Il segreto del bere consapevole: Federvini svela le nuove tendenze al convegno della Fondazione Invernizzi

Il segreto del bere consapevole: Federvini svela le nuove tendenze al convegno della Fondazione Invernizzi

Il segreto del bere consapevole: Federvini svela le nuove tendenze al convegno della Fondazione Invernizzi

Redazione Vinamundi

15 Novembre 2025

Milano, 15 novembre 2025 – Responsabilità, misura e qualità: sono queste le parole che hanno segnato il convegno “Bere di gusto, bere il giusto”, svoltosi ieri a Milano su iniziativa della Fondazione Invernizzi. Un incontro pensato per rilanciare il tema del consumo consapevole di alcol attraverso un confronto diretto tra esperti, produttori e accademici. Tra i protagonisti, Giacomo Ponti, presidente di Federvini, ha ribadito il ruolo centrale della cultura italiana del bere moderato, sottolineando come la responsabilità sia parte integrante dell’identità nazionale.

Federvini: la responsabilità al centro dello stile italiano

Responsabilità, misura e qualità sono il cuore dello stile di vita italiano”, ha detto Ponti davanti a un pubblico formato da operatori del settore, studiosi e rappresentanti delle istituzioni. Il presidente di Federvini ha ricordato l’impegno dell’associazione nel promuovere la cultura del consumo consapevole, con un’attenzione particolare ai giovani adulti. “Dal 2022 – ha spiegato – portiamo avanti il progetto ‘Comunicare il consumo responsabile’, insieme alle Università italiane. L’idea è far crescere tra i giovani la cultura della moderazione”.

Ponti ha voluto sottolineare che, per chi produce vino e spiriti in Italia, la responsabilità non è solo un dovere sociale, ma un pilastro della cultura del bere di qualità. “Non si tratta di rinunciare, ma di saper scegliere”, ha aggiunto, ricordando come la moderazione sia parte dello stile mediterraneo, apprezzato e spesso imitato fuori dai confini nazionali.

Bere bene, senza rinunce

Durante il suo intervento, Ponti ha ribadito che la valorizzazione delle eccellenze italiane passa anche da un approccio maturo al consumo. “Bere il giusto non significa privarsi, ma mettere la responsabilità al centro di una convivialità che tutto il mondo ci invidia”, ha detto. Il presidente di Federvini si è detto soddisfatto di aver portato la voce dei produttori in un dibattito definito “autorevole”, convinto che la filiera italiana sia un alleato fondamentale nel diffondere un consumo equilibrato.

La filosofia di Federvini si basa su un mix di tradizione, cultura e responsabilità sociale. L’associazione spinge a vedere il gusto non come un’abitudine qualunque, ma come un valore culturale da coltivare. Un messaggio che, secondo Ponti, deve arrivare soprattutto ai più giovani.

Scienza, cultura e comunicazione a confronto

Il convegno, condotto dalla giornalista Fernanda Roggero, ha alternato interventi di rilievo dal mondo accademico e scientifico. Il professor Claudio Mencacci, presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, ha parlato degli aspetti medici legati al consumo e all’abuso di alcol. “La prevenzione passa dall’educazione e dalla conoscenza dei rischi”, ha spiegato, ricordando che l’abuso resta una sfida sanitaria importante.

A offrire uno sguardo diverso è stato il professor Marino Niola, antropologo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Niola ha raccontato come il bere sia da sempre un elemento identitario della convivialità italiana, con radici profonde nella storia e nella cultura del Paese. “Il vino – ha detto – è simbolo di socialità e misura, non solo una bevanda”.

Verso un futuro di responsabilità condivisa

La giornata milanese ha confermato quanto sia importante il dialogo tra produttori, ricerca e cultura per affrontare il tema del consumo di alcol in modo costruttivo. Per gli organizzatori, la strada giusta non sono i divieti, ma l’educazione e la consapevolezza. Solo così si può costruire un modello di consumo sostenibile, capace di formare cittadini attenti e informati.

Federvini, con il suo intervento, conferma il ruolo di portavoce del settore nel promuovere un approccio basato su educazione, equilibrio e qualità. Un modello che vuole far apprezzare i vini e gli spiriti italiani non solo per il loro sapore, ma anche per i valori che rappresentano: convivialità, cultura e misura. In un momento in cui il dibattito sull’alcol è spesso diviso tra proibizionismo e lassismo, l’esperienza italiana offre – almeno secondo i relatori – una terza via: quella della responsabilità condivisa.

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