Il turismo enogastronomico traina la crescita italiana: esperienze autentiche, digitalizzazione e valorizzazione dei territori conquistano i viaggiatori stranieri
Firenze, 11 novembre 2025 – Vino e cibo avanzano tra i motivi dei viaggi: il turismo enogastronomico in Italia, infatti, continua a spingere crescita e innovazione. Secondo il Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2025, presentato oggi al “Bto-Be Travel Onlife” di Firenze, negli ultimi tre anni la quota di viaggiatori stranieri attratti da cibo e vino ha raggiunto numeri da record. In Francia, per esempio, si è toccato il 74%, con incrementi che vanno dal 15 al 28% rispetto al 2016. Il dato arriva da un confronto tra i sei mercati esteri più importanti per l’Italia – Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Austria, Svizzera e Francia – e racconta una domanda sempre più orientata verso esperienze autentiche e paesaggi rurali.
Turismo enogastronomico: cosa spinge a scegliere l’Italia
A fare la differenza sono soprattutto paesaggi rurali belli da vedere e la presenza di ristoranti tipici. Più dell’80% dei turisti stranieri li indica come motivo principale per venire in Italia, con la Francia che arriva addirittura all’88%. Per il 55% di tedeschi, svizzeri e austriaci, così come per il 54% degli americani, l’Italia è sinonimo di “cibo e vino”. Solo i francesi mettono al primo posto i monumenti storici (50%). Tra le esperienze più gettonate ci sono i ristoranti tradizionali, le visite alle cantine (36% tra austriaci e svizzeri), i caseifici (34% dei francesi) e persino i birrifici (25% dei francesi e 26% degli americani).
Tra le regioni più amate spiccano Toscana (scelta dal 69% di americani e francesi), Sicilia (66% dei francesi), Sardegna e Puglia (entrambe al 63% tra i francesi). Per chi cerca il vino, Chianti ed Etna sono in cima alle preferenze, seguiti da Montepulciano, Montalcino e Bolgheri. Le Cinque Terre e la “Food Valley” dell’Emilia-Romagna stanno guadagnando sempre più consensi.
Il digitale e le nuove frontiere del gusto
Il rapporto mette in luce come la digitalizzazione stia cambiando il modo di organizzare le vacanze. Il 21% degli americani e il 18% dei francesi usano già piattaforme con intelligenza artificiale per pianificare i loro viaggi. Tuttavia, molte aziende agricole italiane sono ancora poco presenti sui social più frequentati dai giovani, come TikTok e YouTube. “L’Intelligenza Artificiale non è solo un aiuto: è la nuova base su cui si costruisce il turismo”, ha detto Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.
Cresce anche la voglia di esperienze più intime: tavoli riservati, incontri con chef e produttori, degustazioni per piccoli gruppi. Si moltiplicano i wine club, gli orti condivisi e le cucine collettive. Il benessere diventa un tema centrale. Le “Blue Zones” italiane attirano chi cerca qualità della vita e un’alimentazione sana.
Le sfide per le imprese italiane
Il rapporto sottolinea quanto sia urgente migliorare le competenze digitali nelle piccole aziende agricole e artigiane. Figure come l’hospitality manager o il curatore di esperienze enogastronomiche diventano sempre più importanti. “Dobbiamo far sì che le nostre eccellenze si facciano capire nel mondo digitale senza perdere la loro identità”, ha spiegato Garibaldi. La sfida per restare competitivi si gioca sulla qualità delle esperienze offerte e sulla capacità di creare valore insieme ai territori.
A chiudere, un messaggio chiaro: “Il futuro del turismo enogastronomico non si misura più con i numeri, ma con il valore che sa generare”, ha detto Garibaldi, stringendo tra le mani il rapporto appena presentato. Un gesto semplice, che sottolinea come – tra dati e innovazione – al centro resti sempre la relazione tra persone, comunità e territorio.
