L’Italia supera la Cina nel pomodoro da industria, ma il 2025 si preannuncia incerto

L'Italia supera la Cina nel pomodoro da industria, ma il 2025 si preannuncia incerto

L'Italia supera la Cina nel pomodoro da industria, ma il 2025 si preannuncia incerto

Redazione Vinamundi

23 Ottobre 2025

Nel panorama della produzione agricola mondiale, il pomodoro da industria rappresenta un settore di grande rilevanza, sia per la quantità di prodotto trasformato che per l’impatto economico sui territori coinvolti. Nel 2025, l’Italia ha registrato una produzione di 5,8 milioni di tonnellate di pomodoro, un dato che segna un lieve incremento rispetto al 2024, ma che è comunque inferiore di circa il 10% rispetto alle stime iniziali. Nonostante ciò, il Paese è riuscito a riconquistare il secondo posto nella classifica mondiale dei produttori di pomodoro da industria, superando la Cina, che ha visto una drastica riduzione della sua produzione.

Le cause di questo ribaltamento sono molteplici, ma in gran parte riconducibili a fattori climatici. In Italia, le condizioni meteo nella stagione di raccolta hanno favorito rese qualitative elevate, mentre in Cina le piogge torrenziali hanno colpito duramente i principali distretti produttivi, riducendo la loro produzione a soli 4,9 milioni di tonnellate, meno della metà rispetto all’anno precedente. Questo scenario ha permesso all’Italia di risalire la classifica, nuovamente dietro solo agli Stati Uniti.

Superficie coltivata e sfide della campagna 2025

In Italia, la superficie coltivata a pomodoro da industria ha raggiunto 78.695 ettari, un dato che evidenzia l’importanza di questo prodotto per l’economia agricola nazionale. Tuttavia, non sono mancate le difficoltà durante la campagna di trasformazione 2025. Marco Serafini, presidente di Anicav (Associazione Nazionale dell’Industria Conserviera di Pomodoro), ha sottolineato come lo sfasamento dei tempi di maturazione della materia prima abbia comportato un allungamento dei periodi di trasformazione. Questo ha impedito alle aziende, specialmente nel Centro-Sud, di operare a pieno regime, provocando una significativa perdita delle economie di scala.

Incremento dei prezzi e turbolenze di mercato

Un altro aspetto critico è rappresentato dagli incrementi del prezzo pagato per il pomodoro, che rimane il più alto al mondo. Questa situazione ha creato distorsioni nel mercato, mettendo a rischio la stabilità del comparto. Le aziende si trovano quindi a dover affrontare non solo le sfide interne legate alla produzione, ma anche le turbolenze di un mercato internazionale in continua evoluzione. Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav, ha fatto eco a queste preoccupazioni, evidenziando come la congiuntura internazionale stia mettendo a dura prova il settore.

Analisi delle diverse aree produttive

Analizzando i dati della campagna, emerge un quadro differenziato tra le diverse aree del Paese. Nel Centro-Sud, sono state trasformate 2,71 milioni di tonnellate di pomodoro, registrando un calo del 5,3% rispetto al 2024. Al contrario, il bacino settentrionale ha registrato un incremento notevole, con un trasformato finale di 3,12 milioni di tonnellate, segnando un aumento del 27,6% rispetto all’anno precedente. Questo divario evidenzia non solo le diverse condizioni climatiche, ma anche le variazioni nelle pratiche agricole e nelle strategie di gestione delle aziende.

Il pomodoro da industria rappresenta un simbolo della tradizione gastronomica italiana, con un ruolo centrale nella produzione di prodotti come pelati, passate e salse. L’Italia è infatti riconosciuta a livello mondiale per la qualità dei suoi prodotti trasformati, che sono molto richiesti sui mercati esteri. Tuttavia, per mantenere questa posizione di prestigio, è fondamentale affrontare le sfide che il settore deve affrontare, investendo in innovazione e sostenibilità.

La produzione di pomodoro da industria è anche un importante motore economico per molte regioni italiane, creando posti di lavoro e contribuendo al reddito di migliaia di agricoltori e lavoratori. Le sfide attuali, quindi, non riguardano solo le aziende coinvolte nella trasformazione, ma anche l’intera filiera produttiva e l’economia locale.

In questo contesto, è fondamentale unire le forze tra agricoltori, trasformatori e istituzioni per garantire un futuro sostenibile per il pomodoro da industria in Italia. È necessario promuovere pratiche agricole più resilienti e sostenibili, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e alle fluttuazioni del mercato globale.

La sfida per il futuro è quindi duplice: da un lato, si deve continuare a garantire la qualità del prodotto, dall’altro è essenziale lavorare per una maggiore stabilità del settore, che possa affrontare le incertezze del mercato internazionale. Solo così l’Italia potrà consolidare la sua posizione di leader nella produzione di pomodoro da industria a livello mondiale.

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