Federvini esprime soddisfazione per il via libera della Comagri al “Pacchetto Vino” europeo

Federvini esprime soddisfazione per il via libera della Comagri al “Pacchetto Vino” europeo

Federvini esprime soddisfazione per il via libera della Comagri al “Pacchetto Vino” europeo

Redazione Vinamundi

14 Novembre 2025

Roma, 14 novembre 2025 – La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha dato il via libera oggi al cosiddetto “Pacchetto Vino”, una delle riforme più attese per il settore vitivinicolo del Vecchio Continente. Il voto, arrivato nel primo pomeriggio a Bruxelles, segna una tappa fondamentale nella revisione delle politiche agricole europee, con impatti diretti su imprese, produttori e mercati internazionali. Per molti addetti ai lavori, si tratta di un segnale chiaro per rafforzare la competitività e la sostenibilità di un comparto che vale miliardi ogni anno.

Etichette più semplici e promozione all’estero: le novità al centro

A parlare è stata Federvini, la federazione che riunisce le principali aziende del settore. Il voto della Commissione ha confermato alcune scelte chiave. Tra queste, le semplificazioni sull’etichettatura, pensate anche per rendere più agevole l’accesso ai mercati esteri. Un dettaglio che non è passato inosservato: “Le nuove regole renderanno più chiara e semplice la presentazione dei nostri vini fuori dall’Italia”, ha detto al telefono un produttore toscano poco dopo la notizia.

Ma non si tratta solo di etichette. Il provvedimento prevede anche aliquote di sostegno più alte per gli interventi settoriali e una durata più lunga dei programmi di promozione. Questi ultimi sono visti come strumenti fondamentali per rafforzare la presenza dei vini europei – italiani in testa – sui mercati globali. “La promozione all’estero è la chiave per far crescere il comparto”, ha spiegato un funzionario del Ministero dell’Agricoltura.

Più margine di manovra con i fondi, per gestire meglio le risorse

Una novità importante riguarda la maggiore flessibilità finanziaria introdotta dal pacchetto. In pratica, sarà possibile spostare le economie di spesa da un anno all’altro, migliorando così la gestione dei fondi disponibili. Una misura che, secondo Federvini, “aiuta le aziende a programmare meglio gli investimenti e a reagire più rapidamente alle variazioni del mercato”.

Il tema della gestione delle risorse è stato spesso al centro del confronto tra produttori e istituzioni europee. In passato, infatti, la rigidità delle regole di spesa era stata criticata. Ora si punta a rendere tutto più snello, riducendo gli sprechi e aumentando l’efficienza.

Le reazioni: Antinori loda l’attenzione alle imprese

“Il voto della Commissione Agricoltura conferma la volontà di sostenere un settore che è un’eccellenza dell’agroalimentare europeo”, ha detto Albiera Antinori, presidente del Gruppo Vini di Federvini. La manager ha accolto con favore le semplificazioni e le misure per rafforzare promozione, internazionalizzazione e sostenibilità. “Questo risultato è frutto di un dialogo costruttivo tra istituzioni europee e mondo produttivo”, ha aggiunto, ringraziando anche i parlamentari italiani per l’impegno nel valorizzare la filiera nazionale.

Non tutti però sono sulla stessa lunghezza d’onda. L’Unione Italiana Vini (Uiv) ha espresso qualche riserva, puntando il dito sui possibili rischi legati ai finanziamenti per estirpi e distillazione. Secondo Uiv, servirebbe un approccio più orientato al mercato e agli investimenti, per non mettere a rischio la competitività delle imprese.

Che cosa succede adesso: plenaria e trattative decisive

Dopo il via libera in Commissione, il dossier approderà ora al voto in plenaria del Parlamento europeo, previsto per il 25 novembre 2025. Da lì partirà la fase decisiva del Trilogo, il confronto tra Parlamento, Consiglio e Commissione che porterà alla stesura definitiva del regolamento.

Il cammino è ancora aperto a modifiche e aggiustamenti. Ma per molti nel settore, il segnale arrivato oggi da Bruxelles è una tappa importante verso una politica del vino europea più moderna e concreta. Un equilibrio – tra competitività, semplificazione e sostenibilità – che resta il cuore delle speranze di tutto il comparto.

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