Roma, 10 novembre 2025 – Nel dibattito internazionale sulla prevenzione delle malattie non trasmissibili e la promozione della salute pubblica, torna al centro la distinzione tra abuso e consumo moderato di alcol. L’ONU, durante l’ultima Assemblea Generale, ha ribadito che non si deve demonizzare il consumo di alcol in sé, ma piuttosto concentrarsi sul contrasto agli eccessi. Un messaggio che in Italia trova riscontro, soprattutto quando si parla del vino, simbolo della Dieta Mediterranea e parte integrante della nostra cultura alimentare. Qui il discorso si sposta sempre più sulla responsabilità e la moderazione.
Vino e Dieta Mediterranea: un legame tra tradizione e salute
Per Attilio Giacosa, presidente dell’Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute (Irvas), la vera questione non è “bere o non bere”, ma come e quando si beve il vino. «Il punto – spiega Giacosa – è inserirlo in un contesto di moderazione, preferibilmente durante i pasti, seguendo la tradizione mediterranea». Proprio per questo l’Irvas ha messo a punto nuove Linee Guida per un consumo moderato del vino, dieci semplici consigli basati su dati scientifici.
Presentate nei giorni scorsi a Roma, le linee guida chiariscono cosa si intende per consumo moderato: una o due unità alcoliche al giorno, sempre insieme al cibo e senza esagerare. Per “unità alcolica” si intende circa 12 grammi di alcol puro, cioè un bicchiere di vino da 125 ml. Un riferimento pratico per orientare le abitudini di tutti i giorni.
Abuso e moderazione: due facce della stessa medaglia
L’Irvas sottolinea l’importanza di tenere ben distinta la linea tra consumo moderato e abuso di alcol. «La scienza ci ricorda che l’alcol comporta dei rischi – dice Giacosa – e che l’abuso è un problema serio per la salute pubblica». In particolare, bere troppo o lontano dai pasti può fare male sia al corpo che alla mente. La raccomandazione è chiara: il vino va bevuto con il cibo, nell’ambito di una dieta equilibrata.
Un’altra differenza da non trascurare è quella tra vino e superalcolici. Secondo l’Irvas, il vino ha una storia, un modo di consumo e una composizione che lo rendono diverso, con alcuni composti che possono avere effetti positivi sulla salute. Ma ci sono situazioni in cui il consiglio è zero alcol: gravidanza, allattamento e alcune condizioni mediche particolari.
Quando evitare l’alcol: giovani, gravidanza e situazioni particolari
Le linee guida sono molto chiare: per i minori il consumo di vino o altre bevande alcoliche non è consigliato. «Il corpo in crescita è più esposto ai danni dell’alcol», si legge nel documento. Lo stesso vale per le donne in gravidanza o durante l’allattamento, dove il rischio per il bambino impone di evitare del tutto l’alcol.
Chi assume farmaci, soffre di malattie specifiche o ha una storia di dipendenza deve rinunciare all’alcol e consultare il medico per un parere personalizzato. «L’alcol non è uguale per tutti», ribadisce Giacosa, invitando a un approccio responsabile e su misura.
Informazione chiara e responsabilità personale
In un paese come l’Italia, dove il vino è parte della nostra identità e cultura, l’Irvas spinge a superare i facili slogan e a puntare su un’informazione corretta. «Il nostro compito – conclude Giacosa – è fornire dati chiari, non invitare a bere». L’obiettivo è educare alla scelta consapevole, distinguendo tra moderazione e abuso, senza spingere a comportamenti pericolosi.
Le evidenze scientifiche mostrano che, in adulti sani, un consumo moderato di vino inserito in uno stile di vita mediterraneo può portare benefici al cuore e al benessere generale. Ma ogni caso va discusso con il proprio medico.
In fondo, la sfida resta quella di mantenere il ruolo del vino nella nostra cultura senza dimenticare i rischi legati all’abuso. Una questione di misura, contesto e responsabilità: solo così – con informazioni precise e scelte consapevoli – il vino può continuare a far parte della tavola degli italiani senza mettere a rischio la salute.
