
Lambrusco: la rinascita di un vino tra tradizione e modernità
Quando si parla di Lambrusco, si fa riferimento a un vino che non solo rappresenta una tradizione, ma che oggi si proietta verso il futuro con una nuova identità. Questo vino storico della pianura padana sta vivendo un momento di grande rinnovamento, abbracciando la leggerezza non solo come caratteristica gustativa, ma come una vera e propria filosofia di vita e gastronomia. L’occasione del World Lambrusco Day 2025, svoltosi tra le splendide vette di Courmayeur e Monte Bianco, ha messo in luce questa trasformazione, affermando con forza che il Lambrusco è un vino contemporaneo, capace di esprimere freschezza e convivialità.
La leggerezza come filosofia
Il concetto di leggerezza si riflette in un approccio più ampio alla gastronomia. Durante una cena, il celebre chef stellato Heinz Beck ha sottolineato che “la cena finisce il mattino dopo, quando ti svegli leggero e pieno di energia”. Questo approccio è il risultato di scelte consapevoli, che portano a un’esperienza culinaria arricchita da ricerca e innovazione. Beck definisce il Lambrusco “uno dei vini più moderni in circolazione”, apprezzato per la sua bassa gradazione alcolica e la versatilità, che lo rende adatto a diversi abbinamenti gastronomici.
Un’esperienza gastronomica integrata
Il Lambrusco si distingue non solo come vino da abbinare a piatti, ma come parte integrante dell’esperienza gastronomica. Alessandro Medici, un produttore consapevole, evidenzia come il Lambrusco abbia carte vincenti: un prezzo competitivo, freschezza e la capacità di dialogare con le nuove generazioni attraverso un linguaggio più pop. La valorizzazione del legame con la Food Valley è essenziale per costruire un messaggio contemporaneo e coeso.
La forza identitaria del Lambrusco
La leggerezza, per Cecilia Lombardini, rappresenta gioia, vivacità e convivialità. “Il Lambrusco è uno spirito libero, che non rinuncia alla qualità”, afferma, sottolineando come questo vino possa esaltare cucine internazionali molto diverse. La coerenza del percorso intrapreso dal Lambrusco è evidente: ha mantenuto i suoi tratti originari di freschezza, bevibilità e carattere frizzante, evolvendosi senza inseguire mode passeggere.
I numeri parlano chiaro: con oltre 10.000 ettari di vigneto e più del 60% della produzione destinata ai mercati esteri, il Lambrusco è uno dei vini italiani più apprezzati nel mondo. La sua versatilità permette di adattarsi a palati e culture diverse, da Germania a Messico, fino all’Europa dell’Est.
L’evento sul Monte Bianco ha rappresentato un momento di celebrazione, come afferma Claudio Biondi, presidente del Consorzio Tutela Lambrusco: “Abbiamo aggiornato i disciplinari e migliorato le pratiche di produzione”. Il World Lambrusco Day è diventato un faro per mostrare al mondo l’evoluzione di questo vino.
Diverse interpretazioni del Lambrusco
Esistono molteplici interpretazioni del Lambrusco, ognuna con le proprie caratteristiche. Ecco alcune delle varianti più interessanti emerse durante il World Lambrusco Day:
- Lambrusco di Sorbara vinificato in bianco: Elegante e verticale, con profumi di anice e frutta matura.
- Metodo Classico da mosto fiore di Sorbara: Un bouquet di violetta e mandorla, che esprime freschezza vibrante.
- Lambrusco Salamino: Di colore rubino brillante, con intensi profumi di fragole e lamponi.
- Lambrusco artigianale: Energico e autentico, riflette la varietà e la qualità di questo vino.
Il Lambrusco dimostra di essere uno dei vini più duttili e identitari d’Italia, capace di sorprendere e affascinare chiunque lo assaggi. Con oltre 5.000 piccoli produttori che lavorano in sinergia, il Lambrusco continua a rappresentare la ricchezza di un territorio che abbraccia colline e pianura.