Il vino da asporto: tendenze e sfide secondo i distributori

Il vino da asporto: tendenze e sfide secondo i distributori

Il vino da asporto: tendenze e sfide secondo i distributori

Redazione Vinamundi

20 Ottobre 2025

Il mercato del vino in Italia si trova attualmente in una fase di incertezze e sfide, visibili sia nel canale domestico che nel fuori casa. Dopo i momenti di entusiasmo post-Covid, i consumi si sono stabilizzati, e i segnali di rallentamento sono sempre più evidenti. Nei primi otto mesi del 2025, il prezzo medio delle bottiglie è aumentato di oltre il 10%, mentre i volumi di vendita hanno subito una contrazione. Questo scenario complesso è influenzato da vari fattori economici e sociali, creando un panorama sfidante per produttori e distributori.

Le difficoltà economiche dei consumatori, insieme all’aumento dei costi per i produttori e i distributori, stanno contribuendo a questo rallentamento. La crescente popolarità di cocktail e mixology tra i giovani ha spinto il vino in secondo piano, in un contesto globale segnato da guerre e crisi economiche. In questo contesto, i vini rossi sembrano soffrire di più, mentre i bianchi si mantengono stabili; alcune denominazioni, come quelle dell’Etna, mostrano una crescita evidente. Le bollicine, sebbene meno dinamiche rispetto al passato, continuano a riscuotere il favore del pubblico.

L’attenzione alla qualità delle bottiglie

L’attenzione alla qualità delle bottiglie sta crescendo, e i consumatori sembrano orientarsi verso scelte più consapevoli. Tuttavia, il tema dei ricarichi al ristorante rimane centrale nel dibattito, complicato da variabili come i costi di gestione e le strategie di magazzino. WineNews ha raccolto le opinioni di quattro importanti attori nella distribuzione di vino in Italia: Cuzziol Grandivini, Gruppo Meregalli, Sarzi Amadé e Sagna, tutti membri di Excellence Sidi, un consorzio che riunisce 21 tra le più rappresentative aziende di importazione e distribuzione a livello nazionale.

  1. Luca Cuzziol di Cuzziol Grandivini evidenzia che, nonostante una leggera contrazione del mercato, ci sono aziende in crescita.
  2. Marcello Meregalli del Gruppo Meregalli sottolinea che il mercato si è fermato a marzo, ma ha visto una ripresa a giugno, con risultati positivi nei mesi estivi.
  3. Alessandro Sarzi-Amadè conferma che, nonostante il calo in volume, i fatturati si mantengono grazie all’aumento dei prezzi.
  4. Leonardo Sagna di Sagna riflette sull’euforia dei due anni post-Covid, affermando che il 2025 si sta rivelando un anno più razionale.

Resilienza delle denominazioni

Se il quadro generale mostra una contrazione, alcune denominazioni resistono meglio. Cuzziol menziona che l’Etna, con i suoi 1.300 ettari, è meno colpito perché la domanda supera l’offerta. Altre denominazioni piccole e segmentate tendono a mantenere una buona stabilità, mentre quelle più grandi, che si distribuiscono anche nella grande distribuzione, accusano maggiormente il colpo. Meregalli aggiunge che le bollicine italiane, come il Franciacorta, continuano a registrare buone performance, così come alcuni grandi rossi, in particolare quelli piemontesi e l’Amarone della Valpolicella.

Tuttavia, la Toscana, particolarmente colpita dalla mancanza di turisti, mostra un calo dei consumi, in particolare per il Brunello di Montalcino. Meregalli sottolinea come il mercato statunitense, da sempre importante per il vino toscano, stia affrontando difficoltà nelle spedizioni.

Dinamiche dei ricarichi al ristorante

Le dinamiche dei ricarichi al ristorante sono complesse e spesso elevate, scoraggiando i consumatori. Cuzziol sottolinea che la questione dei ricarichi deve essere affrontata a livello di filiera, considerando tutti i passaggi dal produttore al consumatore finale. Meregalli concorda, affermando che gli aumenti dei prezzi si sono verificati lungo tutta la catena, non solo a livello di ristorazione. Sarzi-Amadè aggiunge che una maggiore rotazione dei vini potrebbe essere facilitata da prezzi più competitivi, ma ciò richiede anche un’adeguata qualità del servizio.

Nonostante le sfide, c’è un cauto ottimismo tra i distributori. Cuzziol chiama a rendere il vino più attraente per le nuove generazioni, affermando che è una sfida fondamentale per il futuro del settore. Meregalli si aspetta un incremento dei volumi nei consumi nel 2026, mentre Sarzi-Amadè crede che chi produce vini di qualità continuerà a prosperare. Sagna conclude con una nota positiva, osservando come il mercato abbia dimostrato resilienza nonostante le difficoltà, un segno di speranza per il futuro del vino in Italia.

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