Simbolo di prosperità e fortuna, le lenticchie sono protagoniste del cenone di Capodanno: storia, varietà italiane e consigli per prepararle secondo la tradizione
Roma, 31 dicembre 2025 – In occasione della tradizionale notte di San Silvestro, la lenticchia si conferma protagonista indiscussa del cenone di Capodanno, simbolo di prosperità e di buon auspicio per l’anno che verrà. Questa antica usanza, radicata nella cultura italiana, affonda le proprie origini nell’epoca romana e continua a essere celebrata in tavola con riti carichi di significato e tradizione.
La storia e il valore simbolico delle lenticchie a Capodanno
Il rituale di consumare lenticchie durante il cenone del 31 dicembre si lega a un’antica credenza secondo cui questi legumi porterebbero ricchezza e fortuna. Già nella Roma imperiale, come testimoniano fonti storiche, si regalava la “scarsella”, una piccola borsa di cuoio contenente lenticchie, con l’augurio che si trasformassero in monete d’oro. La forma tondeggiante e la capacità di moltiplicarsi delle lenticchie erano metafore perfette di abbondanza e prosperità.
Nel Medioevo, la tradizione si arricchì con l’introduzione del maiale, simbolo di benessere contadino, che affiancò le lenticchie nel piatto con zampone e cotechino. Questa combinazione culinaria rappresentava una mano sullo stomaco e l’altra sul portafogli, un augurio di salute e ricchezza per il nuovo anno. Oggi, oltre alla ricetta classica, chef e appassionati propongono varianti innovative con spezie esotiche, molluschi e preparazioni creative, mantenendo vivo il legame tra tradizione e innovazione gastronomica.
Le varietà italiane e le caratteristiche botaniche della lenticchia
La lenticchia (Vicia lens) è una pianta angiosperma appartenente alla famiglia delle Fabaceae, coltivata da millenni e apprezzata per il suo alto contenuto proteico e di ferro. In Italia esistono numerose varietà locali, ognuna con un forte legame territoriale e culturale. Tra le più celebri spicca la lenticchia di Castelluccio di Norcia (IGP), famosa per la sua qualità e delicatezza. Altre varietà importanti sono la lenticchia di Altamura, quella nera di Leonforte, più rustica e intensa, e la rossa di Ustica, nota per la rapida cottura.
Dal punto di vista botanico, la lenticchia è una pianta annuale erbacea con steli ramificati e foglie composte, e produce piccoli legumi appiattiti contenenti due semi rotondeggianti. Si adatta a terreni di diversa natura e ha una buona tolleranza alla siccità, migliorando anche la fertilità del suolo grazie alla fissazione biologica dell’azoto. La coltivazione varia a seconda del clima: nelle regioni temperate si semina in inverno o primavera, mentre in zone subtropicali la semina avviene a fine stagione delle piogge.
Preparazione e consigli per gustare le lenticchie in umido
Tra i modi più apprezzati per consumare le lenticchie durante il periodo invernale, e in particolare nel cenone di San Silvestro, c’è la preparazione delle lenticchie in umido. Questa ricetta tradizionale prevede un soffritto di carote, sedano, cipolla e aglio, accompagnato da passata di pomodoro e aromi come alloro, rosmarino e salvia. Dopo un’attenta cottura a fuoco lento, le lenticchie si arricchiscono di sapori intensi e avvolgenti, perfette da servire con cotechino o zampone.
Per chi optasse per le lenticchie in scatola, è consigliabile ridurre la quantità di acqua e passata di pomodoro, poiché sono già cotte e non assorbiranno liquidi come quelle secche. La preparazione con lenticchie secche richiede un tempo di cottura più lungo, dai 45 ai 60 minuti, con aggiunta graduale di acqua per mantenere la giusta consistenza.
Un ultimo accorgimento riguarda la quantità: è bene non eccedere nel consumo, poiché, come segnalato da recenti episodi clinici, un’assunzione eccessiva potrebbe causare disturbi gastrointestinali anche gravi. Pertanto, la moderazione è sempre la miglior compagna della tradizione e della superstizione.
Il cenone di San Silvestro, scandito da rituali e sapori antichi, trova nelle lenticchie un simbolo di rinascita e speranza, un legame tangibile con la storia e la cultura italiana che si rinnova ogni anno, all’alba di un nuovo ciclo.
