Il Collio: un tesoro nascosto tra i bianchi più amati dai wine lovers

Il Collio: un tesoro nascosto tra i bianchi più amati dai wine lovers

Il Collio: un tesoro nascosto tra i bianchi più amati dai wine lovers

Redazione Vinamundi

10 Novembre 2025

Cormòns, 10 novembre 2025 – Il Collio, terra al confine tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, conferma il suo ruolo da protagonista nella produzione di vini bianchi di qualità. Eppure, resta ancora una meta poco conosciuta per chi cerca esperienze turistiche. A dirlo è la ricerca “Collio Experience”, presentata oggi a Cormòns durante “Collio Evolution”, il primo evento istituzionale dedicato alla denominazione, promosso dal Consorzio dei Vini del Collio. Lo studio, curato da Nomisma Wine Monitor su 1.500 consumatori, mette in luce un territorio con una solida fama tra gli appassionati, ma con ancora molta strada da fare sul fronte della promozione e dell’enoturismo.

Collio, il regno dei vini bianchi di qualità

I dati parlano chiaro: il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni italiane top per la produzione di vini bianchi fermi di qualità. Il 13% dei consumatori abituali lo indica come punto di riferimento, subito dopo l’Alto Adige (15%). Il Collio, con i suoi 1.300 ettari di vigneti spesso divisi in piccoli appezzamenti curati da famiglie locali, emerge come uno dei territori più vocati, insieme al Soave veneto. “Il Collio è una vera enclave per i bianchi, con una storia e una vocazione che non si trovano altrove”, ha detto Luca Raccaro, presidente del Consorzio, aprendo l’evento.

Tutti conoscono il Collio, pochi ne conoscono davvero l’origine

Quasi tutti gli italiani che bevono vino bianco dicono di conoscere almeno un vino del Collio. Ma solo il 53% sa esattamente da dove arriva quel vino. Il gap si vede soprattutto con i vini da vitigni autoctoni come Ribolla Gialla e Friulano, meno noti rispetto a Pinot Grigio o Sauvignon. “La comunicazione sul territorio deve fare un salto di qualità”, ha ammesso Lavinia Zamaro, direttrice del Consorzio. La ricerca suggerisce che più si conosce il territorio, più cresce il numero di chi sceglie questi vini.

Chi sceglie il Collio e come lo beve

I “real user”, cioè chi riconosce i vini del Collio e li considera tra i migliori bianchi italiani, sono persone con reddito medio-alto, buona istruzione e una certa esperienza nel vino. Preferiscono consumarli fuori casa, in ristoranti e wine bar. Due elementi conquistano: l’equilibrio tra corpo e freschezza e la complessità aromatica. “Sono vini che restano impressi”, ha confidato un sommelier presente.

Enoturismo, un settore in crescita

Un dato che spicca riguarda l’enoturismo: nell’ultimo anno, uno su due tra i consumatori di vino ha partecipato a qualche esperienza legata al vino. Tra chi ha visitato il Collio (13%), la soddisfazione è alta: il 94% apprezza il paesaggio, il 90% la qualità dei vini, l’83% l’accoglienza nelle cantine. Chi ha già visitato il territorio ha il 43% di probabilità di tornare, mentre tra gli enoturisti in generale la percentuale è al 40%. “Il Collio ha tutto per diventare una meta di punta”, ha sottolineato Denis Pantini di Nomisma.

Come far crescere il Collio: degustazioni, eventi e social

Per far emergere il Collio in Italia e all’estero, la ricerca indica alcune strade preferite dai consumatori: degustazioni nei ristoranti (21%), eventi dedicati (17%) e turismo del vino (13%). I social e gli influencer contano molto tra i più giovani (18% nella fascia under 29). “Serve un racconto più diretto e coinvolgente”, ha suggerito Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera.

Collio, un’identità da raccontare

Il Collio resta una delle eccellenze italiane nei vini bianchi, ma la vera sfida ora è far conoscere non solo i vini, ma anche il territorio. Tra le colline che da Dolegna arrivano a San Floriano del Collio ci sono storie, paesaggi e sapori che aspettano solo di essere scoperti. Solo così questa piccola enclave potrà davvero esprimere tutto il suo valore.

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