Roma, 14 novembre 2025 – Il futuro del vino europeo si decide a Strasburgo. Qui, in queste settimane, la Commissione Agricoltura del Parlamento Ue ha dato il via libera agli emendamenti del cosiddetto “Pacchetto Vino”. Un passaggio intermedio, certo, ma già fondamentale in vista del voto in plenaria previsto per il 25 novembre. Da quel momento partirà il confronto tra Commissione, Consiglio e Parlamento, il cosiddetto “Trilogo”, che dovrà mettere a punto il regolamento che guiderà il settore nei prossimi anni. Sul tavolo ci sono misure che potrebbero rivoluzionare la gestione delle risorse e la competitività delle aziende vitivinicole italiane ed europee.
Pacchetto Vino, le novità che cambiano il gioco
Tra le proposte più discusse spicca l’aumento dei fondi Ocm destinati alla promozione del vino nei Paesi extra-Ue: la quota di finanziamento europeo potrebbe salire dal 50% all’80%. Una svolta che, secondo le principali organizzazioni di categoria, darebbe ossigeno alle imprese in un momento di mercato complicato, segnato da incertezze e calo dei consumi. Un’altra novità riguarda la digitalizzazione delle etichette: sarà possibile offrire più informazioni ai consumatori senza però stravolgere l’aspetto tradizionale delle bottiglie. Inoltre, i fondi Ocm potranno finanziare anche l’espianto dei vigneti, una misura pensata per affrontare le crisi legate alla sovrapproduzione.
Le reazioni delle associazioni agricole
Le associazioni guardano al pacchetto con prudenza ma in generale con un certo ottimismo. Confagricoltura ha accolto “con favore le misure a sostegno del comparto vitivinicolo”, si legge in una nota diffusa ieri mattina. Tra gli aspetti più apprezzati c’è l’estensione da 3 a 8 anni della validità delle autorizzazioni per i reimpianti: “Un passo importante che dà più tempo ai viticoltori per organizzare gli investimenti”, sottolinea l’associazione. Rilevante anche la possibilità di portare al 80% il contributo Ue per gli investimenti contro i cambiamenti climatici. Restano però dei dubbi: “I fondi Ocm dovrebbero concentrarsi su interventi strategici come ristrutturazione e promozione, evitando misure emergenziali come estirpazione e distillazione di crisi”, avverte Confagricoltura.
Cooperative, un riconoscimento atteso
Luca Rigotti, presidente del settore vitivinicolo di Confcooperative Fedagripesca, parla di “un passo avanti importante per la competitività delle nostre aziende”. Rigotti apprezza soprattutto l’aumento dei finanziamenti per la promozione e l’eliminazione del limite di tempo per le campagne in un singolo Paese. “Le autorizzazioni al reimpianto valide per otto anni offrono più stabilità ai produttori”, spiega. Tra le novità più rilevanti, secondo lui, c’è anche l’introduzione dell’etichetta elettronica e il riconoscimento di un sostegno Ue fino al 100% dei costi ammissibili nella lotta contro malattie come la flavescenza dorata. Per la prima volta, le cooperative potranno beneficiare dell’assistenza finanziaria al massimo livello, “un segnale importante del ruolo economico e sociale che svolgono nei territori vitivinicoli”.
Le questioni ancora aperte
Non mancano però le criticità da risolvere. Sia Confagricoltura sia Coldiretti sottolineano la necessità di aprire i fondi dedicati all’enoturismo anche alle aziende agricole individuali, oggi esclusi e riservati solo ad associazioni e cooperative. “L’enoturismo è un elemento chiave per lo sviluppo economico e culturale delle zone rurali”, ricorda Coldiretti in una nota diffusa nel pomeriggio. Rimane inoltre un problema la limitazione a cinque anni per il finanziamento della ristrutturazione dei vigneti in caso di accesso ai fondi per l’estirpazione.
Cia-Agricoltori Italiani: serve più flessibilità
Anche la Cia-Agricoltori Italiani dà un giudizio positivo sulle novità introdotte dal Parlamento europeo: “Molte misure aiutano le aziende a resistere meglio alle crisi di mercato e agli eventi climatici estremi”, spiegano dall’organizzazione. Ma chiedono più margine di manovra nella gestione dei fondi e il rispetto dell’autonomia decisionale degli Stati membri. Un punto su cui insiste anche Confagricoltura: “Bisogna continuare a migliorare alcuni aspetti durante il prosieguo del lavoro parlamentare”.
Il prossimo appuntamento è fissato per il 25 novembre, quando il Parlamento Ue voterà in plenaria il testo emendato. Solo allora partirà il negoziato finale tra le istituzioni europee. In gioco c’è molto: non solo il futuro economico del settore, ma anche la capacità del vino italiano ed europeo di restare competitivo nei mercati di tutto il mondo.
