Il clima stabile e le riserve idriche sufficienti hanno favorito le vigne: i produttori parlano già di un’ottima raccolta.
Nei filari della Valpolicella, tra i vigneti ordinati delle colline trevigiane e lungo le piane del Piave, i tagli iniziali dell’uva confermano quello che già si vociferava da settimane: la vendemmia 2025 in Veneto si annuncia molto positiva, sia in termini di resa che di qualità. A dirlo non sono solo i produttori, ma anche le prime analisi diffuse dai consorzi e dagli osservatori regionali. A differenza di altre zone italiane colpite da grandinate o ondate di calore estreme, le vigne venete hanno goduto di un equilibrio climatico favorevole, con piogge distribuite e temperature contenute.
L’avvio ufficiale è partito a metà agosto nelle aree più precoci, soprattutto per le basi spumante. Le uve Glera, destinate al Prosecco, mostrano parametri ottimali, con una gradazione zuccherina ben equilibrata e un’acidità che fa ben sperare per la tenuta aromatica. Anche i grappoli destinati ad Amarone e Valpolicella risultano compatti, sani e in anticipo rispetto al 2024, ma senza eccessi. La vendemmia vera e propria entrerà nel vivo a settembre, ma già ora il clima di fiducia tra i produttori è evidente.
Le condizioni climatiche che hanno favorito le vigne
A sostenere l’annata è stato un andamento meteorologico regolare, senza sbalzi termici eccessivi. Dopo un inverno più umido della media e una primavera fresca ma soleggiata, l’estate ha mantenuto temperature sotto i 34 gradi anche nei momenti più caldi. Le piogge, pur non abbondanti, sono state ben distribuite tra giugno e luglio, senza causare ristagni né stress idrico grave. In particolare, le zone collinari del Conegliano e del Montello hanno beneficiato di escursioni termiche giornaliere ideali per la maturazione fenolica.

Secondo Davide Vignato, agronomo e consulente per diverse cantine del basso vicentino, “la 2025 è una di quelle annate in cui puoi pianificare. Non hai dovuto rincorrere l’emergenza, e questo si vede nella regolarità delle piante, nella pulizia dei grappoli, nella calma dei produttori”. Anche nei vigneti più esposti al sole, la gestione delle chiome ha permesso una protezione naturale dell’uva, senza danni da scottature né segnali di appassimento anticipato.
La situazione più interessante riguarda le varietà a bacca rossa. Corvina, Merlot e Cabernet Sauvignon presentano un equilibrio raro tra zuccheri e acidità, condizione che promette bene sia per i rossi da pronta beva che per quelli destinati all’affinamento. I primi campioni da microvinificazione mostrano una buona concentrazione di polifenoli, ma senza quelle note cotte che spesso emergono nelle estati troppo secche.
Anche il fronte fitosanitario è rimasto sotto controllo. Le principali malattie della vite – peronospora e oidio – non hanno creato emergenze diffuse, grazie alla prevenzione mirata e a un clima mai eccessivamente umido. In diverse aziende del veronese e del padovano si è riusciti a ridurre i trattamenti, puntando su soluzioni naturali e tecniche di conduzione biologica.
I primi riscontri dei produttori e le stime dei consorzi
Secondo le previsioni fornite da Veneto Agricoltura, la produzione complessiva attesa per il 2025 è superiore a quella dello scorso anno, con una stima che si aggira intorno a 13 milioni di ettolitri. La crescita, se confermata, potrebbe rafforzare il ruolo del Veneto come prima regione vinicola italiana per quantità, ma anche per valore.
Dai primi riscontri emerge anche una forte omogeneità qualitativa, aspetto non sempre scontato in una regione così vasta e differenziata. Nel Prosecco DOC e DOCG si parla già di un’annata “armoniosa”, mentre nelle aree del Soave si segnala un ritorno alle caratteristiche più classiche, con profumi floreali netti e acidità vibrante. Anche il Lugana, nella fascia a ridosso del lago di Garda, mostra segnali positivi, grazie a una raccolta iniziata leggermente in anticipo ma in condizioni ottimali.
Le aziende più strutturate stanno già programmando l’imbottigliamento anticipato per le basi spumante, mentre per i rossi l’attesa sarà più lunga, ma promette risultati superiori alla media. In molti parlano di un’annata “da manuale”, senza eccessi, con tutto al posto giusto.
Il quadro positivo ha già attirato l’attenzione di diversi buyer esteri. Secondo Assindustria VenetoCentro, ci sono segnali incoraggianti anche dal mercato americano, nonostante il calo generale dei consumi rilevato da SipSource. Le cantine stanno ricevendo richieste d’informazione anticipata da parte di importatori tedeschi, scandinavi e canadesi, segno che l’eco dell’annata ha già superato i confini regionali.
Nel giro di poche settimane sarà possibile avere dati più dettagliati, ma intanto nei vigneti si respira fiducia. E mentre le forbici iniziano a tagliare i primi grappoli, l’Emilia e la Lombardia guardano al vicino Veneto con un certo interesse, chiedendosi se questa sarà davvero l’annata che tutti aspettavano.