Milano, 9 novembre 2025 – È ufficiale: con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto firmato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, nasce il Consorzio Nazionale Grappa. È il primo organismo di tutela dedicato a una bevanda spiritosa italiana a Indicazione Geografica. Un passo importante, che porta la Grappa a entrare nel novero dei Consorzi riconosciuti, accanto a vini e specialità alimentari protette. Un traguardo a lungo atteso, che arriva proprio in un momento di crescita per il settore.
Grappa: numeri in crescita e mercati in fermento
Nei primi sette mesi del 2025, le esportazioni di Grappa hanno toccato quota 19 milioni di euro, con un aumento dei volumi del 2%. Seppur una nicchia nel panorama delle bevande spiritose italiane, la Grappa conferma il suo ruolo simbolo nel panorama produttivo nazionale. L’Europa resta il mercato principale: in testa la Germania, che assorbe oltre il 50% dell’export (circa 10 milioni), seguita da Svizzera, Austria e Stati Uniti.
Proprio gli Stati Uniti, tra gennaio e luglio, hanno fatto segnare un balzo del 64%. Un chiaro segnale di un interesse che cresce anche oltreoceano, nonostante le barriere di dazi e politiche commerciali. Nel frattempo, il valore totale dell’export di bevande spiritose italiane è triplicato nell’ultimo decennio: da poco più di 1 miliardo di euro nel 2014 a oltre 3 miliardi nel 2024, secondo i dati delle associazioni di categoria.
Il settore parla chiaro: “Una nuova era per la Grappa”
Nuccio Caffo, presidente del neonato Consorzio Nazionale Grappa, non nasconde la soddisfazione. “È stato un percorso lungo e non privo di difficoltà”, ha detto nella sede di AssoDistil a Roma. “Ringrazio chi ha creduto nel progetto fin dall’inizio e tutti i produttori che hanno lavorato insieme per rilanciare la nostra acquavite di bandiera”. Per Caffo, la Grappa è “un simbolo autentico della tradizione e del saper fare italiano”. Il Consorzio sarà lo strumento per difendere e promuovere questo valore, sia in Italia che all’estero.
Durante la conferenza stampa, Caffo ha ringraziato anche il ministro Francesco Lollobrigida “per l’attenzione dimostrata verso il settore”. Ha poi ricordato come la Grappa rappresenti “un modello di economia circolare e un’eccellenza del Made in Italy”, sottolineando che la filiera coinvolge centinaia di distillerie tra Veneto, Piemonte, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
AssoDistil: “Finalmente colmato un vuoto”
Soddisfazione anche da Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Nazionale Acquaviti e Liquori di AssoDistil. “Con questo decreto si chiude finalmente un vuoto normativo”, ha spiegato. “Ora il settore ha lo stesso peso degli altri comparti delle IG, in linea con la nuova riforma europea delle Indicazioni Geografiche”. Per Mazzetti, il risultato è frutto di anni di lavoro a fianco del Consorzio Nazionale Grappa. “I Consorzi di tutela hanno dimostrato di essere strumenti efficaci per promuovere i prodotti agroalimentari italiani. Adesso anche le bevande spiritose IG avranno una rappresentanza forte e unitaria”.
Bevande spiritose IG italiane: un nuovo capitolo
Le Indicazioni Geografiche valgono oggi oltre 20 miliardi di euro alla produzione e rappresentano circa il 16% dell’export agroalimentare nazionale. Il valore delle esportazioni supera gli 11,8 miliardi di euro. In questo scenario, la nascita del Consorzio Nazionale Grappa segna una svolta per le bevande spiritose italiane. Contribuisce a rafforzarne il ruolo tra le produzioni di qualità e apre la strada a una stagione di tutela e innovazione.
Per gli addetti ai lavori, solo ora la Grappa potrà contare su strumenti adeguati per affrontare le sfide dei mercati internazionali. Ma come ricordano i produttori storici riuniti ieri a Bassano del Grappa per celebrare il decreto, la vera sfida resta mantenere l’identità e la qualità che hanno reso celebre questo distillato. “Non basta un Consorzio – ha confidato un piccolo distillatore veneto – serve continuare a credere nella tradizione”.