzare il patrimonio produttivo della regione, promuovendo le eccellenze locali su scala globale.
Lombardia, laboratorio di qualità per il vino italiano
La Lombardia si conferma un laboratorio di qualità per il vino italiano, con regioni vinicole rinomate come il Franciacorta, celebre per i suoi spumanti, e l’Oltrepò Pavese, noto per i suoi vini rossi e rosati. Non da meno il Lugana, apprezzato per i suoi bianchi freschi e fruttati, e la Valtellina, che offre vini robusti e strutturati.
L’impegno delle aziende vinicole verso la sostenibilità e l’innovazione, insieme alla crescita della produzione, delinea un futuro dinamico per il vino lombardo. Il settore vitivinicolo lombardo ha il potenziale per non solo recuperare, ma anche per eccellere, tanto nel mercato interno quanto in quello internazionale. Inoltre, il turismo enogastronomico, che sta guadagnando sempre più attenzione, potrà assumere un ruolo centrale nel promuovere le eccellenze vinicole della regione, creando opportunità di sviluppo economico e culturale.