L’Italia è sinonimo di qualità agroalimentare e si sta preparando a una sfida ambiziosa: raggiungere 50 miliardi di euro di export agroalimentare entro il 2024. Con quasi 2 milioni di imprese e 3,8 milioni di addetti, il settore agroindustriale rappresenta un pilastro dell’economia nazionale, generando un valore aggiunto di circa 130 miliardi di euro e contribuendo con 47 miliardi di euro alle esportazioni. Tuttavia, la crescente competizione internazionale mette a rischio le posizioni consolidate delle aziende italiane.
L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha creato incertezze per le aziende italiane che esportano circa 3,6 miliardi di euro di prodotti nel mercato britannico. Le negoziazioni per accordi di libero scambio sono stagnanti, mentre le abitudini dei consumatori stanno cambiando rapidamente, complicando ulteriormente la situazione per le imprese italiane.
dimensione delle aziende e sfide dell’internazionalizzazione
Uno degli aspetti cruciali da considerare è la dimensione delle aziende italiane nel panorama agroalimentare. Molte di esse sono piccole, limitando le loro capacità di affrontare le sfide dell’internazionalizzazione. A differenza delle aziende tedesche, che hanno una propensione all’export del 33%, le aziende italiane si fermano al 23%. Inoltre, ci sono problemi strutturali, come gap infrastrutturali e la mancanza di catene della Grande distribuzione all’estero, che ostacolano la crescita.
l’importanza di agrifood monitor
Per affrontare queste sfide, è stata lanciata la piattaforma Agrifood Monitor, realizzata da Nomisma e CRIF. Questa piattaforma offre un’analisi completa del settore agroalimentare italiano, raccogliendo dati da diverse fonti e fornendo benchmark aggiornati. Agrifood Monitor facilita l’accesso a informazioni preziose e promuove una lettura sistemica del settore, permettendo di identificare opportunità di crescita.
Andrea Goldstein, managing director di Nomisma, ha sottolineato l’importanza di investire in mercati a più alto tasso di crescita, come quelli asiatici. Le stime attuali suggeriscono che l’Italia rischia di raggiungere l’obiettivo di 50 miliardi di euro solo nel 2024, ben oltre il traguardo inizialmente previsto.
opportunità nei mercati extra-europei
Il mercato europeo rimane cruciale per le esportazioni italiane, rappresentando il 63% dei prodotti alimentari e il 57% delle macchine agricole. Tuttavia, è fondamentale aumentare la presenza nei mercati extra-europei, dove l’export alimentare italiano è ancora inferiore a concorrenti come Francia e Stati Uniti. Un esempio significativo è il mercato degli Emirati Arabi Uniti, dove la quota dei prodotti italiani è ancora inferiore al 3% delle importazioni alimentari complessive.
Un’indagine condotta da Agrifood Monitor ha rivelato che il Made in Italy è percepito come simbolo di alta qualità, grazie alla sua unicità e tradizione produttiva. Marco Preti, CEO di CRIBIS D&B, ha sottolineato l’importanza di costruire rapporti commerciali solidi per affrontare mercati complessi come quelli asiatici.
In conclusione, l’andamento del credito all’export per le imprese agroalimentari dimostra che il settore sta diventando sempre più internazionalizzato. La percentuale di aziende che utilizzano finanziamenti all’export è passata dal 16% nel 2013 al 41% oggi, evidenziando una crescente consapevolezza dell’importanza di investire oltreconfine. Agrifood Monitor rappresenta un passo avanti per il settore, unendo competenze e risorse per aiutare le imprese italiane a navigare con successo in un mercato globale in continua evoluzione.