Roma, 12 giugno 2024 – Il Pecorino Romano guarda sempre più lontano e punta sull’Australia per allargare i propri orizzonti internazionali, mentre i timori legati ai dazi statunitensi restano in sottofondo. In questi giorni, il celebre formaggio Dop, prodotto soprattutto con latte sardo, ha preso parte con uno stand al Fine Food Australia di Sydney, la fiera agroalimentare più importante dell’Oceania. Una mossa strategica, spiegano dal Consorzio di tutela, per aprirsi a nuovi mercati in un momento di incertezza sulle esportazioni verso gli Stati Uniti.
Il mercato americano e i nodi dei dazi
Oggi, circa il 40% del Pecorino Romano prodotto in Italia finisce negli Stati Uniti, che restano il primo mercato estero. In Italia, invece, si consuma solo il 30% della produzione annuale. La situazione si è complicata con i dazi al 15% introdotti dall’amministrazione Trump: una tassa meno pesante di quelle ipotizzate in passato, ma che comunque incide sui conti dei produttori. “I dazi Usa hanno complicato parecchio il nostro lavoro”, racconta Riccardo Pastore, direttore del Consorzio. Le trattative tra Unione Europea e Stati Uniti sono ancora aperte e non si esclude una possibile revisione delle condizioni.
Australia, un’opportunità da cogliere
In questo quadro, l’Australia emerge come un mercato interessante. La presenza del Pecorino Romano al Fine Food Australia – nel Padiglione Italiano organizzato dall’Ice – ha dato modo di presentare il formaggio agli operatori e ai buyer locali. “L’interesse è stato chiaro: l’Australia può diventare un mercato importante per diversificare”, sottolinea Gianni Maoddi, presidente del Consorzio. La partecipazione alla fiera non è stata solo una vetrina, ma anche un’occasione per rafforzare il marchio a livello internazionale e stringere nuovi rapporti utili per il futuro.
Degustazioni e campagne per farsi conoscere
La promozione non si ferma qui. A ottobre, il Pecorino Romano sarà protagonista di degustazioni nei supermercati di fascia alta Harris Farm in Nuovo Galles del Sud, Queensland e Canberra. Contemporaneamente partirà una campagna editoriale, sia su carta che online, dedicata al formaggio. L’obiettivo è semplice: far scoprire il Pecorino Romano a un pubblico più vasto e preparare il terreno per una crescita stabile in Australia.
Diversificare per affrontare le sfide globali
“Cercare nuovi mercati è diventato fondamentale”, ribadisce Pastore. Il Consorzio guarda anche all’area Asia-Pacifico, dove la domanda di formaggi italiani sta crescendo. Secondo i dati diffusi dagli organizzatori di Sydney, l’interesse per i prodotti Dop italiani è aumentato del 12% nell’ultimo anno. Un segnale positivo che spinge i produttori a investire in promozione e formazione, per far capire ai consumatori locali cosa rende unico questo formaggio, nato dalla tradizione pastorale sarda.
I produttori si confrontano e guardano avanti
Tra gli stand del Convention Centre di Sydney non sono mancati momenti di confronto con operatori australiani e importatori asiatici. “Ci hanno fatto molte domande sulla stagionatura e sugli usi in cucina”, racconta uno dei produttori presenti. L’impressione è che il Pecorino Romano abbia tutte le carte in regola per farsi spazio anche lontano dai mercati tradizionali. Solo allora – dicono dal Consorzio – si potrà davvero parlare di internazionalizzazione.
In attesa di capire come evolverà la questione dei dazi Usa, la strategia resta quella di non mettere tutte le uova in un solo paniere. “Non possiamo dipendere da un solo mercato”, ammette Maoddi. Così, tra degustazioni nei supermercati australiani e nuovi incontri commerciali, il Pecorino Romano prova a scrivere una pagina nuova della sua storia. Una storia fatta di latte sardo, mani esperte e – ora più che mai – di orizzonti lontani.
