Peschiera del Garda, 4 aprile 2025 – Fabio Zenato resta al timone del Consorzio Tutela Lugana DOC. Questa mattina, nella sede di via Parini, i soci hanno confermato la sua guida per un nuovo mandato. Dopo il primo mandato iniziato nel 2022, si apre una nuova fase per la denominazione gardesana, con un Consiglio d’Amministrazione rinnovato e un programma che punta tutto su valorizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione.
Zenato riconfermato presidente: avanti con continuità e nuove sfide
“Sono onorato di poter continuare a guidare il Consorzio”, ha detto Zenato subito dopo la sua rielezione. Nato nel 1972, è una figura ben conosciuta nel mondo del vino locale. Di Peschiera del Garda, porta avanti insieme al fratello Paolo l’azienda di famiglia “Le Morette”, che si estende su circa 50 ettari di vigneti tra Verona e Brescia. La sua preparazione in Scienze Agrarie all’Università di Milano e l’esperienza nella ricerca sul vitigno Turbiana hanno dato una spinta importante alla crescita del Lugana.
Nel suo discorso, Zenato ha rimarcato: “Abbiamo lavorato con costanza per far crescere la fama e il valore del Lugana, ma siamo ancora solo all’inizio. Nei prossimi anni vogliamo andare avanti su quattro fronti: identità, sostenibilità, qualità e innovazione”.
Un Consiglio d’Amministrazione più vicino a tutta la filiera
Il nuovo Consiglio d’Amministrazione è formato da rappresentanti di tutte le anime del settore: viticoltori, vinificatori e imbottigliatori. Tra i vicepresidenti sono stati eletti Roberto Girelli, Francesco Mascini, Paolo Pasini e Alberto Zenato. Saranno loro a supportare il presidente e il direttore, Carlo Peduto, nell’applicare le strategie.
Durante l’assemblea è emerso chiaramente che l’obiettivo è “dare voce a tutte le parti coinvolte”, come ha spiegato uno dei nuovi consiglieri. Solo così, ha aggiunto, “si può affrontare con forza un mercato sempre più competitivo e variegato”.
Sostenibilità e qualità: i pilastri del prossimo mandato
Il secondo mandato di Zenato punta su alcuni obiettivi chiave. In primo piano c’è la sostenibilità, sia dal punto di vista ambientale che sociale. Il Consorzio vuole spingere verso pratiche agricole più rispettose della natura e sostenere il benessere delle comunità locali. “Vogliamo migliorare sempre di più la qualità dei nostri vini”, ha detto Zenato, “trovando il giusto equilibrio tra tradizione e novità”.
Non si tratta solo di parole. Tra i progetti in arrivo c’è una nuova ricerca dedicata a tecniche agricole più avanzate e alla selezione clonale del Turbiana. Un percorso che, secondo il presidente, “rafforzerà ancora di più l’identità del Lugana”.
Il Lugana nel mondo: puntare su mercati emergenti e consolidati
Altro punto chiave è l’internazionalizzazione. Il Consorzio vuole rafforzare la presenza del Lugana in Europa, con la Germania in prima fila, ma guarda anche verso Stati Uniti e Asia. “Il Lugana non è solo un vino, ma una storia fatta di passione e innovazione che vogliamo far conoscere ovunque”, ha sottolineato Zenato.
Per farlo, si punterà su comunicazioni più moderne, pensando soprattutto ai nuovi modi di bere e scegliere il vino. “Dobbiamo parlare ai giovani con un linguaggio attuale”, ha ammesso uno dei vicepresidenti, “mostrando che dietro ogni bottiglia c’è un territorio unico”.
Enoturismo e giovani: investire sul futuro del Lugana
Il Consorzio vede nell’enoturismo una carta importante per rafforzare il legame tra vino e territorio. L’idea è trasformare il Lago di Garda in una meta di riferimento per chi ama il vino, creando sinergie tra produttori, ristoratori e operatori locali. “Solo così”, ha detto un produttore presente all’assemblea, “potremo attirare visitatori da tutta Europa e far conoscere davvero il Lugana”.
Non meno importante è l’attenzione alle nuove generazioni, sia come imprenditori sia come consumatori. Il Consorzio investirà in formazione e promozione per coinvolgere i giovani, raccontando il Lugana con canali digitali e iniziative dedicate.
Il secondo mandato di Fabio Zenato parte dunque con l’obiettivo di mantenere ciò che è stato costruito e aprire nuove strade per il futuro della denominazione gardesana.